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Da Senigallia l’appello: “Sto con Antonio Ingroia per due importanti motivi”

L'esponente di Rifondazione, Rebecchini, spiega: la lotta alle mafie si porta avanti con la buona politica

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Senigallia Lavoro
Antonio Ingroia

L’accusa apparentemente bonaria che oggi si rivolge ad Antonio Ingroia è quella che il magistrato Ingroia avrebbe fatto bene per contrastare la mafia a rimanere al suo posto. Quando questa accusa viene promossa furbescamente e con interesse da certi personaggi legati al mondo mafioso, non mi meraviglio. Mi meraviglio e mi preoccupo quando la stessa accusa viene ripetuta ingenuamente da coloro i quali riconoscono grandi capacità al magistrato.

Come si fa a non capire che la lotta (o non lotta) alle mafie si conduce in primo luogo nelle stanze della politica romana: un magistrato, anche se bravo, può incidere nel contrasto alla mafia solo su determinate e circoscritte azioni processuali, pur se ampie e importanti.
E’ principalmente la buona politica di un governo che può rompere quell’intreccio esistente tra le mafie e un certo potere politico (e non solo), è solo la buona politica che può riuscire a mettere in campo volontà e azioni chiare contro il dominio delle mafie. Antonio Ingroia questo lo sa molto bene e con il suo nuovo impegno vuole andare oltre i “limiti processuali” per iniziare una incisiva battaglia per debellare le mafie.
Non mi pare questo obiettivo cosa da poco, anzi lo considero rivoluzionario.

Oggi l’Italia è un paese devastato da corruzione e mafie, purtroppo, si sottovaluta questa emergenza e non si vuole vedere e capire che le mafie, e soprattutto alcune, sono diventate più forti e oltre ad occupare ogni centimetro quadrato del territorio di alcune regioni italiane , si stanno estendendo pericolosamente nelle altre regioni. Tutto avviene in modo “silenzioso” e “indolore”: colletti bianchi, aggirando facilmente ogni documento antimafia, acquisiscono attività economiche che spaziano dall’industria, al commercio, al settore turistico. E’ il primo passo dell’inserimento mafioso o ‘ndranghetista.

Capite bene, allora, che l’estensione di questo cancro dimostra praticamente il fallimento delle politiche antimafie fino ad oggi seguite, nonostante l’impegno e il sangue versato da validi magistrati e forze dell’ordine. Non si possono combattere mafia, ‘ndrangheta e camorra solo aggredendo qua e là delle metastasi, bisogna cercare di andare al cuore del problema e rendere impossibile che interessi economici- finanziari mafiosi crescano e si sviluppino. Moltissimo dipende dalla volontà politica e dalle azioni conseguenti che un governo può decidere e mettere in campo.

Il secondo importante motivo, intimamente legato al primo, per il mio sostegno ad Ingroia, è la sua determinazione a voler liberare l’Italia dalla sudditanza al liberismo. Ingroia fa proprie le proposte di alcuni importanti studiosi ed economisti come Emiliano Brancaccio, Luciano Gallino, Luciano Canfora. Se non si opera in economia in modo nuovo, liberandoci dalla speculazione finanziaria e bancaria e abbandonando nei confronti dell’Europa ogni atteggiamento fideistico, acritico e fatto prevalentemente di retorica, ogni manovra di sacrifici sarà sempre insufficiente e ce ne proporranno inutilmente un’altra e poi ancora un’altra. E’ necessario rompere con le politiche liberiste europee rilanciando una seria politica del pubblico e dell’eguaglianza con un forte controllo democratico sull’economia. Diventa, allora, essenziale la lotta a mafie e corruzione, tenendo anche presente che il liberismo si è alimentato e giustificato proprio con il corrompimento della classe politica e varie inefficienze.

Mi bastano queste due “sole” motivazioni per appoggiare convintamente la Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, non sono un candidato, farò campagna elettorale con spirito di servizio e, a mie spese, ho deciso di dividere l’impegno personale tra Senigallia e la Calabria (regione a cui sono legato), metterò a disposizione la mia energia assieme a tanti altri, consapevole che se Antonio Ingroia dovesse essere sconfitto e rimanere fuori dalla porta, sarebbe la vittoria definitiva dello Stato-Mafia.
Spero di poter lavorare assieme a tanti altri perché la Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia possa invece avere successo e aprire un possibile futuro mondo nuovo.

da Luigi Cosmo Damiano Rebecchini,
consigliere capogruppo Prc Senigallia

Commenti
Ci sono 3 commenti
Angelo Funiciello 2013-01-02 17:58:12
Condivido pienamente l'articolo di Luigi Rebecchini !
Quale medio imprenditore lombardo annientato dalle mafie sommerse, dei colletti bianchi, mi sono maturato delle pesantissime esperienze in proposito, che mi portano a partecipare alla RIVOLUZIONE CIVILE di Ingroia. Tali mie esperienze, con mie considerazioni sull'argomento mafia sommersa e generale omertà, sono esposte nel mio sito/blog funigiglio.net.
Non possiamo più subire passivamente e farci truffare ed annientare sempre più! E proprio dai politici e dalle Istituzioni !
Angelo Funiciello
Angelo Funiciello 2013-01-02 18:45:30
Il sistema mafioso generale in cui stiamo vivendo è un male di dimensioni gigantesche ! Però ora noi che vogliamo combatterlo abbiamo un'arma estremamente efficace, che solo qualche anno fa era poco sviluppata: la rete Internet con tutte le comunicazioni possibili!
I mafiosi forse questo lo hanno sottovalutato.
Ci conviene sfruttare questa arma al massimo!
Sempre più ! Grazie ad essa la nostra guerra alla mafia non sarà vana !
Tarcisio Torreggiani 2013-01-03 11:35:32
Non mi pare proprio una gran scelta quella di INGROIA, sarebbe stato meglio che si interrogasse come fare bene il magistrato.
ATTENZIONE!
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