Unioni civili e coppie di fatto a Senigallia: chi approva e chi invece polemizza
"Sì" da PD, IDV, UAAR (Atei ed Agnostici). La Fiamma Tricolore: "Inutile, i problemi sono altri"
Continua la scia di commenti sull’istituzione del registro per le Unioni Civili avvenuta nella seduta del 20 settembre del Consiglio Comunale di Senigallia. Un’istituzione su cui già i primi firmatari – il Sindaco, Maurizio Mangialardi, ed il Presidente del Consiglio comunale, Enzo Monachesi, – si sono espressi favorevolmente, sostenendo l’importanza di un atto di civiltà che dà stesse opportunità e diritti alle coppie di fatto.
Proprio su questa strada si è inserita il segretario del Partito Democratico senigalliese, Elisabetta Allegrezza, la quale afferma – in una nota stampa che ricalca passo passo il parere del Sindaco – come questo “concreto gesto di civiltà dia valore ai vincoli affettivi e offra opportunità a fasce di cittadini e cittadine ora esculsi dall’esercizio di importanti diritti civili” senza affievolire l’idea di quella fondamentale struttura sociale che è la famiglia.
L’approvazione dell’odg sulle unioni civili è stata salutata con favore anche dal Circolo UAAR (Unione Atei ed Agnostici Razionalisti) di Senigallia: il delegato Paul Manoni non esita a definire l’istituzione del registro “un passo concreto verso il pieno riconoscimento dei diritti dei cittadini, verso scelte consapevoli di convivenza fra individui che godono di pari dignità e diritti di fronte alla legge, senza discriminazioni o pregiudizi di sorta”.
“Un voto, quello del consiglio, che premia – conclude Manoni – le lotte che l’UAAR conduce da anni in nome della laicità delle istituzioni e della tutela della libertà degli individui”.
Di parere decisamente critico è invece la Fiamma Tricolore senigalliese che non esita a definire “polemiche inutili” il dibattito suscitato dall’atto del consiglio comunale.
Inutili perchè distologno l’attenzione da quelli che sono i veri problemi su cui “le ‘sinistre’ non sanno e non vogliono rispondere: la gente è allarmata perché i figli non trovano lavoro, la gente è allarmata per il crescendo di delinquenza e violenza alla persona, la decadenza economica del centro storico, la torchia fiscale eccessiva e ingiusta che fa chiudere sempre più esercizi commerciali, l’IMU, la decadenza demografica, il taglio dei servizi essenziali, gli anziani, il degrado giovanile”.
“E allora – afferma Riccardo De Amicis del MSFT – spostano il discorso pubblico su un tema falso per tenerci occupati. Ci danno diritti ‘edonistici’ e ‘trasgressivi’ per toglierci i diritti essenziali. Ed allora diciamola tutta: il diritto degli omosessuali a convivere non ha dignità politica. E non veniteci a chiedere: ‘ma tu perché ce l’hai coi gay?’. Facciano quello che vogliono. Crediamo solo che non esista un diritto all’omosessualità, come del resto non esiste un diritto all’eterosessualità.
Nella società post moderna ci sono infinite libertà che non hanno tutela pubblica: si è liberi di tingersi i capelli di verde come di amare la moglie del vicino, di ascoltare una certa musica come di fare raccolta di monete antiche, senza che occorra una legge o un registro comunale che per giunta le protegga. La libertà degli omosessuali è di questo tipo. Scelte e gusti privati, voglie e preferenze o paturnie sono libertà, ma non ‘diritti’. La società non ha alcun obbligo a garantirli. Anzi: non deve garantirli.
Perché non deve? Perché il matrimonio e l’unione eterosessuale ha diritto alla protezione della legge, sia perché giovano alla società perpetuandola, sia perché i figli che tali unioni producono, anche irregolari, vanno tutelati. Per quale diritto divino la società dovrebbe spendersi per le voglie e le libertà di due omosessuali coabitanti? La società riconosce diritti da cui essa stessa trae vantaggio, anche solo nei termini più generali di stabilità e ordine sociale. Ma nelle nozze gaie, non c’è nessun vantaggio pubblico”.
