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Quando Nicola Pietrangeli infiammava la terra rossa di Senigallia

Il più grande tennista italiano è tornato in città per ricordare l'epoca d'oro del tennis al Ponterosso

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Il centrale del Ponterosso stralcolmo in un match del periodo d'oro

Oltre 40 anni fa Senigallia si faceva conoscere anche per il tennis. Ora, quella storia vissuta da tanti senigalliesi del tempo, riemerge in un libro prezioso, che riporta in superficie quella terra rossa sepolta dal cemento.

“Il grande (e piccolo) tennis a Senigallia: il Torneo Internazionale “Trofeo d’argento Città di Senigallia” 1965-1973. Curiosità e memorie del circolo tennis ‘G. Cremonini’” – curato da Attilio Girolimini, Valtero Bruscia e Andrea Bocchini e presentato martedì 30 ottobre su iniziativa del Panathlon all’Hotel City – ricorda infatti proprio il periodo d’oro del tennis senigalliese, rigorosamente giocato sui pioneristici campi del Ponterosso, allora in terra rossa – la superficie di campioni come Adriano Panatta e Nicola Pietrangeli – ma oggi, e ormai da 17 anni, in cemento, per l’amarezza non nascosta di chi quel periodo di splendore ha vissuto.

Proprio Nicola Pietrangeli, che a Senigallia vinse l’edizione inaugurale del 1965, è stato ospite del Panathlon e ha ricordato quei tempi: “non potevo dire di no a quest’invito – ha spiegato il grande campione italiano – perché ricordo bene e con grande affetto il periodo in cui venivo a Senigallia a giocare il Trofeo d’argento. Era un torneo importante, con tanti giocatori di nome e a cui mi legano diversi aneddoti. Penso alle uscite a cena con Jon Tiriac e Ilie Nastase, allora alle prime armi e non certi ricchi come adesso. Porterò loro una copia di questo libro, perché so che anche loro non hanno certo dimenticato quei tempi”.

Nicola Pietrangeli, terzo da sinistra, durante l'incontro voluto dal Panathlon“Difficile non ricordare poi – ha aggiunto Pietrangeli – un signore come Gino Cremonini”, l’uomo che contribuì in maniera determinante allo sviluppo del circolo, fulcro del movimento cittadino.

Tra gli ospiti della serata, oltre a Pietrangeli e agli autori del libro, pure Michele Brunetti, allora giovane arbitro e poi figura di primissimo piano nel tennis italiano.

Ma quei tempi videro arrivare a Senigallia tanti altri grandi giocatori come Martin Mulligan, Giordano Maioli, Sergio Tacchini, poi celebre stilista: Girolimini, Bruscia e Bocchini in un felice mix di numeri, risultati, statistiche e di ricordi personali, raccontano il periodo in un libro che non è solo storia sportiva, ma anche e soprattutto memoria e storia della città.

Perché quel torneo di tennis – oltre ad essere il primo in carriera vinto da un italiano (Adriano Panatta nel 1971) dalla nascita dell’era Open professionistica – fu anche un evento mondano e turistico non di secondo piano, con migliaia di senigalliesi che ogni giorno affollavano le tribune del Ponterosso.

Tribune che ora non ci sono più, come quella terra rossa. Chissà che il “Il grande (e piccolo) tennis a Senigallia” non possa fungere allora non soltanto da necessaria memoria storica, ma anche da stimolo a rinverdire quei fasti che appaiono adesso molto lontani.

Commenti
Ci sono 3 commenti
Luigi Giovanni Didimi 2012-11-01 15:07:55
Non ho parole.Ricordo tutto benissimo.Appena vedrò Attilio o Walter comprerò il libro. Grazie dell'ospitalità.Gigi Didimi
Giuseppe Bevilacqua 2012-11-01 22:17:45
Ho preso in mano la racchetta su quei campi per la prima volta con il Maestro Martini (vedi foto nel libro).
Ho insegnato su quei campi dal 1980 al 1995
Ho vinto un Trofeo Messersi di doppio con il Maestro Tatangelo davanti a tribune gremite.
Ho conosciuto li mia moglie
Ho anch'io lasciato li un pezzo di cuore
Maestro Giuseppe Bevilacqua
Melgaco 2012-11-01 22:50:32
Purtroppo lo sport senigalliese, e direi Senigallia in genere, può vivere solo di ricordi. E'una città proiettata all'indietro (Villa Sorriso, la Rotonda, lo spareggio di Modena, Giochi senza Frontiere, Pietrangeli Nastase e Panatta che giocano al Ponterosso). Ricordi meravigliosi, ma...mi chiedo: i ventenni di oggi, tra 30-40 anni cosa avranno mai da ricordare di questa città?
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