C’è anche un senigalliese tra gli otto indagati per usura ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso nell’ambito di un’operazione dei Carabinieri partita nel 2008. M.R., queste le iniziali dell’uomo che dovrà comparire in aula per una nuova seduta dell’udienza preliminare rinviata da giovedì 20 dicembre al 25 febbraio 2013, avrebbe agevolato l’azione di alcuni esponenti affiliati ad un clan camorristico napoletano che sono accusati di aver prestato soldi ad interessi elevati e poi di averli pretesi indietro tramite estorsione e minacce.

L’operazione dei Carabinieri, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, avrebbe portato alla luce già quattro anni fa il tentativo d’infiltrazione nel territorio locale di affiliati alla famiglia dei Piccirillo – anche se potrebbe risalire addirittura al 2006 -, con “sede” in pieno centro storico e sul lungomare Italia, a Marzocca di Senigallia. Ma oltre alle intercettazioni, in questo caso sarebbe stato utile anche l’aiuto di un pentito, parente di due degli indagati, che avrebbe rivelato in via confidenziale il progetto messo in atto di ottenere indietro, proprio attraverso tassi di interesse elevatissimi, le stesse attività per cui i commercianti della spiaggia di velluto avevano chiesto prestiti.

Ma, precisa l’avvocato Stefano Drago che difende il 38enne M.R., l’uomo sarebbe finito in questo filone d’indagini solo per una coincidenza: un prestito ad un conoscente poi restituito senza commettere illecito. Semplicemente per restituire i soldi a M.R., l’altra persona avrebbe chiesto denaro ai Piccirillo, coinvolgendo in questo modo il senigalliese nelle indagini su cui la Procura di Ancona deve far luce.