“Dopo di che, non siamo affatto contro le coppie di fatto. – continua la nosta stampa della Fiamma Tricolore senigalliese – Anzi, siamo favorevolissimi all’estensione del concetto. Perché limitare questo ‘diritto’ a uomini o a donne? Estendiamolo al di là delle specie, così facciamo contenti anche gli ambientalisti-ecologisti malthusiani. Personalmente, voglio riconosciuta la coppia di fatto che costituisco col mio gatto: voglio lasciargli la pensione di reversibilità. Perché non posso? Spero che la consigliera Angeletti non mi costringa a provare che ho, col mio gatto, dei rapporti sessuali: sono fatti tra me e il mio gatto. O almeno, basterà un’autodichiarazione. Ci sarà mandato un poliziotto a sorprenderci nell’intimità umano-felina?
Adesso, qualcuno dirà: ma tu sei matto. E infatti, hanno perfettamente ragione. E’ da questo che si distinguono i diritti veri, le libertà necessarie, dalle voglie, dalle preferenze intime e dai vizi e gusti privati. Perché quando qualcuno reclama diritti veri, nessuno dice ‘è pazzo’. Perciò, non dividiamoci e non litighiamo sul registro delle unioni civili. Perché c’è il solito trucco, non fatevi fregare.
La caterva di leggi inutili (anche a livello comunale) come quello delle unioni civili, ci sta rendendo inetti giorno dopo giorno alla democrazia, che richiede cittadini responsabili. Ma infatti non siamo più in democrazia. Siamo in quel mostro del politicamente corretto chiamato ‘democrazia dei diritti’: è la democrazia che diamo per scontata, che crediamo un fatto compiuto, proprio nel momento in cui invece occorrerebbe battersi per riaverla”.
Quindi se la premessa è falsa, allora perché non permettere ad un nucleo familiare di legarsi e avere figli (indipendentemente dai loro gusti)?
Ma il mio intervento vuole essere in particolare una risposta alle solite critiche di chi considera tali provvedimenti inutili o addirittura dannosi considerandoli espressione di diritti "edonistici" e "trasgressivi", pertanto non essenziali, Come ha affermato Riccardo De Amicis della Fiamma Tricolore senigalliese. Ovviamente il problema per tali signori è sempre lo stesso: l'uguaglianza di diritti per persone omo, trans ed eterosessuali.
Come al solito, si gettano le rivendicazioni di uguaglianza in un calderone insieme ad altre rivendicazioni assurde: "si è liberi di tingersi i capelli di verde come di amare la moglie del vicino, di ascoltare una certa musica come di fare raccolta di monete antiche, senza che occorra una legge o un registro comunale che per giunta le protegga." per citare altre perle del De Amicis (non lo scrittore).
Infatti passare la vita con una persona, decidere di fare famiglia, è equiparabile al tingersi i capelli, e si arriva per questa strada ai ragionamenti, ormai ben noti, che, senza essere penalmente perseguibili perchè non diretti (tali personaggi ben conoscono il modo di gettare odio senza assumersene la responsabilità), equiparano alcune categorie di persone (in questo caso, si deduce, omosessuali) agli animali: "Perché limitare questo ‘diritto’ a uomini o a donne? Estendiamolo al di là delle specie, così facciamo contenti anche gli ambientalisti-ecologisti malthusiani. Personalmente, voglio riconosciuta la coppia di fatto che costituisco col mio gatto".
Un paragone troppo simile agli epiteti che venivano rivolti ai "negri" del Sudafrica ai tempi dell'Apartheid, o agli ebrei nei lager nazisti perchè si faccia finta di nulla.
Tali affermazioni pericolose dovrebbero essere sepolte immediatamente da una valanga di commenti negativi, oppure da una solenne pernacchia. Io faccio la mia piccola parte.
