Se Bianca Lancia lo venisse a sapere… Intervista a Carla Abbondi
Del volo, delle costellazioni e del bianco: la coreografa di fasci fotonici
Il sapere tutto, se considerato come una serie di “contenitori a tenuta stagna”, scadrebbe presto, consumandosi in un’autocelebrazione vuota e fine a se stessa, per non parlare dell’odore di stantio che ne anticiperebbe la rievocazione. Di contro, se fuso in una mescolanza – elettricamente carica – delle varie discipline, sarà terra fertile per una sperimentazione pura e da cui trarre ibridi come singole porzioni esteticamente audaci e decisamente seduttive. L’amalgama iniziale è proprio quella derivata dalla combinazione di concetti, tecniche artistiche e ogni altra scienza. Carla Abbondi inizia da qui, modellando, estraendo di volta in volta gli elementi modificati, arricchiti e ossigenati da condizioni mai prese del tutto in considerazione.
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