Bando per disoccupati: la Cgil Senigallia riceve i manifestanti di Precari United
Ad attendere gli attivisti c'è anche la polizia, ma la protesta diventa occasione di dialogo - FOTO
Seconda tappa per la serie di manifestazioni di Precari United e Arvultùra in merito al bando comunale contro la disoccupazione. Bando che non è ancora stato pubblicato per non meglio precisati “approfondimenti” richiesti da Comune e sindacati, su cui i giovani attivisti dei collettivi senigalliesi vogliono vederci chiaro, chiamando in causa, questa volta senza letame, la Cgil.
E così, dopo i fatti di sabato 15 dicembre presso la sede della Cisl di viale Leopardi, questa volta ad attendere precari e disoccupati c’era anche la Polizia, anche se l’intento degli attivisti era tutt’altro: non quello di invadere la sede, non quello di gettare rifiuti, ma solo di parlare, chiedere e, soprattutto – senza equivoci e fraintendimenti – ottenere risposte che finora mancavano. Prima fra tutte, quella su che fine abbia fatto il bando che doveva uscire a settembre 2012.
Spiegato l’intento della manifestazione iniziata sotto la sede della Cgil di piazza La Marmora, una “delegazione” di due manifestanti è stata ricevuta dal segretario cittadino Mohammed El Hasani, che ha fissato subito dei paletti per l’incontro: la stigmatizzazione di ogni forma di prepotenza – come accaduto ai danni dei colleghi della Cisl – e il muoversi per migliorare il bando comunale all’interno della legge, su cui né la Cgil né il Comune hanno voce in capitolo.
E fissati i paletti, ecco le richieste, le proposte per sciogliere quei nodi del precedente bando, al momento una delle poche politiche di welfare comunale – secondo Nicola Mancini, attivista di Precari United – : innanzitutto, che fine ha fatto il bando in programma per settembre; poi è stato richiesto di non fare affidamento sui soli criteri della residenza, dell’Isee o su dettagli come il possesso della patente, che potrebbero solo discriminare alcuni disoccupati escludendoli dal bando.
E ancora: includere tra le prestazioni anche quelle forme di collaborazione (o disoccupazione) “intellettuale”; non dividere in graduatorie diverse i vari soggetti richiedenti; e, soprattutto, aprire un dibattito pubblico, sulle modalità e sui requisiti del bando, ma – in generale – anche sul bilancio cittadino. Perché “a decidere – ribadisce Mancini – non siano sempre i soliti chiusi in due o tre stanze, ma tutti insieme prendendosi ognuno le responsabilità in pubblico. Cosa che tra l’altro ridurrebbe sicuramente le tensioni sociali presenti nel tessuto cittadino”.
Ampia disponibilità è stata data dalla Cgil a discutere delle migliorie proposte dal collettivo Precari United. Per prima cosa deve ancora essere visionato il progetto relativo alla seconda parte del bando 2012 che da settembre è slittato a fine dicembre. Attraverso un assestamento di bilancio sembrava fosse sparita parte dei circa 67.000 euro destinati al progetto di inclusione lavorativa per disoccupati, ma il segretario Cgil El Hasani ha avuto a metà novembre rassicurazioni sul fatto che la seconda tranche del bando 2012 uscirà.
Ma oltre a questa rassicurazione, altre non ve ne sono per il futuro. Innanzitutto si può discutere sui requisiti dei soggetti che posssono partecipare, ma rimane il fatto che le risorse, sempre minori, non permettono, al momento previsioni a lungo termine.
La manifestazione, risoltasi in un incontro tra sindacato e collettivo, ha permesso di far ripartire un po’ di dialogo che finora era mancato e da cui erano sorti anche equivoci. Ora la “palla” è nuovamente nelle mani dell’Amministrazione comunale che dovrebbe far pervenire subito dopo Natale una bozza di progetto alle sigle sindacali per l’approvazione.
E già questa, di per sé, è un’ottima notizia per i precari, united e non.
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