Senigallia, fermato per la bonifica l’impianto per il metano in via Mattei
Domenica sfiorata la tragedia: le 200 bombole non autorizzate sono state svuotate - FOTO
Sono almeno due le bombole interessate nello scoppio di domenica mattina, 6 gennaio, all’impianto per il rifornimento di metano in via Mattei, a Senigallia. E non è stato un tubo per la refrigerazione a saltare, ma le stesse bombole dopo un malfunzionamento del sistema di raffreddamento per cui si sarebbero surriscaldate. Una, poi, è finita a circa 50 metri di distanza, l’altra si è distrutta.
Ma, dato l’elevato numero di bombole trovate in un container dichiarato abusivo, quasi 200, erano molte di più quelle a rischio scoppio che avrebbero potuto causare danni ben peggiori con conseguenze forse letali per chi si trovava a passare per caso sulla strada. Risultato dei sopralluoghi effettuati finora: tragedia sfiorata a Senigallia.
Non hanno dubbi i Vigili del Fuoco del distaccamento cittadino, coordinati dal responsabile locale Mauro Bedini, e i colleghi di Ancona, guidati dal funzionario provinciale Angelo Molinari: il container in cui sono state rinvenute circa 200 bombole, nel retro della struttura di via Mattei, è abusivo e molto pericoloso, tanto che in caso di incendio o di altre eventualità come scoppi per malfunzionamenti, l’intero impianto sarebbe potuto divenire teatro di scenari molto gravi, con conseguenze che avrebbero potuto estendersi in un diametro di centinaia di metri.
Nella struttura di via Mattei è partita intanto – martedì mattina, 8 gennaio – la bonifica (guarda le FOTO) da parte delle due squadre di pompieri, impegnati con la messa in sicurezza delle bombole rinvenute, del loro travasamento in un’autobotte e con lo stop all’impianto: oltre a salvaguardare la sicurezza degli utenti, si cerca di capire se ci siano altri depositi di stoccaggio non autorizzati o altre manomissioni alla rete del metano, comunque allacciata a quella cittadina.
Manomissioni che per il momento non sembrano costituire un illecito dal punto di vista d’impresa (potendo semplicemente rifornire più automezzi contemporaneamente), ma dal lato della sicurezza: il deposito ulteriore, non a norma e quindi pericoloso, serviva anche come stoccaggio di “riserva” in caso vi fossero disservizi nella distribuzione del gas.
Il titolare Sandrino Paolini per il momento sembra tranquillo, ma all’orizzonte potrebbero esservi nubi decisamente scure: la Procura potrebbe ipotizzare, oltre all’abuso edilizio, un’accusa di pericolo per la pubblica incolumità. E quindi un’eventuale revoca della licenza (già sospesa peraltro nel 2008 per caso simile).
L’impianto rimarrà chiuso fino a bonifica ultimata, passo a cui seguirà poi la decisione dell’autorità competente in base alle relazioni fornite dalle forze dell’ordine intervenute.
Visto che i distributori sono molto pericolosi se non a norma, non si potrebbe fare in modo che ogni tanto vengono fatti dei controlli da personale competente per controllare la regolarità degli impianti e il rispetto delle regole?
Sarebbe un lavoro grande da fare però almeno si è sicuri che non abbiamo delle bombe nella città.
E fortuna che qui non è successo niente e che la bombola è caduta nel campo, non oso immaginare altri possibili disastri.
Speriamo che gliela tolgono del tutto la licenza così capisce che le regole ci sono per essere rispettate!!
ALMENO ADE TUTTI (...omissis...) CHE A QUADAGNATO PER (...omissis...) LI RIMETTE TUTTI GIU'.
AHAHAHAHAHAH
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