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Nel 2014 il nuovo Comune dalla fusione di Castel Colonna, Monterado e Ripe

Proposta di legge della Giunta regionale. Canzian: "Semplificazione organizzativa, scelta da appoggiare"

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Monterado-Ripe-Castelcolonna unite in Trecastelli

Tre Comuni della provincia di Ancona, con una popolazione complessiva di poco superiore a settemila abitanti, chiedono alla Regione Marche di fondersi per migliorare i servizi e incrementare gli investimenti. Sono Castel Colonna, Monterado e Ripe, i cui Consigli comunali hanno deliberato l’attivazione della procedura prevista dalla legge regionale 10/95 (Riordino dei Comuni e delle Province nelle Marche).

La Giunta regionale ha trasmesso all’Assemblea legislativa la proposta di legge che istituisce il nuovo Comune, mediante la fusione dei tre richiedenti. Negli anni scorsi, hanno già esercitato diverse funzioni e servizi in forma associata. “L’iter amministrativo prevede che la Giunta regionale trasmetta all’Assemblea legislativa una proposta di legge che verrà sottoposta a un referendum consultivo tra la popolazione coinvolta. La mancata pronuncia favorevole sul referendum comporta la decadenza della proposta di legge – spiega l’assessore agli Enti locali, Antonio Canzian – Se fosse istituito il nuovo Comune, sarebbe la prima volta, nelle Marche, che si raggiunge l’obiettivo attraverso una fusione sollecitata dalle stesse amministrazioni locali. Le motivazioni alla base della richiesta sono quelle di poter conseguire una semplificazione organizzativa, da cui deriveranno un miglioramento dell’efficienza dei servizi e maggiori opportunità di accesso a contributi economici pubblici da destinare a investimenti per lo sviluppo sociale ed economico delle collettività coinvolte. In un momento di crisi e di scarsità di risorse pubbliche, la scelta dei tre Comuni va appoggiata perché indica una strada da percorrere per consentire agli Enti locali di continuare a svolgere, al meglio, le proprie funzioni costituzionalmente garantite“.

La richiesta ha avuto un’accelerazione amministrativa per permettere l’elezione del sindaco e del Consiglio del nuovo Comune nella tornata elettorale prevista, per i tre Comuni, nel 2014. Il referendum consultivo, infatti, va indetto entro il 28 febbraio 2013 e svolto nella primavera dello stesso anno. La proposta di legge della Giunta regionale si compone di sei articoli. Prevede un arco temporale decennale nel quale il nuovo Comune concorrerà al riparto degli incentivi economici stanziati dalla Regione per la fusione fra comuni, il cui ammontare verrà quantificato con le leggi regionali di bilancio.

Commenti
Ci sono 5 commenti
Mario 2012-12-28 16:39:28
bravi! questi sono i fatti concreti di cui abbiamo tutti bisogno! spero a
che anche altri comuni seguano il vostro esempio!
paolo 2012-12-29 00:20:01
Quando si parla che le Amministrazioni devono fare il loro lavoro questo ne è l'esempio. Quando i fondi mancano e non si può più spremere il cittadino bisogna darsi da fare trovando altri rimedi; l'ottimizzazione e quindi risparmio.Un soldo risparmiato è un soldo guadagnato. Nel "brutto" come la crisi dobbiamo imparare a vedere la nostra vita in maniera diversa e soprattutto UNIRCI per superarla. BRAVI.
stefano 2012-12-30 17:39:13
Già. Ma se in almeno uno dei tre Comuni ci fosse stata una Amministrazione di colore diverso, ci sarebbe stato lo stesso fervore e spirito fraterno ( o di squadra ) nel fondersi? E poi quel "maggiori opportunità di accesso ai contributi economici pubblici" la dice lunga.
In fondo un maggior potere contrattuale fa sempre comodo, magari per riaprire una discarica o allargare un Parco Fotovoltaico da assegnare a qualche società amica.
Omar 2013-01-01 23:32:14
Fervore o non fervore, la situazione economica nazionale impone necessariamente di limitare gli sprechi, cercando nello stesso tempo di ottimizzare i servizi. Detto fuori dai denti: i comuni da 900 abitanti sono stati delle oasi felici, ma nei momenti di crisi, se si possono ridurre, i costi vanno ridotti. Nel nostro caso, le spese di tre singole amministrazioni di così modeste dimensioni possono essere facilmente assorbite da un'unica amministrazione maggiore. Tutto ciò porterebbe anche un palese miglioramento dei servizi. Pensiamo ai netturbini, il cui impiego potrebbe essere razionalizzato con maggiore efficienza. Insomma, a mio parere, gli aspetti positivi surclassano quelli negativi. Nemmeno la storia si dichiara contraria a questo matrimonio, che infatti si era già celebrato nel 1475. Siccome quella volta l'unione durò più di trecento anni, credo sia giusto dar loro una seconda chance.
stefano 2013-01-02 18:56:02
Appunto.....il 1475 (sic!!).L'era in il Castello contava ed il contado era contado. E i matrimoni si facevano tra parenti per rinsaldare il potere (pardon, il Potere)
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