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Voucher e tirocini per disoccupati, per il Comune di Senigallia “vanno ripensati”

Sul dilatarsi dei tempi: "Iniziativa sperimentale che ha bisogno di ulteriori approfondimenti"

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Blitz di 'Precari United' all'assessorato ai servizi alla persona

In merito alle misure di sostegno ai disoccupati, attivate dalla Amministrazione comunale con le risorse di un fondo appositamente concertato con CGIL CISL e UIL, il cosiddetto Fondo di Solidarietà, è necessario fornire alcune precisazioni.

Il Fondo di Solidarietà è stato istituito per la prima volta nel Bilancio di previsione 2010, grazie all’accordo sottoscritto con le organizzazioni sindacali, con l’obiettivo di destinare risorse finanziarie ad interventi finalizzati ad alleviare la situazione dei cittadini senigalliesi rimasti privi di lavoro a causa della crisi economica.

Si è trattato di una iniziativa assolutamente innovativa, a carattere sperimentale e, pertanto, da monitorare attentamente in corso d’opera onde approntare i correttivi del caso.

La scelta delle iniziative da adottare e la predisposizione dei relativi progetti è stata effettuata, nel rispetto delle modalità partecipative che caratterizzano la gestione dei Servizi Sociali senigalliesi, di concerto con il Centro per l’Impiego, l’Orientamento e la Formazione di Senigallia, le Organizzazioni Sindacali, la Caritas e alcune associazioni di volontariato.

Nel tempo le risorse destinate annualmente al Fondo di Solidarietà sono sensibilmente aumentate (dai 150.000 € del 2010 ai 250.000 € del 2012) e la modalità di utilizzo delle stesse ha subito alcuni cambiamenti, valutati e decisi con le modalità partecipative di cui sopra.

In particolare alla formula del tirocinio formativo e di orientamento con corresponsione di borsa-lavoro si è aggiunta anche quella del lavoro accessorio retribuito mediante buoni-lavoro (voucher) e sono stati ampliati gli ambiti di attività comunale nei quali è possibile prestare servizio.
Tali modifiche sono state ispirate dalla volontà di coniugare nel miglior modo possibile attitudini e caratteristiche professionali dei potenziali beneficiari e opportunità di prestare, all’interno dell’organizzazione “Comune”, un servizio effettivamente utile alla collettività e hanno dovuto anche tenere conto dei cambiamenti intervenuti nella normativa in materia.

Nel corso del 2012 l’Amministrazione Comunale ha valutato che, in seguito al perdurare e all’evolversi della crisi, che dal manifatturiero si è via via estesa a tutti i settori economici, compresi i servizi, fosse necessario ripensare alla attuale formulazione dei bandi in modo tale da poter dare risposte anche al fenomeno della disoccupazione intellettuale.

Questa valutazione si è tradotta in una proposta che, con la consueta modalità partecipativa è stata esaminata, in un primo incontro, con il Centro per l’Impiego e con i Sindacati. Il confronto avvenuto in tale occasione ha suggerito l’opportunità di effettuare ulteriori approfondimenti. Se infatti l’esigenza di “intercettare” anche la disoccupazione intellettuale è stata condivisa dal tavolo, altrettanto non è avvenuto a proposito della forma da dare al nuovo bando. Questo ha comportato, inevitabilmente, un dilatarsi dei tempi.

Quello che qui interessa ribadire è che, in un momento di drammatica difficoltà quale è quello attuale, è più importante che mai costruire percorsi condivisi perché solo con l’apporto di esperienza e competenza dei diversi attori, è possibile elaborare soluzioni di qualità, capaci di dare risposte adeguate ai bisogni della cittadinanza.

Quando si sceglie in modo consapevole e convinto il metodo del confronto e della partecipazione si deve mettere in conto la possibilità che emergano posizioni diverse e ci si deve fare carico di arrivare ad una sintesi nella quale tutti possano ritrovarsi e riconoscersi. Questo metodo ha consentito ora, così come negli anni passati il raggiungimento di ottimi risultati nella costruzione del sistema di welfare locale, risultati di cui la città può andare fiera e per i quali ringrazia tutti i soggetti che vi hanno preso parte.

In questa prospettiva deve essere respinto con fermezza ogni tentativo di far emergere contrasti e contrapposizioni là dove vi è stato solo un confronto sereno e costruttivo, ingrediente indispensabile ad una partecipazione che non sia di facciata.

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