Il 28 dicembre 1943 l’eccidio dei fratelli Cervi
Uno degli episodi più drammatici della Resistenza italiana
Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore. Il 28 dicembre 1943 questi uomini – tutti fratelli di età compresa tra i 22 e i 42 anni appartenenti alla famiglia Cervi – furono uccisi dai fascisti con una fucilazione di massa avvenuta nel poligono di tiro di Reggio Emilia.
Una delle pagine più tristi e note di un drammatico periodo storico. La famiglia Cervi fu colpita non a caso: già dall’inizio della Seconda Guerra mondiale questa si era infatti segnalata tra le più attive nel contrastare il fascismo, partecipando poi alla Resistenza anche offrendo ospitalità a numerosi partigiani scampati ai nazifascisti in Emilia e non solo.
Catturati dopo uno scontro a fuoco, i sette fratelli vennero fucilati per rappresaglia su decisione del Tribunale speciale di Reggio Emilia: soltanto due anni dopo al padre Alcide – in precedenza in carcere e per questo informato in ritardo della morte dei figli – fu concesso di organizzare un degno funerale.
Alcide Cervi, partigiano a sua volta, morì nel 1970 a 95 anni: a dargli l’addio giunsero circa 200 mila persone.
La vicenda ha ispirato numerose canzoni e un film, a lungo boicottato dalla censura, interpretato tra gli altri da Gian Maria Volontè, Riccardo Cucciolla e Serge Reggiani.
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