La Regione Marche si attiva per contrastare le dipendenze patologiche
L'obiettivo è prevenire e ridurre fenomeni come prostituzione e consumo di droghe
Attività residenziali e territoriali di reinserimento socio-lavorativo, attività di prevenzione, di riduzione del danno e dei rischi rivolte a persone che si prostituiscono e che fanno uso di sostanze stupefacenti. Sono questi alcuni degli interventi regionali a cui saranno destinate risorse per contrastare il fenomeno delle dipendenze patologiche.
Riguardo alle prime, in particolare, va evidenziato il progetto sperimentale rivolto a persone svantaggiate tossicodipendenti in trattamento o da attrarre in trattamento.
Le esperienze di questi anni nei servizi per le tossicodipendenze pubblici e del privato sociale mostrano che interventi intensivi di integrazione sociale e di accompagnamento relazionale ottengono decisivi miglioramenti rispetto alle cure. L’inclusione socio-lavorativa non si fonderà però su modelli unici di intervento, tenuto conto delle diverse realtà a cui si indirizza.
“L’obiettivo – dice l’assessore regionale ai Servizi sociali, Luca Marconi – è quello di potenziare gli strumenti e gli interventi idonei per consentire, da un lato, la presa in carico globale del soggetto svantaggiato attraverso la condivisione di un percorso mirato all’accrescimento delle autonomie e, dall’altro, a mettere i servizi preposti nelle migliori condizioni per poter attuare processi d’inclusione sociale delle persone tossicodipendenti”.
“Altro obiettivo – continua Marconi – è quello di costruire una rete stabile d’intervento che possa nel tempo diventare un servizio dedicato: elemento questo molto importante perché non rende la misura di tipo assistenziale”.
Gli inserimenti socio-lavorativi avvengono attraverso la formula del tirocinio di durata massima semestrale, rinnovabile per altri sei mesi.
“Questo tipo di esperienza – spiega Marconi – pur non costituendo un rapporto di lavoro è forse una delle iniziative più tutelate e anche la più simile all’attività lavorativa vera e propria e che permette la presenza in aziende private di soggetti che non hanno un rapporto di lavoro“.
E’ previsto un contributo mensile (borsa-lavoro) al tirocinante di 400 euro per un part-time di 20 ore settimanali e la figura di un tutor che coordina le azioni di reinserimento e realizza piani individualizzati.
Le risorse disponibili sono assegnate all’ASUR che a sua volta le ripartisce tra le aree vaste sulla base dei criteri individuati dalla Regione: il 70% in maniera proporzionale al numero di utenti in carico; il 30% con proporzionalità inversa alla differenza tra gli interventi finanziati negli esercizi finanziari precedenti e quelli attivati al 31 dicembre 2013. “Questo – afferma l’assessore – rappresenta una sorta di premialità per chi realizza pienamente la proposta progettuale presentata e quindi uno stimolo a proporre e realizzare iniziative di inserimento socio-lavorativo”.
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