Concorrenza tra imprese funebri a Senigallia: dopo l’esposto, la denuncia
La magistratura cerca conferme su presunti favoritismi, dal trasporto salme, a funerali e turnazione
Dopo il primo comunicato sulle “ipotetiche” lotte intestine tra le imprese di pompe funebri di Senigallia, speravamo di “sentire” qualche “voce ufficiale” dall’amministrazione comunale che informasse i cittadini che avrebbero fatto i controlli dovuti, e invece c’è stato l’ormai famoso “silenzio assordante”. Allora proviamo a porre altre domande nella speranza che possano servire a qualche cosa, perché la questione sollevata “sembrerebbe” aver suscitato un grosso interesse con relativi commenti in città e perché all’esposto presentato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona è seguita una denuncia/querela ben circostanziata.
Sono state anche rivolte delle domande, tramite interviste da parte del giornale locale online “Senigallia Notizie” alle imprese funebri locali. Non tutti hanno voluto rispondere, altri invece hanno giustamente detto il loro pensiero. L’articolo precedente non accusava nessuno, ma poneva dei ragionevoli e leciti dubbi. Pensiamo che sia nell’interesse di tutti che venga fatta piena luce su tutte queste “voci di corridoio“.
Tornando alla questione in essere, “sembrerebbe“, sempre da voci di corridoio, che tra le imprese di pompe funebri ci sia chi riesce a fare sui 200 funerali all’anno e chi “solamente” 40. E’ ovvio e palese che questo può essere riconducibile ad una netta professionalità di “uno” rispetto ad un “altro”, ma essendoci un divario molto grande non sarebbe male andare ad approfondire la questione.
“Sembrerebbe” che negli anni addietro vigeva una specie di “turnazione” che permetteva al personale delle ditte di imprese funebri di salire nei reparti dell’ospedale. Questa turnazione è stata poi abolita nel novembre del 2008 con l’approvazione del Regolamento Servizio Mortuario dell’Ospedale Principe di Piemonte di Senigallia. Stante a questo regolamento, oggi nessuno “dovrebbe” più aggirarsi tra i reparti.
La turnazione è quindi rimasta tra gli addetti delle pompe funebri ma senza salire nei reparti dell’ospedale ovviamente. “Sembrerebbe” però che sia poi venuta meno dal 1 agosto 2011 su una proposta di alcune imprese alle quali, in data 26 luglio 2011, ha fatto seguito una comunicazione dell’ASUR.
“Sembrerebbe“, avendo fatto diverse domande in giro, che nelle RSA limitrofe, facenti anch’esse parte dell’area ASUR4, siano le imprese funebri del singolo luogo ad effettuare il trasporto salme dal reparto all’obitorio interno alla struttura e “sembrerebbe” alquanto strano che la regola del divieto di accesso ai reparti da parte degli addetti delle pompe funebri in quelle strutture pubbliche non venga rispettata. Se queste voci fossero vere “sembrerebbero” esistere due realtà: a Senigallia le imprese verrebbero giustamente tenute fuori dai reparti in base al Regolamento, e nelle RSA limitrofe invece no.
L’Istituto Pio IX Opera Pia Mastai Ferretti di via Cavallotti è dotato di obitorio interno e “sembrerebbe” che sia il personale della struttura a gestirlo anche per il trasporto salme. Anche qui una volta si seguiva la “turnazione” tra le imprese, ma dalla modifica al Regolamento “sembrerebbe” che non si riesca a sapere in che modo vengano contattate le imprese funebri dai famigliari e le voci di corridoio dicono che “sembrerebbe” esserci una marcata preferenza verso qualcuno. “Sembrerebbe” che anche all’ex IRAB e alla Bettino Padovano le cose non vadano meglio, le voci di corridoio parlano di una smaccata preferenza verso alcune imprese funebri a danno di altre.
