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L’augurio del Sindaco di Senigallia per il 2013 nel discorso di fine anno

Aula consiliare piena. Mangialardi: "Insieme e coesi, solo così ce la faremo ad andare avanti" - FOTO

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Sci Club Senigallia
Il discorso di fine anno del Sindaco Mangialardi alla città

Si è svolto in un’aula consiliare gremita di persone il tradizionale discorso di fine anno del Sindaco di Senigallia. Un discorso fatto davanti a tante persone, cittadini in primis, ma anche davanti a tanti esponenti del mondo politico, delle associazioni senigalliesi e del tessuto economico.

Un primo cittadino un po’ emozionato nonostante sia il suo terzo discorso alla città: ha parlato soprattutto di crisi e di come sia difficile ma necessario rimboccarsi le maniche tutti insieme per uscirne; ha parlato di politica, di quella “cattiva” che ha portato il paese allo sbando e di quella “buona” che può e deve rappresentare l’unica strada da percorrere; di come si debba puntare su giovani, istruzione e formazione, perché sono le leve per il nostro futuro.

Uno sguardo alla città: dal Navalmeccanico liberato ai cantieri fermi; dalle famiglie tartassate e dal lavoro che non c’è alle associazioni di volontariato e alla Diocesi; dal turismo che può creare occupazione vera al bilancio da salvaguardare; dalle cittadinanze onorarie a don Ciotti e Dacia Maraini all’integrazione nel tessuto sociale cittadino; dal sostegno alle forze dell’ordine alle politiche di welfare comunale e ai servizi; dal bilancio ancora non approvato (per la prima volta) ai lavori consiliari e di Giunta imperniati sulla passione e sul sacrificio.

Lo stesso sacrificio che ha messo “in campo” chi si è costruito la casa (cantiere dell’autocostruzione) e ora può abitarci. Questo è, forse, l’esempio più chiaro di ciò che l’uomo, insieme agli altri, può fare. Per riportare Senigallia in acque tranquille e godersi un 2013 pieno diprospettive e con meno paure.

Di seguito l’intervento integrale e leFOTO dell’incontro.
“Eccoci qui nuovamente insieme, in occasione di questo incontro del 31 dicembre che, più che un appuntamento istituzionale, vuol essere un’occasione di riflessione e di condivisione.
Un anno si chiude ed un altro sta per iniziare. Il momento giusto quindi per provare a tracciare bilanci, per rafforzare propositi, fare il punto sui problemi ed immaginare nuovi scenari.
Purtroppo formulare bilanci in questo momento in Italia è un’operazione disperata, perché il saldo è sempre negativo.
La crisi che stiamo vivendo è infatti sotto gli occhi di tutti, mentre quella che ancora ci attende temo invece che ancora sfugga a molti, almeno nella sua reale portata.
Non mi unisco al coro dei tanti osservatori e uomini politici impegnati a prevedere la data in cui metteremo alle spalle la crisi e godremo della famosa ripresa: 2014, 2015,2016?
Non lo so. Non mi appassionano i pronostici, anche perché credo che non disponiamo attualmente degli elementi per poter formulare previsioni con un minimo di fondamento scientifico.
Quello che so è quello che vedo oggi, vale a dire stagnazione economica, lacerazione sociale, disgregazione politica.
Quello che vedo sono imprese che hanno chiuso o si apprestano a chiudere, lasciando a casa migliaia di lavoratori privi della possibilità di reinserirsi in un circuito produttivo. Quelle stesse imprese che hanno sempre rappresentato una grande risorsa per la nostra comunità grazie al loro talento e capacità di stare nel mercato offrendo lavoro ed opportunità, oggi sono sempre più smarrite e prive di punti di riferimento.
Quello che vedo sono famiglie tradizionalmente e storicamente ricomprese nel ceto medio che improvvisamente si scoprono impoverite, confuse, disorientate e prive di qualsiasi certezza.
E quindi, proprio alla luce di quello che tutti i giorni tocco con mano nel mio mestiere di Sindaco, ancora prima di chiedermi quando ci riprenderemo mi chiedo: come faremo a resistere, a passare indenni da questa tempesta che, comunque vada a finire, è destinata a cambiare per sempre i nostri stili di vita e le nostre convinzioni.

