Omicidio di Bologna, l’autopsia sulla vittima rivela 10 coltellate di Ucciero
L'agente editoriale che lavora a Senigallia ha infierito sul busto di Porrovecchio prima di essere bloccato
Dieci coltellate, tanti sono i colpi inferti da Sergio Ucciero sul corpo di Alessandro Porrovecchio, colpevole di essersi incontrato con la moglie dell’agente editoriale che opera a Senigallia, dove gestisce il punto Einaudi in via Arsilli 33. I due amanti si erano incontrati sulla banchina della stazione di Bologna, dove è avvenuto l’omidicio.
L’autopsia svolta il 15 ottobre sulla salma del torinese Porrovecchio ha determinato la morte dell’uomo, sabato 13 ottobre, per effetto di otto fendenti all’addome e al torace, uno alla schiena e uno alla spalla. A quel punto il 55enne Ucciero, residente a Jesi con la moglie, è stato bloccato dagli agenti della Polfer, quando però era troppo tardi e la sua furia cieca, guidata dalla gelosia si era ormai manifestata.
Sembrerebbe palese lo stato di alterazione in cui Sergio Ucciero si trovasse: dopo aver ucciso brutalmente il suo rivale, che aveva da poco conosciuto la moglie dell’agente editoriale, con il quale il matrimonio era in crisi, non ha minimamente accennato alla fuga.
Ora si attende la decisione del Gip, al quale sarà chiesta dal Pubblico Ministero la convalida dell’arresto per Ucciero, verso il quale è stata rivolta l’accusa di omicidio premeditato. Dalle immagini delle telecamere della stazione di Bologna si vede infatti l’uomo armato di coltello già mentre attende che i due amanti si incontrino. Si sarebbe portato l’arma da casa, da dove avrebbe seguito la moglie.
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