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“In piazza per i diritti civili”: sit-in e corteo del Collettivo Studentesco di Senigallia

"Non avere paura di chi ama - no omofobia", studenti aprono il dialogo - FOTO

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Corteo anti-omofobia a Senigallia

Si è svolto nel pomeriggio di sabato 10 novembre il sit-in per i diritti civili in Piazza Roma organizzato dal Collettivo Studentesco Diaz di Senigallia. Numerosi giovani e cittadini si sono incontrati in centro città “per difendere i diritti di tutta la cittadinanza e in particolare di coloro che desiderano convivere con una persona dello stesso sesso”.

“Non avere paura di chi ama – no omofobia” la scritta su uno striscione che ha fatto da sfondo agli interventi in piazza da parte del Collettivo Studentesco che ha lanciato il dialogo su un “tema affatto secondario. Ci sembra doveroso dimostrare che la nostra città non è disposta ad accettare le dichiarazioni fatte da Fiamma Tricolore nei confronti dell’apertura del registro per le unioni civili”.

Sit-in anti-omofobia a SenigalliaLa manifestazione si è conclusa con un corteo lungo il corso II Giugno, che dopo esser passato per Piazza Saffi si è concluso con l’affissione dello striscione a fianco della Chiesa di San Martino.

Hanno partecipato al sit-in, intervendo anche al microfono, l‘Arcigay Senigallia, il Collettivo di genere Eterotopia e lo Spazio autogestito Arvultùra.