Questo è il primo anno nel quale il saluto del Sindaco coincide con l’inizio della campagna elettorale.
Quello che tutti noi ci auguriamo è che sia un confronto e non un scontro e che sia una competizione basata sulle idee e su diverse visioni di futuro, piuttosto che su pregiudizi e veti incrociati.
E, soprattutto, spero davvero che, quale che sia la parte che uscirà vittoriosa dalle urne, non venga vanificato quel duro e doloroso percorso che abbiamo compiuto in questi ultimi mesi nei quali il governo, per cercare di risanare le finanze pubbliche evitare il fallimento delle casse dello stato e restituendo credibilità internazionale all’Italia, ha imposto pesanti sacrifici ai cittadini.

Ecco, speriamo di esserci definitivamente messi alle spalle non tanto i partiti quanto piuttosto la cultura politica che ha prodotto questi guasti, quella per intenderci fondata sull’incremento dissennato della spesa, sul consumo fine a sé stesso, la cultura dell’irresponsabilità, delle scelte sempre ancorate al tornaconto immediato e mai capaci di lungimiranza e di uno sguardo lungo.
E se ho fatto pubblicamente queste riflessioni, se ho evidenziato questo rischio, non è, come ha scritto qualcuno,” perché il Sindaco vuol fare lo statista ed occuparsi d’Italia e d’Europa anziché di Senigallia”. No, le cose non stanno così; il fatto è che in tutti questi anni i guai prodotti dalla finanza internazionale, le scelte di ” lacrime e sangue” imposti dai livelli di governo più elevati, alla fine li hanno pagate sempre i cittadini, soprattutto quelli meno garantiti, coloro che hanno di meno; e in questi anni noi amministratori locali siamo stati sempre in prima linea nel disperato tentativo di offrire loro servizi minimi essenziali, potendo contare su risorse economiche drasticamente ridotte se non addirittura cancellate.
Siamo noi Sindaci, noi amministratori a vedere forse più di tutti gli altri nelle nostre città la sofferenza dipinta nei volti delle tante persone che ogni giorno ci chiedono aiuto perché così non ce la fanno più ad andare avanti.
Siamo noi che dobbiamo andare a spiegare loro che non abbiamo piu i soldi per i servizi sociali, per il trasporto pubblico, per la manutenzione delle strade, per la vita della associazioni.
Soffriamo per loro ed insieme a loro e questo ci dà titolo a parlare dei problemi anche su scala nazionale. Niente di più ma anche niente di meno.

