Alla biblioteca di Senigallia il forum “Libri in simboli, In-book”
Dalle 8.30 di venerdì 26 ottobre un incontro per spiegare un'importante forma di comunicazione
La biblioteca deve essere di tutti e dunque anche di coloro che hanno una maggiore difficoltà dovuta ad una precisa “non accessibilità” non solo perché si è diversamente abili ma anche perché si è stranieri o perché non si veda nel libro per un piccolo (0-6 anni) la valenza dell’oggetto-libro che deve presentarsi con un linguaggio ancor più accessibile rispetto a quello spesso adottato dalle case editrici.
Rendere accessibile con la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), si pensi ai libri con i segni, significa arricchire le biblioteche di materiali utilizzabili anche da chi ha difficoltà di comunicazione o cognitive/intellettive (ad es. i bimbi autistici), da chi è sordo, ipovedente, dislessico e da chi ha difficoltà motorie.
Questo è il tema che verrà approfondito e discusso venerdì 26 ottobre 2012 presso la Biblioteca Comunale di Senigallia, in occasione del Forum Regionale “Libri in simboli, IN-book” pensato ed organizzato dall’AIB-Marche, a cui la Fondazione ARCA di Senigallia aggiunge le conoscenze ed i saperi dei suoi volontari professionisti socio-sanitari, nonché la proposta di un primo nucleo di testi, dal carattere di biblioteca specializzata.
Esistono già delle situazioni che, all’interno del proprio piano educativo individualizzato, mettono sul campo anche dei “libri modificati e personalizzati”, cioè dei testi creati specificatamente sulla misura del caso, ma fino ad oggi nelle Marche non si è pensato ad un “servizio trasversale allargato” in biblioteca che, con la creazione di uno scaffale specifico, consenta di mettere a regime uno spazio fruibile da tutti i bambini e giovani lettori “in difficoltà e non”.
La giornata formativa/convegno del prossimo 26 ottobre ha lo scopo di fare la storia di questo servizio innovativo per l’Italia; di raccontare le conoscenze ed i saperi divenuti poi esperienze in alcune biblioteche civiche di tre diverse regioni del Paese; di capire come riuscire a fare concretezza anche nelle Marche, nella prospettiva d’inserire tale patrimonio “allargato” nel circuito della “community” su scala nazionale.
Questo è l’auspicio lodevole di Francesca Pongetti, del CER-AIB Marche e dell’AIB-Gruppo nazionale di studio per utenze speciali.
Un invito calzante, dunque, per tutti e ancor più particolare per quanti operano nell’ambito del sociale e del formativo comunque inteso
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