Senigallia, processo esplosione Saline: a breve il sopralluogo
Il 30 ottobre l'ispezione e la visione di foto e video realizzati dalla scientifica
Si è svolta giovedì 25 ottobre una nuova udienza per il processo sull’esplosione alle Saline di Senigallia, che vede coinvolti Comune e due gruppi di protezione civile chiamati in causa dalle famiglie dei ragazzi feriti.
Il giudice onorario Letizia Bocchini, che ha straordinariamente accumulato in due soli giorni l’assunzione delle prove testimoniali, ha ascoltato per tutta la mattinata una ventina di testimoni, convocati dai legali del Coordinamento di Volontari della Protezione Civile Zona 2 Senigallia onlus, Paola Riccio e Riccardo Pizzi, e del Nucleo Volontari Protezione Civile Falchi della Rovere onlus, Riccardo Pagani.
In totale sonooltre 50 i testi ascoltati, evento raro nel panorama giuridico italiano: ciò ha permesso il confronto delle versioni dichiarate e il chiarimento di alcune situazioni in precedenza non ben definite.
Questa seduta per quanto riguarda il processo per l’esplosione delle bombole all’impianto delle Saline – in cui rimasero gravemente feriti l’allora 19enne Andrea Tarsi e la 17enne Valentina Argentati – ha cercato di far luce sulle persone che frequentavano l’area in questione, quella adiacente alla pista ciclabile, dietro il muretto di cinta, dove erano posizionate le bombole del gpl per l’impianto sportivo.
Inoltre il giudice ha assunto elementi per chiarire una volta per tutte se le varie zone fossero nettamente distinte, se vi fosse stata manutenzione e se, a causa dei lavori previsti allora, il personale della ditta incaricata avesse lasciato o meno libero accesso alla zona e se fosse sguarnita di indicazioni di pericolosità.
Ora il processo riprenderà martedì 30 ottobre: il Got Letizia Bocchini ha stabilito per quel giorno la visione delle riprese che la Polizia scientifica effettuò immediatamente dopo la deflagrazione e delle fotografie scattate, per cercare di capire la dinamica.
Sempre per lo stesso giorno verrà effettuata l’ispezione giudiziaria presso il luogo in cui avvennero i fatti, il 12 maggio 2007, fatto di notevole importanza per a distanza di cinque anni perché permetterebbe di calare i dati raccolti nella realtà delle distanze, delle dimensioni dei luoghi e della tempistica emerse con le testimonianze.
Il processopenale, a carico di Renato Giovanetti, responsabile del Coordinamento volontari della Protezione Civile, riprenderà il prossimo 16 gennaio, mentre la causa civile, per cui i familiari hanno chiesto un risarcimento di circa 500.000 euro tornerà in aula l’8 febbraio e poi il 17 maggio. Nel frattempo ci sarà la perizia disposta per accertare i danni permanenti sui giovani e sui loro familiari.
Ma un’altra tegola dovrebbe abbattersi sulla causa: ai primi del 2013 arriverà il nuovo giudice per il tribunale senigalliese che si ritroverà molto probabilmente a dover decidere senza aver condotto la fase istruttoria.
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