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L’impronta del Tennistavolo Senigallia nell’impianto milanese creato da Marcello Cicchitti

Il centro che verrà inaugurato a Milano nasce anche da lunghi confronti e suggerimenti con Pettinelli

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I ragazzi del Tennistavolo con la "grande "pallina"

Il Dott. Marcello Cicchitti è un affermato professionista milanese che opera in campo assicurativo e da oltre 20 anni ogni estate passa parte delle vacanze a Senigallia per giocare a ping-pong. Appassionato da sempre e giocatore di ottimo livello, è stato Consigliere nazionale della federazione ed oggi è uno dei più ascoltati e potenti dirigenti lombardi, regione che tra presidenti e consiglieri elegge sempre suoi rappresentanti ai vertici della federazione.

Il sogno del dott. Cicchitti, ammiratore dell’impianto senigalliese dopo la prima volta ad averci giocato, è stato quello di creare a Milano un Centro tennistavolo come quello di Senigallia. Un sogno cullato a lungo negli interminabili confronti con Pettinelli, prodigo di suggerimenti per risparmiare al momento della costruzione ma soprattutto nella gestione successiva. Materiali, soluzioni tecniche, distribuzione degli spazi, capienza hanno preso via via forma e contenuto e finalmente il sogno nato a Senigallia si è realizzato.

Sta per essere inaugurato a Milano un centro dedicato al tennistavolo per 15-20 tavoli che prenderà sicuramente il posto del famosissimo “Vigorelli” (l’impianto per il ciclismo disponeva di un ampio spazio riservato al pingpong divenuto punto di ritrovo degli appassionati della città) ricavato dalla ristrutturazione di un grande hangar dismesso.

Senigallia sarà ospite d’onore e Pettinelli è già stato “prenotato” per un corso tecnico. Ma Senigallia sarà indirettamente sempre presente perché è stata richiesta la grande “pallina” (una sfera di oltre 100 cm di diametro) che oggi campeggia nel prato antistante il Centro Olimpico. La particolarità della sfera è che nella cavità interna è alloggiato un sistema di diffusione sonoro che spesso diffonde musica classica. Può sembrare banale ma costruire una grande sfera cava è un’impresa tecnica molto difficile di per sé e se poi si aggiungono caratteristiche foniche particolari il tutto si complica notevolmente.

Commenti
Solo un commento
Roberto 2013-12-25 20:28:52
Avendolo conosciuto di persona, lo stimo moltissimo per le sue moltelici doti, e quella parte di grande altruismo che ha, per gli altri.
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Grazie Marcello
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