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Bombe al fosforo nel mare di Ancona

Domenica 11 novembre la bonifica con sommozzatori, genieri e la supervisione della Prefettura dorica

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La zona imbarchi del porto di Ancona

Bombe al fosforo nel mare di Ancona. Residui bellici che imperversavano in mare da tempo e di cui nessuno sembrava conoscere nulla. Saranno fatte brillare domenica 11 novembre all’altezza della diga foranea del porto con un’operazione di bonifica che si preannuncia difficile e potenzialmente molto pericolosa.

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Commenti
Ci sono 3 commenti
Cornelio 2012-11-06 17:17:15
Il ricordino degli Yankees quando tornavano dai bombardamenti in Serbia... bel ricordino, a nostre spese e nel nostro mare. Un applauso!
Cornelio 2012-11-06 17:32:30
...è chiaro che a quelle dei bombardamenti in Serbia e Kosovo si aggiungono quelle della seconda guerra mondiale...

"30MILA ORDIGNI NEL BASSO ADRIATICO"
Il numero di bombe presenti lungo la costa pugliese è molto alto. Agli ordigni della Seconda Guerra Mondiale si sono aggiunti quelli Nato sganciati nel 1999 durante il conflitto in Kosovo. Fa sapere ancora Repubblica: Sono oltre 30 mila — secondo il dossier di Legambiente — gli ordigni inabissati nel sud dell’Adriatico, lungo la costa pugliese, di cui 10 mila solo nel porto di Molfetta e di fronte a Torre Gavetone, a nord di Bari. Agli arsenali chimici dispersi sui fondali durante la seconda guerra mondiale, si sono aggiunte le bombe inesplose sganciate dagli aerei della Nato durante il conflitto del Kosovo nel 1999. Fra il 1946 e il 2000, molti pescatori della zona hanno fatto ricorso a cure ospedaliere, dopo essere entrati in contatto con aggressivi chimici provenienti da residuati bellici. Le analisi dei sedimenti marini hanno rilevato gravi conseguenze anche nei pesci, causate da sostanze come l’iprite e concentrazioni di arsenico superiori ai valori di soglia. Mentre la bonifica procede a rilento, la Regione Puglia ha stanziato intanto 2 miliardi di euro per favorire il ripopolamento della fauna ittica.

"LE 4.300 BOMBE DI PESARO"
Dopo l’armistizio del ’43 nelle acque di Pesaro furono svuotate 84 tonnellate di testate all’arsenico:Nel settembre del ‘43, subito dopo l’armistizio, il quartier generale tedesco ordinò di conquistare tutti i depositi di gas sul territorio italiano, tra cui quello di Urbino, per evitare che cadessero in mani nemiche. Il materiale venne trasportato su camion fino a Pesaro e Fano, per essere caricato su un treno. Ma, in seguito all’avanzata angloamericana, i tre vagoni con 84 tonnellate di testate all’arsenico rientrarono a Pesaro, vennero svuotati da squadre speciali e buttati in acqua. Così 4.300 grandi bombe C500T furono caricate su barconi e nell’agosto del ‘44 ben 1.316 tonnellate di iprite finirono in mare dove ancora oggi continuano a essere potenzialmente molto pericolose"....
O. Manni
Paul Manoni 2012-11-06 18:45:00
@Cornelio, penso che queste bombe al fosforo, siano lì dalla seconda guerra mondiale, e non dai bombardamenti in Serbia. Per esperienza diretta e vissuta, gli aerei della NATO nel 1999, erano soliti "scaricare" le loro armi in dotazione, sulle montagne tra l'Albania ed il Kosovo, dove erano certi che non avrebbero causato ulteriori uccisioni. Al massimo, quando proprio non potevano farne a meno, effettivamente le scaricavano in mare, è vero. Ma ciò avveniva in quanto un aereo NON POTEVA per procedure di sicurezza, rientrare carico di missili su una portaerei. Ci si arriva presto a capire il perchè, se solo si pensa alla pericolosità delle manovre di atterraggio.
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