Il Consiglio Regionale delle Marche del 16 ottobre – noterelle a margine
Da Comitatiinrete il report sul "sequestro Comi", sul "maggiordomo Solazzi" e sui fischi per Spacca
Il Consiglio Regionale del 16 ottobre è stato teatro di siparietti e scenette che, in un teatro dopolavoristico, sarebbero stati oggetto di sana ilarità, ma che nel consesso di un corpo legislativo, seppur di livello regionale, danno il segno della profonda crisi politica, morale e comportamentale di un pezzetto di quella classe dirigente che sta portando il Paese verso baratri profondi.
Tralasciamo il vice presidente Petrini che freudianamente proclama: “La Regione deve difendere gli interessi degli Speculatori”; il Giancarli, secondo il quale con questa legge (la misera legge “truffa” sulla delega alla Giunta per varare le zone idonee per il biogas-biomasse”) le Marche si porrebbero all’avanguardia (TRA LA) normativa nazionale (lui fino a ieri dormiva o(d) era in gita sulla luna evidentemente); tralasciamo il parere dell’avvocatura regionale rilasciato in 5 minuti ed in forma orale, ma preso immediatamente per valido; tralasciamo il Mirco Ricci che solennemente ritira a nome del gruppo PD, gli emendamenti presentati da Comi; tralasciamo le facezie di Perazzoli e della Giannini.
Tre episodi vogliamo sottolinearli con i loro protagonisti.
1- Il maggiordomo Solazzi.
Prima del Consiglio, la Presidenza consiliare usa riunire i capigruppo. Ebbene sul finire della riunione il Solazzi, nel ruolo per lui non insolito di maggiordomo – cerimoniere, introduceva in sala riunione una nutrita rappresentenza di quegli imprenditori che, coraggiosamente, investono dai 10.000 ai 20.000 per ricevere fino 15 milioni di euro prelevati dalle nostre tasche. Lascio ai presenti riferire l’arguzia e la complessità delle argomentazioni ascoltate.
2- Il “sequestro” Comi.
Alla fine del dibattito consiliare, la maggioranza chiedeva la sospensione della seduta. Dall’aula uscivano i consiglieri regionali, tra questi Comi (che per inciso aveva presentato una proposta di legge, sotto forma di emendamento, per la
sospensioni delle autorizzazioni rilasciate). Al rientro in aula dei consiglieri di maggioranza spiccava l’assenza del pur “minuscolo” Comi.
Nel prendere la parola per le dichiarazioni di voto, il consigliere Carloni, minoranza, proponeva un comitato di liberazione per il dissequestro del tolentinate. Ilarità e curiosità da parte del pubblico e subito la domanda, cosa era successo a Comi? Pare, notizie riferite, che lo stesso Sansone-Spacca avesse bloccato il Comi per redarguirlo severamente e… sarà Comi a parlare di se stesso, noi sottolineiamo che è finita 19 a 19!
3- i fischi – fiaschi di Spacca.
Nell’intervento di Sansone-Spacca spiccano molte mezze verità, qualche valutazione del tutto infondata, una perla degna della serie fischi per fiaschi. Con serietà il fabrianese citava, a proprio favore, una sentenza della Corte Costituzionale che cassava una legge regionale del 2010 che poneva limiti quantitativi all’uso di biomasse per produzione di energia elettrica.
Spacca ometteva di dire che quella legge, che noi chiamiamo “la farsa Schieppe”, limitava a 5 mega termici l’uso di biomasse per poter dire, in piena campagna elettorale, che la Regione Marche aveva risolto la questione Schieppe (dove i megawatt termici richiesti ed autorizzati da Libero Principi, all’epoca capoufficio dell’allora vice-presidente Spacca erano 70). Difatti apparvero articoli e manifesti della Regione titolati: “Le Marche chiudono il caso Schieppe“. I comitati risposero con un manifesto con la foto del pacioso presidente e sotto un grosso sottotitolo “Spacca sei un bugiardo“.
La legge sarebbe stata dichiarata incostituzionale ed il caso Schieppe non sarebbe stato risolto, ma solo rinviato a dopo le elezioni.
Dovremmo ripeterci, vista l’impenitenza del soggetto, ma a che pro?
C’è una morale. Potrebbbe essere questa. Il consiglio Regionale del 16 ha dimostrato, anche negli episodi cosiddetti marginali la saggezza di Upton Sinclair quando scriveva: “Non affannatevi a spiegare le vostre ragioni a coloro il cui stipendio dipende dal fatto che non devono ascoltarvi“.
da Comitatiinrete
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