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Senigallia, deserta l’asta per la sede della Bic alla Cesanella

Predisposta una seconda asta per reperire i 2.220.000 euro necessari per il bilancio di previsione del 2013

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Soldi, euro, banconote, monete

Nessuna offerta e pervenuta all’amministrazione di Senigallia per lo stabile della Bic situato alla Cesanella in via Cimabue. Il comune sta predisponendo una seconda asta per reperire i 2220.000 euro necessari per il bilancio di previsione del 2013.

I liquidi ricavati dalla vendita dello stabile andrebbero a tamponare una parte dei tagli previsti per il 2013. La giunta intanto ha approvato l’assestamento del bilancio 2012 che passerà in commissione il 20 novembre.

Non è la prima volta che l’amministarzione si affida alle aste delle sue proprietà per cercare di risanare il bilancio: Hotel Marche è stato messo all’asta per 3 volte senza che nessuna offerta reale fu presentata. Altri stabili invece appartenenti al comune, sono stati venduti negli ultimi anni allo scopo di rimpinguare le casse comunali: l’ex abitazione del custode Opafs, saltata agli onori della cronaca per l’occupazione da parte dei giovani del collettivo Arvultura e l’ex scuola materna di San Silvestro.

L’obiettivo è quello di far quadrere i conti dopo il buco da 1400.000 euro causato dalle mancate entrate dellatassa di soggiorno, molto più basse rispetto le previsioni. Intanto 1400.000 euro sono stati svincolati dal patto di stabilità regionale: con questi soldi, almeno sulla carta, l’amministrazione potrebbe far quadrare il bilancio.

Commenti
Ci sono 3 commenti
Gio 2012-11-18 09:18:26
Non semo messi bene
Quando si vendono i gioielli di famiglia siamo alla frutta

E chi può comperare fa cartello
Altro cheil valore di mercato
Se va bene si dovrà svendere
Se va bene si incassera un 20% rispetto al valore di messa in asta
Gio 2012-11-18 09:31:13
Incauto commento
Ho proseguito la lettura con allagato e mi si sono chiarite molte cose
O. Manni
Paul Manoni 2012-11-18 15:49:15
Io invece @Gio, sono molto favorevole a vendere quei "gioielli di famiglia". Soprattutto perchè sostanzialmente, per buona parte delle volte, non si tratta affatto di "gioielli", ma di ruderi, edifici pericolanti, bisognosi di costose ristrutturazioni e manutenzioni, che lo Stato logicamente non può permettersi, a differenza di un privato, che ne sappia fare buon uso o un'uso migliore dell'abbandono. Così come sono infatti, molti edifici costano un sacco di soldi, anche solo per il loro mantenimento. Vecchie caserme dismesse, palazzi abbandonati o spazi immensi inutilizzati, sono disseminati per tutto il territorio nazionale. Occorre fare qualcosa, e dove con le proprie forze, lo Stato non è capace di ridare splendore ed utilità a questi edifici, venderli al miglior offerente, quando c'è, è la soluzione più opportuna.
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