Quella scommessa vinta sullo sgombero del Navalmeccanico a Senigallia
Cronaca di una vicenda all'italiana e di un "monumento alla ruggine" che ormai crea nostalgia
Oggi è un giorno triste. Le Navi dell’ex-Navalmeccanico hanno preso l’acqua (e anche un pezzo di banchina demolendola). Per chi come me è cresciuto nel Rione Porto, a poche centinaia di metri da lì, è come se prendesse il largo la Rotonda o iniziasse a veleggiare verso altri lidi la Rocca di Senigallia. Le Navi sono un monumento al pari del Monc’ in Piazza e della Fonte dei Leoni. E tutti noi che ormai da troppi anni sentiamo dire che prima o poi qualcuno se le porterà via ora ci sentiamo un po’ più soli, senza quel monumento alla ruggine.
E come me non ci credeva nemmeno il mio amico Francesco Buontempi, che tutti conoscono come il “Bont“, che le navi sarebbero scivolate giù dentro l’acqua del porto a Ponente.
Infatti, tempo fa, dialogando con l’Assessore Gennaro Campanile sull’argomento, aveva sollevato più di una perplessità riguardo alla rapida messa in acqua dei pescherecci: “Ass’ssor nun m’fa rid dai. Ch’l barc enn malì da trent’anni e starann malì n’antra trenta o quaranta. Enn l’solit robb a l’italiana…”
L’assessore senigal-partenopeo aveva ostentato sicurezza e baldanza. “Uè guagliò stai tranquillo. Se ti dico che saranno varate entro fine anno devi credermi…”
Ma Bont era scettico. “Sta a s’ntì ass’ssor. Io so cunvint ch’ anch stavolta sarà na gran straginarella… Sai co t’digg… voi fa na scummessa. Si l’barc tocc’n l’acqua entra st’ann t’argal na foto d’quell ch’fo io ma te e mal Sind’c sal ciuff….”
Il furbo Campanile ha fiutato l’affare. Conoscendo l’arte di Bont e il fatto suo ha stretto energicamente la mano al valente fotografo e gli ha dato le due solite badilate sulle scapole per rafforzare la stretta di mano (Bont dopo le due pacche sulle spalle è stato ricoverato al locale pronto soccorso ed è stato giudicato guaribile in 40 giorni).
Questa mattina è successo il miracolo. Le navi sono scivolate in acqua e hanno preso il mare (dopo aver sfasciato mezzo porto.)
Il proverbio dice che “Ogni promessa è un debito“, ma noi che siamo cresciuti nei peggiori bar di Senigallia siamo soliti cambiare il proverbio in “Ogni scommessa è un debito“. Uno che avvelena la suocera può essere perdonato, ma chi non paga scommesse e debiti di gioco sarebbe costretto a cambiare comune, provincia e forse regione.
Ecco quindi che dopo poche ore dal varo il nostro Bont ha preso sottobraccio una delle sue meravigliose foto delle Navi e l’ha portata personalmente al Primo Cittadino e all’Assessore presso gli uffici comunali come documenta la foto in allegato.
Grande Bont, sono contento per te anche se senza le Navi mi sento un po’ più solo.
Sono disperata. Non sarà uguale dire all'ombra scura e spettrale del moscone. Chi può fermare il cambiamento? Nessuno. La memoria sfumerà in nostalgia e potremo dire "io c'ero", sperando di essere creduti.
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