Senigallia, la vicenda dei profughi dell’hotel Lori finisce in consiglio comunale
Ospiti e associazioni in aula con striscione e lettera. Rebecchini interroga Volpini: "Senigallia mossa subito"
La vicenda dei profughi umanitari accolti a Senigallia alla pensione Lori di Marzocca e segnalati per un episodio di nervi tesi (non una rissa) alla Prefettura è approdata in Consiglio comunale. Una manifestazione pacifica in cui quasi tutti gli ospiti (di 30 ne mancavano solo pochi per motivi di lavoro), supportati dagli attivisti del collettivo studentesco e dell’Arvultùra, hanno reso note le loro necessità e intenzioni attraverso una lettera consegnata a tutti i consiglieri e letta in assemblea.
“Non vogliamo essere un problema per questa città – uscire dall’hotel Lori, per il nostro futuro, per la nostra dignità” recitava lo striscione portato in aula e letto assieme al testo della lettera dal consigliere di Rifondazione Comunista Luigi Rebecchini che fin dall’inizio degli aspetti “pubblici” della vicenda (venerdì 4 gennaio) ha dimostrato – insieme ai colleghi Mancini e Battisti di Partecipazione – forte interesse alla risoluzione della questione.
Questione che ora vede sei profughi (lo status di profugo umanitario non è mutato) espulsi dalla struttura con provvedimento della Questura e portati alla Caritas locale solo dopo insistenza dello stesso Rebecchini nei confronti dell’assessore ai servizi sociali Fabrizio Volpini, e altri 22 ospiti che chiedono fortemente di lasciare l’hotel Lori lamentando carenze nella fornitura di riscaldamento, luce, cibo e beni di prima necessità, soldi (per alcuni mesi sono stati pagati solo 10 € dei 75 mensili previsti, anche in tabacco).
Assessore interrogato mercoledì 16 gennaio per sapere quali compiti e assistenza il Comune dovesse assicurare e cosa accadrà dopo il 28 febbraio 2013, data di scadenza del periodo di assistenza ma senza progetti abitativi, di lavoro o di buonuscita. Il tutto conoscendo il desiderio di questi ragazzi che non possono più rimanere nell’hotel Lori dopo i fatti verificatisi a inizio gennaio.
Fabrizio Volpini ha illustrato ai consiglieri che la città di Senigallia e l’amministrazione comunale si è mossa in tempi rapidi sia nel coordinamento con l’Asur ZT4 per le verifiche mediche, sia nella fornitura di medicinali, schede telefoniche, sigarette, tessere gratuite per il trasporto pubblico, sia nel controllo e nel monitoraggio con assistenti sociali, sapendo che la gestione dell'”emergenza Nord Africa” spettava alla Regione fino al 31 dicembre 2012, poi passata alla Prefettura fino al 28 febbraio 2013.
“La struttura – ha spiegato Volpini – è stata oggetto di controllo dal gruppo dedicato della Protezione Civile (che aveva gestito con la Regione la prima fase di accoglienza). In vista della scadenza del progetto ai profughi è stato concesso un permesso di soggiorno di un anno per motivi umanitari, considerando anche che molti di loro si sono spostati – fin dall’inizio dell’emergenza – anche in modo da ricongiungersi con altri membri della propria etnia, nel nord Europa. Per facilitare l’accoglienza e l’inserimento sono stati programmati corsi di lingua italiana e alfabetizzazione, di formazione lavorativa, di panificazione, di produzione artigianale, presso l’Istituto Panzini di Senigallia“. Insomma non sarebbero stati abbandonati soli.
Ma nella risposta è lo stesso consigliere Rebecchini a focalizzare nuovamente un punto: se dei trenta ospiti che hanno protestato, sei sono stati espulsi e altri 22 vogliono andar via dalla struttura, evidentemente c’è qualcosa che non va e forse quei controlli e quella mediazioneculturale appropriati sono venuti a mancare, lasciando così che si originasse e perdurasse il disagio. E proprio la mancanza di progettualità a partire dal 28 febbraio è uno degli elementi che ha contribuito ad aggravare la situazione, per la quale, oltre ai prossimi inserimenti formativi non sembra essere previsto altro.
Pensavo di aver letto male ma invece no, a nostre spese anche le sigarette, siamo arrivati all'inverosimile, inserirei nella costituzione il diritto al fumo, perché no, con questi amministratori potrebbe essere un idea.
Vergognatevi, ogni giorno si perdono posti di lavoro, si eseguono sfratti, vengono pignorati immobili, e nonostante tutto invece di aiutare queste famiglie umiliate dalla crisi, l'amministrazione si diletta a spendere soldi per l'acquisto di sigarette......
VERGOGNATEVI
di lavoretti in comune ce ne sarebbero tanti...
SArebbe anche una bella cosa per la dignità di questi poveri profughi.
Alla fine meglio che stanno qui no? Guarda quanta gente che vuole aiutarli (con i soldi degli altri ovviamente).
ho una vasta bibliografia da consigliare per chi in materia non è molto ferrato, am parla e parla e parla..
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!