Valerio Mezzolani, presidente del Comitato Provinciale Arcigay di Pesaro e Urbino "Agorà"
Sentire paragonato l'unico provvedimento istituzionale al momento esistente in Italia in grado di fare qualche piccolo passo per eliminare questa ingiustizia (per quanto passo quasi inutile, convengo con i Suoi amici, in mancanza di una normativa statale) ad un contratto per vivere col proprio gatto lo trovo quantomeno offensivo. Spero si percepisse la mia irritazione. E spero di aver fornito uno spunto di riflessione. Lei me ne ha offerti più d'uno.
Con questo, La saluto.
Al signor Liverani, una risposta articolata. Lei non sarà certamente cattivo, ma usare parole e concetti a sproposito sulla pubblica piazza come fa il suo collega non è un atto senza responsabilità. E, mi permetta, il tono scherzoso di un post su internet è una cosa, ben altro sono le dichiarazioni di un esponente politico alla stampa.
In realtà quello che lei dice riguardo alle graduatorie per le case popolari esiste già: si tratta della legge anagrafica 1228 del 1954 dove si prevede che la sola presenza del legame affettivo sia sufficiente per la costituzione di una famiglia anagrafica.
Può piacere o meno, ma, volendo essere laici e non lasciandosi condizionare da propri convincimenti etici tale legge permetterebbe già a famiglie composte da coppie non eterosessuali di acceder alle graduatorie. il discorso che il Legislatore nel 1954 non lo aveva previsto è pretestuoso: ovvio che non lo aveva previsto, dal momento che l'omosessualità sarebbe stata espunta dalla lista delle malattie psichiche ad opera dell'organizzazione mondiale della sanità solo 40 anni dopo. Le leggi vanno interpretate alla luce dei tempi presenti e delle situazioni attuali.
Detto questo, io non riesco più a sopportare, mi scusi, i pareri personali di chiunque sull'omosessualità. non mi interessano. e non servono a nessuno. Io non dò pareri sull'omosessualità, o sui capelli biondi, o sulle lentiggini piuttosto che sulla calvizie.
Esistono già famiglie omosessuali, anche con figli (del resto non mi risulta che se due donne lesbiche voglion avere figli qualcuno glielo possa impedire). lo sa che ci sono, ora, non fra 10 anni, decine di migliaia di bambini in Italia con genitori omosessuali? Questi bambini e le famiglie in cui vivono hanno meno diritto a una casa? Questi bambini hanno meno diritto a continuare a vivere con uno dei due genitori nel caso l'altro muoia?
Parliamo di cose serie e importanti, non di idee e massimi sistemi.
Ci sono situazioni che vanno normate, e va fatto al più presto, perchè dove non c'è lo stato si annida l'odio e la sopraffazione. lo sa chiunque abbia studiato un minimo la storia.
Se si segue poi il ragionamento del "signor" De Amicis, allora anche una coppia eterosessuale sterile non dovrebbe godere del diritto al matrimonio, in quanto non perpetua la società.
Secondo ciò che afferma De Amicis si può dedurre anche che quest'ultimo, senza facoltà alcuna, si è permesso di determinare sbagliata l'omosessualità e i conseguenti diritti associati boicottando un processo di civilizzazione già attuato in paesi come Francia,Spagna, USA ecc.
Bisogna anche ricordare che il 20% della popolazione italiana, che corrisponde alla comunità omosessuale presente nello stato, pagando le tasse secondo un concetto di uguaglianza e di parità di diritti deve vedersi riconoscere la possibilità di creare un nucleo familiare secondo le proprie necessità.
al di là del fatto che potesse essere una battuta, da parte di un esponente politico ci si dovrebbe poter aspettare un minimo di intelligenza... possibile che non si sia reso conto che lo scherzo era totalmente fuori luogo e di pessimo gusto?
invece dal signor liverani vorrei sapere che "problemi seri.urgenti e gravi" ci possono essere che siano più urgenti e gravi dell'uguaglianza di ogni cittadino davanti alla legge...
questo modo di pensare retrogrado non è ammissibile in un paese del terzo millennio, soprattutto in un paese la cui costituzione recita " tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali"!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!