Senigallia, arrestato e condannato con prove false chiede risarcimento di 1 mln
Operaio 43enne era stato incastrato dai carabinieri Prota, Ubertini e dai loro colleghi
Era finito in manette due volte tra il 2010 e il 2011 e condannato ingiustamente per spaccio sulla base di prove false create dai Carabinieri Massimo Prota, Simone Ubertini e Gennaro Idea: gli appuntati avevano piazzato 40 grammi di cocaina nella sua auto.
Questo è quanto è emerso dalla testimonianza di Luciano Olivieri, brigadiere del NOR della compagnia senigalliese, che ha patteggiato una pena a 18 mesi davanti al giudice di Ancona, Francesca Zagoreo. Stando alle dichiarazioni di Olivieri, alla presenza del suo avvocato, Daniele Massaccesi, i militari avrebbero consciamente prodotto prove e verbali d’arresto falsificati, oltre a false testimonianze nel processo, grazie a cui il 43enne di nazionalità albanese, Zulfi Suljemani, si è fatto due mesi di carcere.
E ora l’operaio chiede il risarcimento tramite il suo legale, Donnino Donnini: 1 milione di euro.
Fu proprio Suljemani professandosi innocente, a dare il via all’inchiesta sui due appuntati finiti poi a processo per falso in atto documentale, peculato e detenzione ai fini di cessione e spaccio di sostanze stupefacenti. Processo che ha visto coinvolti anche Gennaro Idea – rinviato a giudizio assieme a Prota e Ubertini -, Luciano Olivieri – patteggiati 18 mesi di pena – e Andrea Mecocci: solo quest’ultimo è stato dal Gup prosciolto dalle accuse.
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