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Crisi edilizia a Senigallia, il PPE rilancia sul nuovo regolamento

Cicconi Massi, Rimini e Cameruccio: "Strumento che crea più confusione, inadatto allo sviluppo della città"

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Il PPE-PDL interviene sulla questione "turismo"

La questione del nuovo Regolamento Edilizio approda in Consiglio comunale, a Senigallia, il prossimo 30 ottobre. Il gruppo del Partito Popolare Europeo, in vista della discussione, ha dichiarato il proprio parere, contrario, alle modifiche che potrebbero essere votate già la prossima settimana.

Modifiche che secondo il PPE porterebbero solo altro caos e poca funzionalità ad uno strumento “vecchio, superato dai tempi, complicato, del tutto inadatto ad aiutare lo sviluppo di un’edilizia moderna ed innovativa nella nostra città” afferma il vice presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Cicconi Massi. “Da anni abbiamo sempre sostenuto la necessità di riformare questo strumento fondamentale per la gestione dell’edilizia e del governo del territorio senigalliese, ma se il risultato di un percorso tanto lungo dovesse essere quello proposto dall’assessore Ceresoni, il risultato sarebbe forse peggiore rispetto alla già insostenibile situazione di partenza“.

Oltre a questa visione generale, i tre consiglieri di opposizione si soffermano su alcuni punti “concreti”, su cui l’Amministrazione “entra” nelle tasche dei cittadini: gli interventi di ristrutturazione nelle zone agricole e la monetizzazione delle aree di urbanizzazione per i parcheggi.

Sul primo punto è il presidente della V Commissione consiliare Enrico Rimini ad affermare che “troppi vincoli nel nuovo regolamento impediscono la possibilità di fare investimenti nelle zone rurali. Abbiamo delle colline che non hanno nulla da invidiare alla Toscana o Umbria, ma a causa delle norme troppo rigide, nessuno può investire nella sistemazione dei casolari delle nostre campagne e le abitazioni coloniche cadono a pezzi“.
Addirittura nella maggioranza – continua Rimini – si è ventilata la possibilità di vietare la realizzazione delle piscine nelle aree rurali. Scelte assurde che fanno fuggire le famiglie che vorrebbero andare a vivere nelle zone rurali e gli investitori stranieri“.

Sulla monetizzazione delle aree di urbanizzazione per i parcheggi è Gabriele Cameruccio, il capogrupo PPE in consiglio, a sostenere che il costo di un parcheggio, “qualora non sia possibile realizzarlo – in centro o zone agricole – si aggira in media sugli 8.000 euro, un costo proibitivo che si rifà al 2008, proprio gli anni della bolla immobiliare, che aveva fatto esplodere i costi dell’edilizia e che oggi costituisce la mazzata finale alla crisi dell’edilizia“.

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