E ora veniamo al “Trasporto della salma a seguito di morte accidentale“. Quelle morti che possono avvenire a causa di un incidente stradale, in un qualsiasi luogo pubblico, ma anche in luogo privato per accidente. In questi casi sono sempre le autorità competenti ad intervenire (Carabinieri, Polizia ecc…). In questi casi il Comune di Senigallia è tenuto a prestare gratuitamente il servizio di trasporto della salma al locale apposito che per Regolamento (Regolamento comunale di polizia mortuaria allegato alla delibera di C.C. di Senigallia n. 53 del 4.6.2009) è indicato presso il Cimitero Le Grazie di Senigallia.
“Sembrerebbe” che in questi casi sia prevista una turnazione proprio per evitare dei favoritismi, e “sembrerebbe” anche che questa “turnazione” venga consegnata periodicamente a tutte le autorità preposte: Polizia, Carabinieri, 118 ecc…. Il Regolamento comunale prevede che le salme vengano trasportate all’obitorio comunale del Cimitero delle Grazie, questo perché così è indicato nel Regolamento di Polizia Mortuaria all’art. 6. “Sembrerebbe” invece, da “voci di corridoio“, che le salme vengano tutte portate all’obitorio dell’ospedale di Senigallia e senza che venga rispettata la turnazione.
Se questo “fosse” vero ci nasce spontanea una domanda: “Ma esiste oppure no una persona che controlla la turnazione e ne sia garante“? Per appurare se queste voci di corridoio siano vere basterebbe andare a leggere gli articoli dei giornali dove narrano di incidenti mortali, controllare la lista delle turnazioni e fare un raffronto. Anche qui ci nasce spontanea una domanda: “Ma non esistono delle ricevute o similari quando si effettuano dei trasporti“? Perché se dovessero esistere “sembrerebbe” facile capirne di più.
Come scritto all’inizio, all’esposto presentato presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, ha fatto seguito una denuncia/querela e “sembrerebbe“, ma ne parleremo la prossima volta, che in questo secondo atto siano state denunciate “alcune pratiche” non proprio lecite e legali perpetrate a danno di “qualcuno“.
Anche in questo caso confidiamo pienamente nella Magistratura che con dovizia e cura andrà a spulciare tutti i “sembrerebbe” che gli sono stati sottoposti tramite l’esposto e la denuncia/querela. Nutriamo anche speranze che l’amministrazione locale si operi per venire a capo della “matassa” che getta ombre e scredita Senigallia tutta. Nessuno accusa nessuno, e lo vogliamo sottolineare per l’ennesima volta, ma è inevitabile e d’obbligo che in presenza di atti dove si denuncia una qualsiasi questione, venga fatta piena luce punendo i colpevoli, ove essi siano trovati, o si dica, portandone le prove ovviamente, che erano solamente “voci di corridoio“.
E poi un appunto: le "" virgolette servono a prendere le distanze dalla parola che si espime.. quindi il ripetersi del "sembrerebbe" virgolettato suona come ridondante o come una furbata..
Se le cose stanno come "ipotizza" Liverani il comune, o meglio la magistratura, dovrebbero intervenire a prescindere se a lamentarsi ci fossero una, nessuna o centomila ditte... (...omissis...)
Firmato Uno dei tanti dell'ospedale INCAZZATO
Mi scusi se insisto ma mi sembra un po' ingenuo, lei come può pensare che un'impresa seppur alle prime armi non sappia come vadano le cose? è proprio chi si accinge ad entrare n un mondo nuovo e già rodato per altri che magari fa fatica ad accettare uno status quo..Io non sto difendendo le imprese che lavorano di più, non oso porre il dito su ciò che non conosco.. ma le assicuro che è molto facile far credere al cittadino che dietro qualsivoglia organizazione ci siano brogli e disonestà.. e millantare spesso crea facili consensi (troppo facili).. si chieda e si informi bene sull'attività di chi pensa abbia mosso l'accusa... si informi, si informi...
http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=5534&ctg_id=93
Non si scomodi a rispondere (anche se forse lei è membro dell'istituto per la salvaguardia della lingua italiana)
"Sembrerebbe" proprio che qualcuno NON sia per niente "interessato" che si faccia chiarezza!...O è una mia impressione?