Ce la faremo ad uscire da questa situazione così disperata? Non lo so, purtroppo nessuno di noi ha sfere di cristallo da consultare. So però una cosa: solo la politica, la buona politica, può tirarci fuori dai guai.
Sì la politica, quella stessa politica in questo periodo così tanto odiata e sbeffeggiata ed indicata da tanti come una delle cause principali dei nostri guai.
Ed invece no, dobbiamo stare attenti a non cadere in questo tranello, a non imboccare questa scorciatoia così demagogica e populista.
Ricordiamoci sempre che rifiutare la politica vuol dire bandire la speranza, significa cancellare l’idea che le nostre vite possano cambiare e migliorare. Non dobbiamo mai commettere l’errore di confondere la politica con i cattivi politici.
Una bella sinfonia non cessa di essere tale per il fatto di essere mal interpretata dai musicisti. Sono alcuni esecutori a non essere all’altezza, ma la musica rimane bellissima.
Abbiamo bisogno allora, proprio in un momento di crisi come questo, di una politica alta, come quella dei nostri padri costituenti dei quali ci ha parlato Benigni qualche sera fa in uno straordinario recital televisivo.
Una politica, quella consacrata nella Carta Costituzionale italiana, capace di pensare ai figli ed ai figli dei nostri figli, in grado di individuare strade che altri non vedono, di offrirci degli stimoli positivi, di alimentare tensioni ideali, di suscitare speranze.
C’è bisogno di una politica che sappia proporci dei traguardi ambiziosi da raggiungere e che abbia sempre il bene comune come stella polare.
E’ chiaro (e non poteva essere diversamente) che questa gravissima crisi che si respira a livello europeo e nazionale influisce pesantemente sugli equilibri di bilancio del nostro Comune e sul tipo di risposte che come Amministrazione Comunale saremo in grado di mettere in campo nel 2013.
Oltre che per lo scioglimento delle Camere,questo è un fine anno insolito per il nostro Comune anche per un altro motivo: a differenza di quanto era sempre accaduto negli ultimi tempi, questa volta non siamo riusciti ad approvare il bilancio di previsione entro il 31 dicembre.
Non lo abbiamo fatto, intanto perché non eravamo nelle condizioni oggettive per farlo, visto il quadro normativo in costante mutamento e considerata la continua incertezza sui contenuti delle scelte del governo e del Parlamento destinate ad incidere sull’entità delle risorse a disposizione dei Comuni.
Per la verità non lo abbiamo fatto anche perché, è inutile negarlo, quest’anno chiudere il bilancio di previsione del Comune sarà un’impresa molto, molto complicata.
Si tratta di recuperare qualcosa come 9 milioni e duecentomila euro, (stiamo rifacendo i calcoli precisi alla luce dei contenuti della recente legge di stabilità ma il quadro complessivo cambierà di poco) in un bilancio composto in buona parte da spese incomprimibili come stipendi, contratti in vigore e rate di mutuo. Si tratta di un’impresa titanica
A questo ci hanno condotto le innumerevoli recenti leggi varate negli ultimi anni, a cominciare dalla famosa o famigerata spending review, che hanno sottratto risorse ai Comuni, senza riuscire a distinguere le posizioni di chi come Senigallia ha un bilancio sano da quelle degli Enti che invece negli anni passati hanno agito con disinvoltura ed irresponsabilità.
Tutti i Comuni si trovano affrontare una prova difficilissima. Se (cosa mai successa prima) i Sindaci italiani hanno seriamente meditato di dimettersi in massa, allora vuol dire che siamo davvero di fronte ad una situazione che in passato non si era mai verificata.
Quando, qualche tempo fa, sottolineavo in diversi tavoli istituzionali la gravità della situazione che si profilava per i Comuni, i cui sintomi erano già chiaramente individuabili, venivo tacciato di essere un pessimista cosmico.
Poi purtroppo i fatti mi hanno dato ragione, anche se confesso che avrei di gran lunga preferito aver torto.
Ed allora: quale sarà il bilancio di previsione 2013 che con grande fatica riusciremo a predisporre?
Vedete, mi piacerebbe potervi dire che, grazie alle politiche che metteremo in campo, nonostante i tagli riusciremo ad assicurare lo stesso livello di qualità dei servizi a Senigallia.
Ma sarebbe un inganno, perché voi sapete meglio di me che questo non sarà possibile.
Certamente punteremo oggi più che mai su alcune leve strategiche per mitigare gli effetti devastanti di questo quadro finanziario: dall’aumento dell’efficienza al massimo rigore nella spesa; dalla lotta all’evasione ed elusione fiscale fino alla qualità della progettazione per accedere a fondi europei.
Tuttavia, tutto questo non basterà e fatalmente il volume complessivo dei servizi erogati ai cittadini senigalliesi si abbasserà. Un bilancio quello del 2013 che, tra le altre cose, non prevederà alcun tipo di spesa per investimenti e in questo settore ci dovremo limitare a pagare i crediti vantati dalle imprese fornitrici per lavori già eseguiti che non hanno finora potuto essere liquidati per effetto del patto di stabilità.
Se è vero che non potremo evitare una riduzione della spesa a seguito dei tagli imposti ai Comuni, è tuttavia altrettanto vero che diversificheremo l’entità di queste riduzioni coerentemente con le priorità politiche ed amministrative che da sempre questa Amministrazione Comunale ha seguito: 1) a cominciare dalla volontà di sostenere coloro che hanno di meno e si trovano in condizioni di disagio
2) valorizzare ancor di piu la nostra risorsa economica fondamentale che è quella del turismo, settore in grado di garantire posti di lavoro e rilancio occupazionale.
E’ per questo, tanto per fare un esempio, che la nostra sarà una delle poche amministrazioni comunali della regione che riproporrà il Fondo destinato a sostenere coloro che hanno perduto il posto di lavoro in conseguenza della crisi, reinserendoli in circuiti formativi ed occupazionali.

