Patrizia Casagrande: “la qualifica di punto franco un’occasione per Senigallia”
Il commissario della Provincia di Ancona interviene sul disegno di legge presentato da quattro senatori
Il porto di Ancona, il suo retro porto, l’Interporto di Jesi e la zona artigianale di Senigallia potrebbe presto divenire un punto franco, ovvero un’ area di esenzione da imposte mirata ad attrarre investimenti e nuovi capitali.
È quanto prevede il disegno di legge presentato questa mattina a Roma dalla senatrici marchigiane Silvana Amati e Marina Magistrelli, e dai senatori Marco Filippi e Vannino Chiti, considerato che il provvedimento riguarda anche lo scalo toscano di Livorno.
Data la rilevanza locale del tema, presente anche il commissario straordinario della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande.
Tra le esenzioni individuate figurano i diritti di confine, i dazi doganali, le sovrimposte di confine, i prelievi agricoli, le restrizioni quantitative e qualitative o qualsiasi tassa o misura di effetto equivalente. Per quanto concerne le imposte, l’esonero riguarderà il reddito delle persone fisiche e giuridiche, l’Iva, il registro, l’incremento di valore degli immobili, il catasto, le ipoteche, la fabbricazione e l’erario di consumo
“Sono molto soddisfatta – commenta la Casagrande – perché l’istituzione di un punto franco nella nostra provincia rappresenta una notevole occasione per contrastare la crisi e dare prospettive di crescita non solo al nostro territorio, ma all’intera area del centro Italia. Non può infatti passare inosservato che, nel quadro di un’area strategica come quella mediterranea, che vede emergere nuovi mercati sia nella fascia nordafricana sia nei paesi dell’Est, l’hinterland anconetano ha caratteristiche infrastrutturali (porto, interporto, ferrovia e grande viabilità) che rappresentano un valore aggiunto nell’ambito di questo progetto. Non si tratta di una mera deregulation, bensì di creare nuove condizioni per attrarre nuovi capitali e accrescere le potenzialità dei nostri distretti industriali”.
Condivido la questione dei porti (ancona,livorno, ecc..) ma non quella della "zona artigianale di senigallia", il solo fattore storico mi sembra fuffa. Forse converrebbe predisporre l'ospedale come zona franca, sarebbe di sicuro un successo.
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