L'operazione si è conclusa con 5 ordinanze di custodia cautelare (3 in carcere, 1 agli arresti domiciliari ed una sottoposta alla misura dell’obbligo di dimora) eseguite in mattinata, alle prime luci dell’alba. Tutte donne quelle finite in carcere: C.R. 55enne di Polonghera, Z.E. 51enne residente a Saluzzo (entrambe impiegate addette alle camere mortuarie degli ospedali di Saluzzo e Savigliano) , P.A.M. 52enne residente a Bra ma domiciliata a Carmagnola (socia dell’impresa funebre “la Saluzzese Fior di Loto”, avente sedi anche a Savigliano e Carmagnola e poste tutte sotto sequestro), M.M. 32enne di Carmagnola (genero della socia dell’impresa funebre, agli arresti domiciliari), mentre S.F. 34enne (figlia della donna) sottoposta all’obbligo di dimora a Carmagnola.
Tutto ha inizio nel novembre del 2009: ai carabinieri di Saluzzo vengono segnalati alcuni comportamenti che profilano l'ipotesi di una concorrenza sleale da parte di un'agenzia di pompe funebri del territorio per tramite di alcuni dipendenti delle camere mortuarie non esattamente imparziali. A distanza di quasi un anno, nell'ottobre del 2010, la parente di un defunto si rivolge all'Asl segnalando di aver ricevuto pressioni da parte di alcuni operatori delle camere mortuarie per concordare il funerale con una specifica agenzia. Da qui parte un esposto alla Procura della Repubblica di Saluzzo.
Le forze si uniscono e viene creato un pool investigativo ad hoc. La verità prende presto forma, pezzo dopo pezzo, frutto di intercettazioni. Quello che emerge è un sodalizio criminoso molto ben rodato. Le due dipendenti della cooperativa che gestisce le camere mortuarie, nonostante non avessero precedenti penali, erano particolarmente abili nell'avvicinare i familiari dei defunti, nell'accaparrarsi la loro fiducia e nel segnalare subito dopo il tutto all'agenzia per la quale "operavano", che immediatamente si precipitava a prendere accordi con i familiari per organizzare la cerimonia di estremo saluto. Compenso per le due intermediarie il 20% dell'intero pacchetto, rincarato sul prezzo finale del funerale. I familiari del caro estinto, insomma, non solo venivano convinti ad appoggiarsi ad una determinata agenzia, ma pagavano anche la parcella delle due donne delle quali si erano fidati.
Non è nuovo, nel panorama nazionale, il "commercio" delle salme. Ma in provincia di Cuneo fino ad oggi non era emerso nulla di simile. 18 fino ad oggi i casi accertati, tra Saluzzo e Savigliano: l'ultimo, in ordine di tempo, riguarda l'incidente nel quale perse la vita, lo scorso novembre, un assistente capo della polizia Ferroviaria in servizio a Ventimiglia. L'uomo morì dopo che il suo aereo, un ultraleggero, precipitò nella campagna che circonda Revello.
Tutta l'operazione è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa presso il Comando provinciale dell'Arma di Cuneo da parte del capitano della Compagnia di Saluzzo Roberto Costanzo e da parte del sostituto procuratore della Repubblica di Saluzzo dottor Ezio Basso. Sia quest'ultimo che il Colonnello Francesco Laurenti, comandante provinciale, hanno sottolineato come né i vertici della cooperativa che gestisce i servizi delle camere mortuarie nelle due città né quelli dell'Asl siano coinvolti ma, anzi, abbiano fattivamente collaborato per agevolare le indagini; va inoltre evidenziato che altri dipendenti della cooperativa, nel tempo, pur avvicinati dalla solita agenzia di pompe funebri con la promessa di guadagni extra, abbiano invece rifiutato in modo categorico di partecipare all'"affare".