La gravità della situazione generale non deve tuttavia in alcun modo farci dimenticare i buon risultati che tutti insieme abbiamo raggiunto in questo 2012 che volge ormai al termine.
Ne segnalo uno in particolare perché credo che li contenga un po’ tutti.
Anche nel 2012, nonostante una crisi che ha letteralmente travolto numerose ed importanti località balneari italiane, Senigallia ha fatto registrare un sia pur lieve incremento complessivo delle presenze turistiche.
Guardate, non dobbiamo dare per scontati simili dati perché davvero si tratta di un risultato straordinario, maturato in un contesto di contrazione generalizzata della spesa per consumi turistici.
Un risultato che dimostra come il turismo plurale nel quale Senigallia crede non è uno slogan ad effetto, ma piuttosto un’offerta appetibile fondata sulla qualità dell’accoglienza dei nostri operatori, sull’originalità delle nostre manifestazioni (penso al Summer Jamboree, al CaterRaduno, ma anche a Mostre come quella dedicata a Tullio Pericoli e Mario Giacomelli che hanno contribuito a fare della Rocca Roveresca il Museo più visitato delle Marche) un’offerta basata sulla vivacità del nostro tessuto sociale e culturale, sulla bellezza del nostro ambiente, su una attenta opera di riqualificazione del Centro Storico che quest’anno ha permesso di restituire alla città una nuova Piazza Saffi, sulla ricchezza dei nostri beni artistici e sulle eccellenze enogastronomiche. Un risultato che premia più che una città un’intera comunità.

Da quest’anno Senigallia ha due nuovi cittadini onorari, persone che per i valori che esprimono possono rappresentare un sicuro riferimento per la comunità locale.
Mi riferisco a Don Luigi Ciotti e a Dacia Maraini.
Don Ciotti testimonia con la propria vita e con le iniziative che conduce attraverso l’Associazione Libera l’impegno per la legalità e la lotta contro tutte le mafie. Una battaglia per la legalità che significa svolgere azioni positive, come il recupero per fini sociali di beni confiscati alla mafia, allo scopo di contrastare quella corruzione pubblica che, oltre a minare la fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni, rappresenta una delle cause principali del dissesto delle finanze pubbliche in Italia.
Un principio quello della legalità che nelle nostre città si declina anche come sicurezza, bene che rappresenta uno dei diritti essenziali dei cittadini.
Ebbene Senigallia continua a registrare un buon livello di sicurezza grazie alla ormai collaudata cooperazione tra forze di Polizia e Polizia Municipale, sotto il Coordinamento del Prefetto. Voglio ringraziare pubblicamente i Rappresentanti delle Forze dell’Ordine e della Sicurezza qui presenti per il grande impegno e dedizione con i quali svolgono i propri compiti istituzionali a difesa della popolazione.
Dacia Maraini invece è il testimonial della cultura italiana nel mondo, persona impegnata da sempre per la valorizzazione del ruolo della donna e per denunciare quel fenomeno sempre più diffuso in Italia della violenza contro le donne che non è tanto un drammatico problema sociale quanto piuttosto un vero e proprio crimine contro l’umanità
Ricordo il suo intervento qualche mese fa in questa Sala Consiliare piena zeppa di studenti. Ricordo quando, rivolgendosi ai giovani, li ha invitati a credere nel futuro e a pretendere molto da loro stessi ma anche dagli altri.
Voglio ripartire da quelle parole per sottolineare il cambiamento che i giovani devono pretendere da tutti noi, da una società che oggi li relega costantemente ai margini del tessuto economico, delle dinamiche occupazionali e professionali, della compagine politica. Giovani perennemente precari e privati persino della speranza di un futuro migliore.
Quando qualche settimana fa gli studenti hanno occupato in maniera pacifica i nostri Istituti Scolastici sono intervenuto come Sindaco per dire che sostenevo le loro ragioni.
L’ho fatto forse in una maniera un po’ irrituale, ma nell’assoluta convinzione che nessuna seria ripresa può essere davvero possibile senza puntare sui giovani, senza ascoltare le loro ragioni, senza investire nell’economia della conoscenza e sull’istruzione.
Serve un sistema formativo davvero all’altezza di questo momento tanto cruciale. Nella nostra città possiamo essere fiduciosi, dal momento che possiamo vantare dei dirigenti (che saluto) ed un personale scolastico di provata qualità e competenza.

