Bocciata nelle Marche l’ordinanza ‘Affama randagi’: il Tar dice no
Accolto il ricorso della Lega per l'Abolizione della Caccia: il provvedimento sarebbe anticostituzionale
Nelle Marche non si potrà vietare di dare da mangiare agli animali randagi. E’ questa la sentenza pronunciata dal Tar delle Marche lo scorso 23 novembre in base ad un ricorso presentato dalla LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia).
La questione era nata a causa di un’ordinanza comunale entrata in vigore a Monte Cavallo. Nel suddetto comune era in vigore il divieto di offrire alimenti agli animali randagi e in particolare riguardava il dar da mangiare ai randagi mediante l’uso di contenitori.
Secondo i Giudici Amministrativi, che hanno accolto il ricorso della LAC contro l’Ordinanza comunale, il provvedimento sarebbe anticostituzionale. Già il Consiglio di Stato, infatti, in sede consultiva (Sez, III, parere 16.9.1997 n. 883), su un ricorso straordinario al Capo dello Stato aveva stabilito che nessuna norma di legge dispone il divieto di alimentare gli animali randagi nei luoghi in cui trovano rifugio. Inoltre, il divieto di offrire alimenti agli animali randagi è apparso in contrasto con la legge nazionale (281/91) dettata a prevenzione del randagismo e a tutela degli animali d’affezione.
Ancora più bizzarro secondo il Tar Marche il cavillo comunale riguardante il divieto di ‘dar da mangiare ai randagi mediante l’uso di contenitori‘ in quanto, non indicando in alcun modo la modalità alternativa per nutrire gli animali “si rischiava di instaurare conseguenze potenzialmente paradossali e controproducenti, come ad esempio incoraggiare la somministrazione degli alimenti in maniera altresì nociva per l’igiene urbana.”
Se si tratta di gatti, spero che questo sia di monito a qualche mio concittadino o amministratore di condominio che impone divieti di dare da mangiare ai randagi.
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