Direttiva Bolkestein: passa la mini-proroga di 5 anni, bagnini in stato di agitazione
Bocciata dalla Ue l'idea di prorogare di 30 anni le concessioni balneari
Ha il sapore del contentino la proroga delle concessioni demaniali marittime, 5 anni, dal 2015 al 2020. Un’inezia rispetto ai 30 anni richiesti in precedenza dai relatori al provvedimento. A deciderlo è stata, nella giornata del 4 dicembre, la Commissione di Bilancio del Senato .
Prosegue lo stato di agitazione da parte dei bagnini che solo nelle Marche, contano circa 2000 imprese e 15mila addetti diretti. Di fronte al nodo spiagge, il governo ha dovuto tenere conto anche del parere della Commissione Europea, contraria alla proroga e a favore di un’asta pubblica.
L’Ue boccia l’idea, inserita nell’ultima versione del decreto sviluppo, di prorogare di 30 anni le concessioni balneari. “Un rinnovo automatico di 30 anni non sarebbe compatibile con quanto prevede il diritto comunitario” ha detto infatti ieri Stefaan De Rynck, portavoce del commissario Ue per il mercato unico Michel Barnier. “Le concessioni degli stabilimenti balneari – ha spiegato – dovrebbero essere accordate per un periodo di tempo appropriato e limitato e non dovrebbero essere aperte a rinnovi automatici né dare alcun altro tipo di vantaggio al gestore la cui autorizzazione è scaduta“.
Il Sib, il principale sindacato dei bagnini, ha fatto sapere che la mini-proroga non soddisfa. La speranza è che i 5 anni di proroga per le imprese diano il tempo necessario al prossimo esecutivo di continuare il braccio di ferro con Bruxelles allo scopo di esonerare una volta per tutte le imprese balneari dall’applicazione della Bolkestein.
Infatti questa dichiarazione contrasta con quanto più volte dichiarato dallo stesso Commissario al Mercato interno Barnier sulla disponibilità e la collaborazione dei suoi uffici, con il Governo italiano, per ”un congruo periodo transitorio” da assicurare alle imprese esistenti che potrebbero essere danneggiate dall’applicazione della direttiva servizi (dalla lettera del 20 settembre 2010 al Vice Presidente del Parlamento europeo on. Pittella in poi).
E’ evidente la disparità di trattamento fra le imprese turistiche italiane con quelle operanti negli altri Paesi europei che hanno una durata ben più lunga dei sei anni concessi in Italia (in Portogallo 75 anni, in Spagna 30 anni, in Croazia sino a 99 anni, ecc.) così come è evidente il rischio di contenzioso per il venir meno di istituti giuridici quali il diritto di insistenza sui quali le imprese italiane hanno sin qui fatto affidamento.
Ma ciò che rende davvero sconcertante e intollerabile la dichiarazione del portavoce De Rynck è che, a distanza di ben quattro mesi dal suo annuncio, nessuna dichiarazione di contrarietà è stata fatta dal Commissario Barnier su un analogo progetto di legge, il n. 12100029, che il Governo spagnolo ha varato, che il Parlamento di quel Paese sta approvando e che dispone una proroga (addirittura di 45 anni) per le concessioni demaniali marittime iberiche esistenti.
Anzi su tale progetto di legge la Commissaria europea alla giustizia Viviane Reding si è dichiarata favorevole ponendo l’accento sulla necessità di tutelare la “certezza giuridica per i cittadini e le imprese” (comunicato stampa del 3 agosto 2012).
A questo punto è opportuno che la Commissione europea, prima di avventurarsi in dichiarazioni sconcertanti, chiarisca se i diritti che si intendono tutelare per le imprese spagnole non possano essere garantite anche a quelle italiane e se l’elementare principio di civiltà giuridica della certezza del diritto e del legittimo affidamento valga solo per la Spagna e non per l’Italia.
Una domanda: qualcuno sa spiegarmi tutto questo attaccamento a delle concessioni balneari che, al netto delle tasse, portano in tasca al bagnino sì e no 500 € al mese?
Semplicemente è che i numeri non sono questi ma di fran lunga superiore ma questo non si può dire
Numeri alla mano, il problema sociale ce l'hanno i bagnini se continuano a fare i bagnini.
Vorrei vedere che faccia farebbero gli illustri politici, quelli che hanno accettato queste nuove normative europee, se venissero privati della possibilità di lavorare. Anche se il reddito del bagnino, dati alla mano non è sufficiente a sopravvivere, restano comunque circa otto mesi disponibili per fare altro. Se la tassa dovuta al demanio per l'utilizzo delle spiagge non è sufficiente, basta adeguarla in accordo coi bagnini stessi. Stesso ragionamento vale per i venditori ambulanti. Se questi ultimi verranno privati della licenza, che faranno? Inoltre se le licenze venissero riassegnate mediante aste al rialzo quale beneficio ne avrebbero i consumatori? Oggi i mercatini rionali sono in equilibrio per cui ci sono sufficienti venditori di frutta, abbigliamento ecc. ognuno col suo articolo e col suo genere, se le licenze venissero riassegnate col criterio dell'asta al rialzo che mercati rionali avremmo?? Alla faccia della ricerca della competitività dei miei stivali!!!
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