Proprio per il momento particolarmente difficile che stiamo attraversando, c’è bisogno di una sempre maggiore collaborazione ed integrazione tra tutte le componenti della comunità locale che rafforzi tra i cittadini l’idea che non ci sono sacrifici da affrontare solo da una parte o scorciatoie da inventare per un’altra, ma c’è soltanto un lungo e faticoso cammino comune da intraprendere, perché solo se saremo uniti riusciremo ad uscirne.
C’è bisogno di un sempre maggior raccordo tra amministratori ed amministrati, puntando con convinzione sul valore della partecipazione. E’ già all’esame della competente commissione consiliare la proposta elaborata dalla Giunta Comunale sulla nuova forma di aggregazione su base territoriale imperniata sui Centri Civici, organismi che, sulla scia della felice esperienza delle Circoscrizioni e dei Centri Sociali (con l’occasione ringrazio di cuore i Presidenti dei Centri Sociali per il lavoro fatto sin qui),permetteranno di valorizzare sempre di più il Centro Storico e le frazioni.
Un legame tra cittadini ed Istituzione che si nutre dell’apporto del nostro straordinario tessuto associativo, valorizzato anche dal prezioso lavoro delle Consulte Comunali. Un legame che vede come componente essenziale il mondo del volontariato, risorsa preziosa ed inesauribile della nostra città.
C’è bisogno di lavorare tutti insieme per veicolare una più ampia idea di cittadinanza, capace di includere, all’interno di regole condivise e principi di convivenza vincolanti per tutti, vecchi e nuovi residenti.
Quella del futuro sarà sempre di più una Senigallia multiculturale e multietnica, e dovremo essere capaci di leggere questo mutamento inevitabile con come una minaccia ma piuttosto come una opportunità.
In una crisi che rischia di abbandonare a loro stessi coloro che rimangono indietro, abbiamo bisogno come Comune di poter contare su partners con i quali incontrarci attorno ai valori della solidarietà, del rispetto della dignità del’uomo, dell’accoglienza.
Un compagno di viaggio prezioso in questa direzione è senz’altro la Diocesi di Senigallia, con la quale siamo impegnati insieme in numerosi progetti che hanno come comun denominatore quello di contrastare le vecchie e le nuove povertà.
Vedo seduto con noi il Vescovo di Senigallia Monsignor Orlandoni, che ringrazio di cuore e con il quale ci ritroveremo questa sera insieme ai tanti cittadini che parteciperanno alla cena di solidarietà promossa in collaborazione con la Caritas ed alla festa di Capodanno, iniziative che ci consentiranno di trascorrere una serata all’insegna della serenità, della sobrietà e della gioia di stare insieme.
Abbiamo bisogno sempre di più di poter contare su una solida cooperazione tra tutti i livelli Istituzionali nell’interesse dei cittadini di Senigallia. Posso tranquillamente sostenere che nella nostra realtà questa feconda cooperazione inter istituzionale c’è stata e di questo ringrazio coloro che l’hanno resa possibile, in primo luogo la Senatrice Silvana Amati e il Commissario Straordinario (per noi più semplicemente il Presidente) della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande.
Voglio ringraziare anche gli ex Sindaci di Senigallia: Orciari, Galavotti.Mariani, Angeloni.
Così come c’è bisogno di continuare quella cooperazione con tutti i soggetti che compongono il sistema della sanità locale, presidi fondamentali per la piena attuazione del diritto alla salute dei cittadini pur in una stagione di pesanti tagli al settore, collaborazione che ci permette di lavorare per confermare il nostro ospedale di rete come una delle eccellenze della regione gestendo il delicato passaggio da ospedale singolo ad ospedale di rete in area vasta.
Per uscire indenni da questa tempesta abbiamo bisogno di un grande apporto da parte dell’Istituzione Comune, declinata nella più accezione più ampia, comprensiva cioè di tutte le sue articolazioni.
Penso in primo luogo al Consiglio Comunale. Saluto e ringrazio il Presidente Enzo Monachesi. Vedo qui questa mattina numerosi Consiglieri Comunali sia di maggioranza che di posizione che ringrazio. Solo una cosa vorrei sottolineare: mai come in tempo di crisi l’apporto di una assemblea elettiva può risultare prezioso, nella misura in cui questa si dimostri capace di leggere la realtà e dare risposte immediate ed adeguate.
All’interno del nostro Consiglio ci sono senz’altro risorse e competenze utili per costruire insieme la Senigallia del futuro.
Penso poi, al personale comunale, caratterizzato da donne e uomini con grandi competenze ad animati da sincero amore verso il proprio lavoro. In questo 2013 sono chiamati a mettere nel proprio servizio un ” supplemento d’anima” per garantire la coesione sociale e la tenuta economica della comunità locale. Infatti, come ho detto in una recente conferenza dei Dirigenti, l’obiettivo generale di gestione per il nuovo anno può riassumersi così:” contribuire a salvare la città.”
E poi naturalmente (da ultimi ma non certo per ultimi) c’è bisogno ancora dell’apporto appassionato della mia squadra (mai come in questo caso il termine è appropriato) la mia squadra di Giunta.
Grazie allora agli assessori Paola Curzi, Francesca Paci, Maurizio Memè, Fabrizio Volpini, Simone Ceresoni, Gennaro Campanile, Stefano Schiavoni, grazie al mio portavoce Mario Cavallari. Grazie per quello che avete fatto e grazie per quello che continuerete a fare con quello spirito di servizio e straordinario impegno che il Sindaco vi chiede, e per la passione civile che vi sono da sempre propri.