Commenti
Ci sono 12 commenti
O. Manni
Paul Manoni 2012-11-11 21:26:52
La cosa più bella del corteo di ieri, è stata la presenza partecipata di tante persone, e tra questi, una percentuale altissima di giovani. Un segnale forte da leggere in chiave di un futuro riconoscimento dei diritti civili degli omosessuali, da parte delle istituzioni. Una'altro segnale degno di nota, sono state le reazioni di tutti i cittadini che non partecipavano al corteo, ma che in alcuni casi, hanno anche applaudito al suo passaggio. La politica tutta, locale e nazionale, quella abituata a mantenere e consolidare i privilegi delle istituzioni religiose che con la loro propaganda discriminatoria nei confornti degli omosessuali, e con il loro "lobbysmo", sono colpevoli del vuoto normativo in merito al riconoscimento dei matrimoni gay, dovrebbe ben prendere nota di tutti questi segnali, anzichè girarsi dall'altra parte. Un monito, quello della piazza che reclama DIRITTI, che non può più essere ignorato.
Michele 2012-11-11 23:15:06
Non capisco la frase " in particolare di coloro che desiderano convivere con una persona dello stesso sesso " ma perchè quelle di sesso diverso contano meno?
Melgaco 2012-11-12 01:19:48
Questi dicono che hanno "lanciato un dialogo" e una riga dopo che "non sono disposti ad accettare". Schizofrenia.
Pasquale Torino 2012-11-12 05:54:05
Grandi ragazzi/e....per la Fiamma Tricolore non ho parole pensavo fossero estinti
O. Manni
Paul Manoni 2012-11-12 12:36:41
@Michele, la frase che hai riportaro e che non hai colto, dovresti rileggere tutta. "PER DIFENDERE I DIRITTI DI TUTTA (!) LA CITTADINANZA, in particolare di coloro che desiderano convivere com ina persona dello stesso sesso". A prescindere, si tratta di un articolo di giornale. Se fossi stato presente, avresti capito benissimo cosa chiedono questi ragazzi, e la societa tutta.
Galuco Glaucoma 2012-11-12 12:46:51
Pasquale..purtroppo non sono estitni ..come purtroppo non sono esitni quelli di estrema sx (attivi nei vari collettivi...personalmente non ho mai accettato l'estrema dx e l'estrema sx)
O. Manni
Paul Manoni 2012-11-12 13:13:02
@Melgaco, io posso anche capire i tuoi limiti, derivanti da una scarsa confidenza con la "piazza", ma il tempo del "dialogo" é bello passato da un pezzo, no? Questo tempo per il dialogo - come se davvero ci dovesse essere un dialogo per concedere dei dei diritti a degli individui, in un paese che aspira a dirsi civile - era gia scaduto ai tempi dei DICO, del governo Prodi. Governo che guardacaso cadde anche a causa della contrarietà del partito cattotalebano UDEUR di Mastella, in merito. Quante decine di anni devono ancora passare, perché dei cittadini possano accedere agli stessi DIRITTI, di tutti gli altri cittadini??? Quanto devono ancora "dialogare" la societa civile e la politica marcia che ci ritroviamo??? A questo punto, si farebbe prima a cancellare l'art. 3 della Costituzione sul Principio di Uguaglianza, e dire apertamente che nel nostro paese, esistono cittadini di serie A, e cittadini di serie B, no?! Ecco, se dei ragazzi stanno scegliendo di manifestare per queste istanze, significa che hanno finiro le parole per il dialogo, e dalle istituzioni vogliono SOLO I FATTI.
Melgaco 2012-11-12 14:39:19
I diritti in quanto persone ce li hanno già. Come tutti. Basta essere cittadini.
Il resto, più che diritti, le chiamerei pretese.
Michele 2012-11-12 19:38:25
Strano perchè la distinzione tra cittadini di serie A e B mi pare che già c'è.
Chi paga le tasse chi non le paga, chi va in prigione chi ha l'immunità, chi lavora e prende poco chi non fa niente ed è ricco, chi se sta male muore aspettando un letto all'ospedale chi si paga la clinica da migliaia di euro, devo andare avanti ? Per chè la lista è mooooooolto lunga.
Michele 2012-11-12 19:50:55
quoto Melgaco per il suo secondo commento, non ho niente contro gli omosessuali (a parte il discorso delle adozioni) ma mi sembra che a volte tendano ad estremizzare alcune questioni puntando sempre sul fatto che sono discriminati anche quando questo non accade. Voglio dire io sono etero ma non vado mica a sfilare per le citta sui carri per dire a tutti che lo sono, per me sta qui il rispetto e l'ugualianzae il buon senso, non lo voglio nemmeno sapere se sei etero o omosessuale quindi tutto questo mettersi in luce secondo me non è una gran idea.
Melgaco 2012-11-12 22:27:54
Esatto. Anzi, è controproducente perché alimenta la reazione.
La gente non ce l'ha con gli omosessuali.
Ce l'ha con gli esibizionismi. Anche l'esibizionismo etero dà fastidio.
Non credo che i gay pride o le sfilate giovino.
O. Manni
Paul Manoni 2012-11-13 01:04:53
@Michele, quello di cui parli tu è la "giustizia sociale". Diverso dal problema dei cittadini di serie A e di serie B, in termini di Ugualgianza e democrazia come tutela delle minoranze. Comunque, stando a ciò che avete scritto, dal vostro punto di vista, tutto quanto risulta piuttosto ineccepibile. Corretto ed insindacabile. Però per capire davvero certe questioni, dovreste uscire dalle vostre personali prospettive, per entrare in quelli degli altri. Indossare i panni di un omosessuale o del suo compagno/a, indossare i panni di un emigrato, come anche indossare i panni di un ebreo durante il periodo delle leggi razziali, ecc, ecc. La "pretesa" di un omosessuale di voler vedersi riconosciuta dallo Stato la propria vita familiare con suo compagno, non mi pare certo un richiesta così allucinante da dover arrivarla a mendicare. Chiamiamo le cose con il loro nome, per favore. Questo è un DIRITTO. Diritto che la Corte Costituzionale ha pertanto ricnosciuto loro. Punto. La "pretesa" di poter vivere in un paese, l'Italia, che non ti mette i bastoni tra le ruote, per riconoscerti i diritti (appunto), proprio come dice la carta Costituzionale (Art. 3 "...rimuovere gli ostacoli..."), deve essere una "pretesa" che il Parlamento europeo che non valuta tale, ma valuta invece come un diritto, dal momento che ha espressamente approvato un rapporto che sancisce come gli stati membri, "non devono dare definizioni restrittive al concetto di famiglia". Il discorso sull'esibizionismo dei gay pride, l'ho già affrontato una volta. Ogni persona ha una diversa sensibilità. A me fanno schifo alcune manifestazioni, a voi altre. Io, seppur riservandomi il mio diritto di criticarle apertamente, non mi sognerei nemmeno lontanamente di dire che quelle manifestazioni non andrebbero fatte. Possiamo ben discutere di processioni di santi che fanno l'inchino sotto le finestre dei boss mafiosi, con Vescovi e Sindaci a guidare i cortei. A me fa abbastanza schifo, ma non limiterei le altrui libertà di manifestare per questo. Spero di essermi fatto capire. Peraltro, occorre dirlo, sui Pride avete delle idee piuttosto indirizzate dalle TV e dai giornali. Io ho partecipato personalmente all'ultimo svoltosi a Bologna. C'erano carri, gente in costume, piume di struzzo e quant'altro. Ma c'erano anche famiglie con bambini, gente in doppiopetto, e perfino un corteo della nostra associazione (UAAR), composta in prevalenza da eterossessuali. Nulla che non si possa vedere anche in televisione in prima serata, nelle pubblicità, durante balletti delle soubrette, sui mnifesti, ecc, ecc...E non è un caso se i pride, in molti paesi che hanno riconosciuto pieni diritti agli omosessuali, non li fanno nemmeno più. Punti di vista, prospettive come dicevo anche prima, oppure angoli di visuale ristretti dei propri paraocchi, insomma. A me personalmente, tutta questa fregola di giudicare le persone per come manifestano, per come si vestono o esprimono il proprio orgoglio (pride) di essere gay, fino a giudicare maliziosamente cosa potrebbero fare quelle persone nell'intimità della loro comera da letto, manca. Almeno tanto quanto la consapevolezza di non vivere in uno Stato di diritto, fin quando questi non se li vedranno riconosciuti.
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