“I colori del mondo” la nuova lingua del pluralismo culturale?
Presentata la mostra dell'associazione ACADS (Associazione Culturale Arancio Donna Subsahariana)
E’ stata inaugurata lunedì 19 e resterà aperta, con ingresso gratuito e orario 17 – 20, nei locali dell’EXPO ai Giardini della Rocca di Senigallia, fino al 27 novembre, la mostra di pittura di artisti stranieri, residenti nel nostro Paese. L’eposizione è stata inaugurata dalla “missionaria laica”, come qualcuno l’ha giustamente definita, la dott.ssa nonchè consigliere comunale, Margherita Angeletti. Tra i numerosi intervenuti al vernissage, la Sen. Silvana Amati, la Segretaria del PD cittadino Avv. Elisabetta Allegrezza, il consigliere comunale Simonetta Bucari.
Difficile è formulare critiche o dispensare elogi per chi – come chi scrive – è solamente un amante di quest’arte, ma non è di certo un critico. Però credo di poter consigliare che andrebbe visitata, perché da questi quadri emana un qualche cosa di diverso, una sensazione più intensa che non sia solo l’arte espressa sulle tele, o i soliti profumi che le vernici e gli oli emanano. Sarà per il luogo adatto a tali eventi, sarà per i visi esotici che ti osservano mentre tu osservi i loro lavori, sarà perché è facile iniziare un colloquio con gli artisti, farsi spiegare, raccontare le loro esperienze sia di vita che artistiche. Come del resto ho fatto io con Mortalla Seck, senegalese, quando davanti ai suoi quadri mi ha raccontato da dove aveva preso spunto per i suoi tre lavori lì presenti: spunti che lui ha definito “Boschi Sacri” ed a cui vanno legate tutte le storie che sarebbero qui lunghe da raccontare e da spiegare.
Breve l’introduzione della Dr.ssa Angeletti, ma intensa e sentita, che parte da un passo del 17 canto del Paradiso di Dante: “Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente, e questo è quello strale che l’arco dell’esilio pria saetta. Tu proverai si come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e salire per l’altrui scale“, per terminare poi, con una poesia di Erri de Luca: “Abbiamo amato l’Odissea, Mobi Dick, Robinson Crosue, i viaggi di Sinbdad e di Conrad, siamo stati dalla parte dei corsari e dei rivoluzionari, cosa ci fa difetto per non stare con gli acrobati di oggi, saltatori di fili spinati e di deserti, accatastati in viaggio nelle camere a gas delle stive, in celle frigorifere, legati ai semiassi di autocarri? Cosa ci manca per un applauso in cuore, per un caffè corretto al portatore di suo padre in spalla e di suo figlio in braccio portato via dalle città di Troia svuotate dalle fiamme? Benedetto il viaggio di chi vi porta, il Mare Rosso che vi lascia uscire, l’onore che ci fate bussando alla finestra“.
Tra i passi più sentiti del suo intervento ho scelto questi: “L’associazione ACADS di cui ho l’onore di fare parte, è un esempio di intercultura, in cui donne di varie nazionalità, sono rappresentati i vari continenti, fanno parte di essa donne africane, asiatiche, europee ed americane, tutte con un unico fine, quello dell’integrazione attraverso corsi di italiano, corsi di cucito, di cucina, corsi di preparazione al lavoro di badante e attraverso l’importante opera della mediazione culturale. E così è nata la mostra di pittura dedicata agli artisti stranieri con il patrocinio del Comune di Senigallia, comune che fa dell’integrazione un suo fiore all’occhiello, fa parte del Network delle città interculturali, punto di riferimento per condividere il dialogo interculturale…“.
Ed ancora: “Esiste una pittura che è del viaggio, di una andata spesso senza un ritorno al proprio paese di origine. Il senso della mostra di pittori migranti sta nel desiderio di contribuire alle costruzione di incontri e scambi tra visioni diverse del mondo. I pittori che espongono in questa mostra non ci regalano solo l’esotico, desideri, aspettative che non conosciamo, si tratta di pittori che vivono in Italia e che dipingono in italiano per un’arte che non si serve di parole e suoni diversi. Dipingono la loro migrazione e la loro visione del nostro mondo, duplice ricchezza per noi che vediamo e che da loro apprendiamo. La pittura di questi migranti porta immagini negli occhi di chi quel viaggio non l’ha fatto, ma l’ha accolto e di chi con quel viaggio si è scontrato…“.
Questi i nomi degli artisti, postati senza seguire un ordine preciso, che espongono le loro opere: Daniela Rusei Rumena, Peter Cunnington, Irina Sichinava, Mimosa Hametai, Timur Mambet, Eduard Mazio, Natalia, Mortalla Seck.
E alcuni dei paesi di provenienza: Senegal, Caucaso, Cecenia, inghilterra, ecc.
Alla conclusione del suo intervento, la Dr.ssa Angeletti ha voluto partecipare ai presenti quello che sarà il viaggio che andrà ad intraprendere tra pochi giorni, cogliendo così l’occasione per presentare anche i suoi compagni di questa nuova esperienza: Massimo Fanelli e Monica Olioso. Un viaggio non certo di rilassante piacere in terre esotiche, ma del piacere che si prova nel donare cose oltretutto indispensabili, a volte anche per la sopravvivenza.
Infatti, nel corso di questo loro “peregrinaggio” in Sierra Leone, l’obiettivo è quello di impiantare organizzativamente e concretamente un funzionale ambulatorio medico in uno dei sperduti villaggi di quel Paese. E questo sarà possibile e realizzabile grazie agli aiuti dell’associazione “Compagni di Jeneba” di cui tutti e tre fanno parte.
Cosa per cui ci sentiamo di rivolgere a questi amici, un sincero augurio di buon viaggio unitamente ad un grande in bocca al lupo per il lavoro che andrete a svolgere.
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