Se qualcuno mi chiedesse di scegliere due immagini da portare nel nuovo anno in segno di augurio e di speranza, non avrei dubbi.
La prima immagine che sceglierei di portare nel 2013 è quella dei venti alloggi dell’autocostruzione completati a tempo di record a Cesano, esempio della filosofia che guida i nostri qualificati interventi di pianificazione urbanistica ispirati all’idea di consumo zero del territorio e finalizzati anche a fornire una risposta al drammatico problema della casa.
Credo che in queste 20 case costruite con le proprie mani da dieci famiglie italiane e dieci famiglie straniere, oltre ad una concreta risposta al crescente problema del disagio abitativo, ci siano valori ed insegnamenti utili per affrontare nel migliore dei modi la crisi. C’è la capacità di mettersi in discussione e di immaginare ruoli e mestieri diversi rispetto a quelli ai quali avevamo sempre pensato per noi; c’è il coraggio dell’intrapresa, la forza di superare barriere architettoniche ma soprattutto culturali, la sensibilità di sentire vicini coloro che normalmente avvertiamo come lontani e c’è quell’ingegno del fare, quel sentirsi artigiani nel senso più bello e pieno della parola che rappresenta una ricchezza da valorizzare.
L’altra immagine che porterei con me nel nuovo anno è quella delle cinque imbarcazioni dell’ex cantiere navalmeccanico che prendono il largo dal porto di Senigallia dove erano rimaste ferme per ben 30 anni, traguardo raggiunto grazie alla tenacia con la quale il Comune di Senigallia si è battuto in questi anni per rimuovere quella sorta di buco nero che pesava come un macigno sui progetti di sviluppo futuro del riqulificato e bellisimo porto.
Anche questa è una vicenda che ci racconta molte cose, offre uno spaccato dell’Italia peggiore, quella della corruzione, dei veti incrociati, delle lungaggini burocratiche, ma ci restituisce anche l’Italia migliore, quella della passione civile e della determinazione; e : ci dice inoltre, che anche in un paese disorientato com’è l’Italia in questo momento, se si lavora con tenacia ed impegno per il bene comune i risultati alla fine arrivano sempre.
Ora dopo lo sgombero del cantiere dell’ex Navalmeccanico, Senigallia potrà candidarsi per ricevere una doppia bandiera blu, non solo quella delle spiagge ma anche quella per gli approdi turistici.
Tuttavia questa immagine delle barche che possono tornare nuovamente a solcare il mare può essere interpretata come una metafora. Può trasmetterci cioè l’idea che anche la nostra comunità locale, per sperare di uscire indenne dalla crisi,deve trovare il coraggio di affrontare il mare aperto, perché non esistono più i porti rassicuranti delle nostre antiche certezze a proteggerci, visto che i vecchi schemi sono cambiati per sempre.
Ecco, questo è l’augurio migliore che sento di rivolgere questa mattina a ciascuno di voi e a me stesso: avere il coraggio e l’apertura mentale per condurre la nostra città in mare aperto, confidando, per resistere alle correnti e alle tempeste, proprio sulla saldezza e coesione dell’equipaggio composto da tutti i cittadini di Senigallia e sulla loro volontà di stare insieme e di darsi aiuto reciproco in questi momenti di difficoltà.
Solo così ce la faremo ad andare avanti e solo così riusciremo un giorno ad avvistare in lontananza la Senigallia del futuro.
Buon anno a tutti voi e alle vostre famiglie.”

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