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Il traffico di un potente stupefacente dietro l’arresto del pizzaiolo di Senigallia

I Carabinieri hanno interrotto il canale dall'India, sembra però che fosse un corriere isolato

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Stupefacenti, denaro e strumenti sequestrati

Circa otto mesi di indagini e pedinamenti per costruire l’arresto portato a termine nel primo pomeriggio del 14 dicembre, quando i Carabinieri di Senigallia sono entrati in casa del pizzaiolo 48enne che, appena tornato dal suo ennesimo viaggio in India, era intento a “recuperare” gli stupefacenti che aveva importato.

Giuseppe Arzillo, questo il nome dell’arrestato, si trovava nel casolare di Filetto di Senigallia in cui abitava e aveva con sè quattro panetti da 100 grammi di hashish e 74 ovuli contenenti in tutto 370 grammi di charas, una variante dell’hashish, più potente e più pregiata di questo.

Mentre il “fumo”, durante il volo dallo stato indiano di Goa verso l’Italia, era stato nascosto nei bagagli dell’uomo, gli ovuli avevano viaggiato nel corpo di Arzillo, che li aveva ingurgitati e li aveva evacuati poco prima che i militari, fingendosi uomini dell’Agenzia delle Entrate, facessero irruzione nella sua abitazione, immobilizzandolo.

Il pizzaiolo aveva da subito indicato ai Carabinieri i panetti di hashish, ma ha quasi subito ceduto rivelando anche la presenza di un secchio con all’interno gli ovuli con il charas, che egli sperava di non far trovare.

“Il charas ha effetti di gran lunga superiori all’hashish – spiega il Capitano Lorenzo Marinaccio – lasciando in chi lo assume, per via orale o fumandolo, un prolungato senso di estasi. Questo stupefacente in India viene smerciato anche negli ambiti ‘spirituali’ che si rifanno a santoni o presunti tali. Il charas ha sulle piazze dello spaccio un valore considerevole: se l’hashish è ceduto a 10/20 Euro al grammo, questo arriva anche a 30/50 Euro, a seconda dell’offerta disponibile”.

Ovvio che l’uomo arrestato a Senigallia avesse particolare premura di preservare lo stupefacente, consegnando subito ai militari quello meno pregiato. Ma i Carabinieri sapevano quello che stavano cercando e sono giunti al sequestro di stupefacenti per circa 30.000 Euro, oltre a contanti, telefonini, computer e bilancini.

Giuseppe Arzillo sembra però che non facesse parte di un’organizzazione più estesa: era infatti sempre e solo lui che quattro volte l’anno si recava in India e tornava con il suo “carico” da piazzare sul mercato senigalliese. Oltretutto pare non sentisse neppure il “fiato sul collo“, visto che dopo poche ore dal suo rientro sul territorio italiano si trovava già in casa sua con quasi otto etti di sostanze, o forse più, dato che potrebbe averne vendute un certo quantitativo anche prima dell’arresto.

Ora per Arzillo si prospetta una lunga permanenza in carcere, sia per la pesante accusa di traffico internazionale di sostanze stupenfacenti, oltre alla detenzione ai fini di spaccio e alla resistenza a pubblico ufficiale, sia per il fatto che il soggetto è recidivo proprio per questi capi di accusa. Rischia fino a 15 anni.

Capitano Lorenzo Marinaccio, Comandante Carabinieri SenigalliaI Carabinieri mostrano stupefacenti, denaro e strumenti sequestratiArresto traffico internazionale di droga

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