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Italia Nostra Senigallia: “il verde urbano è una risorsa, non un ingombro”

L'associazione critica l'amministrazione per le radicali potature e gli abbattimenti di alcuni alberi

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Comune di Ostra Vetere
Via Bolzano priva degli alberi abbattuti

Ci chiedevamo qualche mese fa che utilità e necessità avessero le potature così radicali degli alberi di via Bolzano e via Feltrini. Ce lo chiediamo ora a maggior ragione di fronte all’abbattimento degli stessi alberi.

Ci chiediamo altresì quale urgenza ci fosse ora di eliminare tanti alberi, compresi quelli in discrete condizioni vegetative, a fronte dello stato ben peggiore delle alberature di altre strade non molto lontane. Visto che risorse sono poche, si potrebbero utilizzare meglio.
Ma a parte questo, gli abbattimenti e le sostituzioni (quando ci sono) vengono giustificati con il fatto che il costo della manutenzione di certe alberature è eccessivo (ma chi l’ha detto che debbono essere potate così frequentemente e in questo modo), che sono pericolose perché in cattive condizioni vegetative (ma la colpa della loro senescenza precoce è anche delle potature sbagliate), che è necessario rendere più percorribili i marciapiedi (ma che cosa cambia se gli alberi vengono ripiantati allo stesso posto?).

E’ indubbio che quasi tutte le alberature urbane sono state realizzate decenni fa con metodi e scelte spesso sbagliate e molte di esse andrebbero sostituite progressivamente: basta vedere lo stato dei pochi ligustri sopravvissuti in via Feltrini o in via Piemonte o la difficile situazione di molte conifere. Ma sarebbe legittimo attendersi dal Comune una strategia, una pianificazione coerente e con elementi di innovazione, mentre quello che sta avvenendo, soprattutto nel quartiere Portone, è uno stillicidio continuo di abbattimenti, un impoverimento continuo del verde pubblico, di cui nessuno è in grado di valutare la necessità, e se e quando e come vi saranno sostituzioni.

Le poche sostituzioni poi vengono attuate con pratiche vecchie e a volte con specie inadeguate, come i peri di via Matteotti e via Bari o addirittura i malinconici meli di via Venezia. Tutte le associazioni ambientaliste e molti cittadini hanno già espresso la loro contrarietà a queste piante, per la semplice ragione che si tratta di alberi ornamentali da giardino, che anche a crescita completa restano poco più che cespugli su dei tronchi e non sono in grado di ombreggiare sufficientemente strade e abitazioni. La ragione degli alberi non è solo ornamentale, ma anche di offrire ombra alle auto in sosta e ai viandanti e attenuare le temperature estive, sempre più canicolari, riducendo anche di due/tre gradi la temperatura interna delle abitazioni e contribuendo così al risparmio energetico. In molti parcheggi la situazione è ancor più penosa.

Quanto al risparmio nella manutenzione, vi sono altre soluzioni, prospettate ripetutamente in occasione del Piano del Verde. La spesa può essere contenuta aumentando le distanze e quindi riducendo il numero degli esemplari, scegliendo le essenze idonee e soprattutto adottando un più corretto metodo di manutenzione, che eviti le potature frequenti e soprattutto le capitozzature. Tutto questo è possibile proprio con il diradamento, utilizzando alberi ad ampia chioma e soprattutto autoctoni come tigli, olmi, aceri, frassini ecc.: in qualche caso possono essere messi a distanza doppia (12/15 m.) e garantire ugualmente un’ampia copertura; inoltre avendo più spazio, hanno una crescita più naturale, offrono meno ingombro e possono essere sottoposti ad interventi di manutenzione più leggeri e più diradati nel tempo.

Quanto ai marciapiedi, laddove veramente sono necessari, l’abbattimento o la sostituzione degli alberi non ne cambia la situazione se non si procede ad una riprogettazione dell’intero asse stradale. Se strade e alberature non sono più funzionali alle esigenze attuali della viabilità pedonale e automobilistica, la soluzione non può essere semplicisticamente quella di fare spazio eliminando il verde a discrezione. Il Piano del Verde impone che si proceda con sistematicità e per progetti, strada per strada, conciliando gli spazi necessari per i marciapiedi, per il transito di veicoli e bicicli e per i parcheggi con il mantenimento di un livello di verde di qualità. Abbiamo perciò chiesto ripetutamente che gli interventi sul verde urbano non avvengano in modo sporadico e occasionale, che facciano parte di progetti organici di riqualificazione dell’intero asse stradale. Abbiamo ripetuto che in molti casi sarebbe sufficiente anche una sola fila di alberi, purché di prima grandezza, su un solo lato e a distanza superiore a quella attuale, e che potrebbe essere sufficiente anche un solo marciapiedi ampio e percorribile, piuttosto che due inutilizzabili. Si continua invece a mettere gli alberi allo stesso posto di quelli abbattuti, a distanze troppo ravvicinate (anche 4/5 metri), lasciando gli stessi marciapiedi e quindi senza migliorare lo spazio pedonale.
Purtroppo oggi molte amministrazioni pubbliche (a differenza di quelle che le hanno precedute)  sembrano percepire il verde urbano più come un fastidioso ingombro che come una risorsa, praticando facili scorciatoie invece di tentare soluzioni più efficaci, facendo del verde un problema ambientale e non solo un problema di gestione delle strade.

Se poi non ci sono i soldi, perché questa fretta di fare le cose a metà?

Commenti
Ci sono 3 commenti
gio 2012-10-11 20:46:54
propongo il gruppo di italia nostra per la manutenzione del verde pubblico.
Giovanni Gregoretti
Giovanni Gregoretti 2012-10-11 23:57:35
l'amministrazione si pone il sacrosanto problema dell'inquinamento e delle polveri sottili e che cosa fa? Le ordinanze che limitano la circolazione dei veicoli inquinanti. Potrebbe anche pensare di potenziare il più possibile la piantumazione di alberi veri e di curarne con professionalità la manutenzione. Alle scuole elementari mi hanno insegnato che gli alberi rappresentano la salute per l'uomo.
stefano 2012-10-12 09:42:28
Il Verde Urbano è sempre una risorsa e non è mai un ingombro , è vero. Ma l'interesse dovrebbe essere rivolto a tutto il verde della città, quando questo viene attentato. Limitarsi solo alle vie del proprio quartiere dove l'occhio vede e il cuore duole sembra essere quasi un interesse "pro domo sua". E' la "nuova" cultura del Verde che sta dominando a Senigallia che deve essere totalmente rivista, ovvero quella del tagliare perchè poi tanto si ripianta. Sarebbe come dire buttiamo giù la Rocca, il Palazzo Comunale, la Rotonda perchè poi tanto si ricostruiscono.
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