Indagini in corso per due rapine tra Senigallia e Marina di Montemarciano
Oltre al negozio di via Pisacane, colpito anche un distributore di carburanti sulla Statale Adriatica SS16
Sono due le rapine aggravate commesse nel territorio senigalliese e nei dintorni nel solo pomeriggio di giovedì 17 gennaio. I Carabinieri di Senigallia stanno infatti indagando su due episodi avvenuti a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro, nella fascia oraria tra le 17,45 e le 18,30.
La prima rapina è avvenuta in un esercizio di via Pisacane dove un uomo di circa trent’anni, col volto parzialmente travisato e con la minaccia di un coltello a serramanico, si è impossessato di circa trenta euro che ha prelevato direttamente dalla cassa. Vittima della rapina non il titolare del negozio ma una signora amica di famiglia che nel frattempo aveva per pochi minuti sostituito il proprietario.
Sul posto sono intervenuti immediatamente i Carabinieri della locale Stazione e del Nucleo Operativo Radiomobile di Senigallia. Le informazioni assunte, le modalità del reato, l’assenza di sistemi di videosorveglianza o testimonianze non hanno consentito ai militari di acquisire alcun elemento utile per le indagini. Non è stato neppure possibile rilevare impronte digitali utili.
Alle 18:30 invece il secondo episodio, avvenuto a Marina di Montemarciano. Lì, presso il distributore di benzina API sulla S.S. 16 (altezza Km. 28), due persone travisate da passamontagna, sotto la minaccia di un coltello, hanno avvicinato il benzinaio, poco dopo la chiusura del distributore, costringendolo a cedere l’incasso della giornata: 900 euro circa. I due malviventi si sono poi dileguati nella vicina campagna a piedi, facendo perdere le loro tracce.
Nonostante l’allarme lanciato dalla vittima della rapina attraverso il numero di pronto intervento 112 – a cui i militari delle Stazioni di Montemarciano e Marzocca hanno risposto giungendo in breve tempo sul posto – e il successivo pattugliamento della zona non è stato possibile rintracciare i due responsabili della rapina aggravata. Anche in questo caso, nessuna videocamera di sorveglianza né testimonianza ha fornito elementi utili alle indagini.
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