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I Gang ospiti dell’Arvultùra di Senigallia

Lo storico gruppo rock presenzierà a un libro-documentario sulla propria storia

Il manifesto che presenta la serata coi Gang ad Arvultùra

Lo Spazio Comune Autogestito Arvultùra organizza per venerdì 21 settembre – ore 21:30 – la presentazione del libro/documentario “LE RADICI E LE ALI”, la storia del gruppo marchigiano THE GANG.


Saranno presenti i fratelli Severini, che ci racconteranno vent’anni di storia della Gang e dell’Italia che hanno narrato nelle loro canzoni.

UN ASSAGGIO …
(Tratto dal sito: //www.the-gang.it/wordpress/)

“Un libro che è un atto d’amore per tanti anni di canzoni, di impegno, di palchi e di concerti”

A metà degli anni ottanta, mentre il mondo impazzisce per sintetizzatori e tastiere a tracolla, in un paese della Marche chiamato Filottrano i fratelli Marino e Sandro Severini raccolgono il testimone dei Clash e fondano i Gang, un gruppo che dopo gli esordi in inglese (o anglomarchigiano) rivoluziona il rock italiano con dischi epocali come Le radici e le ali, Storie d’Italia, Una volta per sempre, con un percorso che passa dal punk al folk, arrivando a sfiorare la canzone d’autore. Un percorso troppo integralista e senza compromessi per non provocare l’ostracismo delle case discografiche e l’emarginazione dai grandi circuiti.

In questo libro si raccontano quasi venticinque anni di avventure musicali e di impegno sociale e politico dei Gang. Grazie alla cura di due fan storici del gruppo come Lorenzo “Lerry” Arabia (musicista) e Gianluca Morozzi (scrittore), il racconto in prima persona di Marino Severini si alterna a interventi di altri fan storici, illustri e non, a foto, ad aneddoti, curiosità, e a tutto quello che è l’Universo dei Gang.

“Se Bob Dylan dice di sentirsi un cowboy, per quel che mi riguarda posso dire che mi considero un pastore, e tutta l’esperienza con i Gang la considero un’eterna transumanza. E le pecore che cerco di condurre verso i pascoli più verdi e i corsi dei fiumi più limpidi sono le mie canzoni. Penso che tutto il senso del mio lavoro sia qui, in questo paragone, che più di ogni altro esprime il mio stato d’animo rispetto a una piccola grande storia alla quale ho partecipato e a cui partecipo da protagonista. In cambio dei prodotti del mio gregge, che siano latte, ricotte, formaggi o lana, ho ricevuto tanto. Che ancora oggi sono io quello che si sente in debito e che dice grazie, per primo“. (Marino Severini)

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