Le indagini proseguiranno al fine di accertare ulteriori casi. L'invito, per chiunque sapesse qualcosa o fosse stato suo malgrado coinvolto nella vicenda, è quello di segnalare il fatto, in modo da raccogliere ulteriori elementi utili al proseguio dell'operazione. (fonte www.taragocn.it)
La penna la usa molto meglio nell'aizzare i giovani di destra contro quelli del mezza canaja, pensando che un'emoticon basti a cancellare la totale irresponsabilità politica di alzare tensione in contesti del genere. Mi riferisco a questo: http://www.senigallianotizie.it/1327323603/fiamma-tricolore-liverani-interviene-sulla-criminalita-a-senigallia
Se questi sono quelli che vogliono risolvere il malcostume siamo messi bene...
BUON LAVORO!
La condanna più pesante, 4 anni di reclusione, è stata inflitta a Pietro Cisternino (detenuto in quanto presunto mandante dell’omicidio di Attorre e Petruzzelli). Per lui il pm Raffaele Graziano aveva chiesto un anno in più. Condannati a 2 anni di reclusione Carmelo Aloisio (2 anni e 10 mesi la richiesta), Francesco Balestra (2 anni e 4 mesi) e Giuseppe Loperfido (3 anni e 2 mesi). Due anni e 3 mesi è la pena inflitta a Lucia Losito (2 anni e 4 mesi), 1 anno e 7 mesi a Cosimo Loperfido (2 anni e 2 mesi), 1 anno e 10 mesi a Rosa Loperfido, 2 anni e 2 mesi a Pietro Antonacci (2 e mezzo), 2 anni e 8 mesi ad Anna Resta, 1 anno e 7 mesi ad Angelo Montanariello (2 anni), 1 anno e 2 mesi a Giovanni Pontassuglia (2 anni), 2 anni e 7 mesi a Nicola Bradascio (2 anni), 1 anno e 7 mesi a Daniele Cannarile (2 anni e 2 mesi) e 1 anno ad Angelo Fischetti (2 anni).
Il collegio (presidente Michele Petrangelo) ha assolto sei imputati, Domenico Gentile, Antonio Massaro (il pm aveva chiesto per entrambi 2 anni e 4 mesi), Salvatore Lacatena (rischiava 3 anni) e i titolari delle agenzie funebri, Tommaso Liuzzi (2 anni e 2 mesi la pena proposta), Silvio Turbato e Salvatore Ivone (2 anni la richiesta per questi ultimi).
Undici imputati sono stati condannati anche al pagamento di una provvisionale di 5.000 euro a testa quale risarcimento nei confronti dell’Asl costituitasi parte civile tramite l’avvocato Emidio Attavilla. La sospensione della pena, per coloro i quali è previsto il beneficio, è subordinata al pagamento della provvisionale.
Due imputati, infine, avevano già definito la loro posizione patteggiando la pena, Antonello Guiscardo Legari, 2 anni e mezzo di reclusione e Vittorio Marcoleoni 6 mesi.
I reati dei quali rispondevano gli inquisiti vanno dall’illecita concorrenza con violenza e minaccia, al peculato, alla violazione del segreto d’ufficio, al furto, alla corruzione, alla truffa, al falso, alla detenzione illegale di armi.
I fatti risalgono al 2008. Molti degli infermieri coinvolti hanno preferito uscirne patteggiando, mentre il Comune di Milano si è costituito parte civile (tra gli imputati alcuni addetti dell’obitorio) e chiedono i danni anche due ospedali, il San Paolo e il San Carlo. Coinvolti nomi storici dei funerali milanesi come Alcide Cerato e i figli Massimo e Andrea dell’impresa San Siro o come Mario Sciannameo, vent’anni nel Psi e amico di quel Mario Chiesa primo arrestato di Mani pulite, oggi amministratore delle imprese di pompe funebri (in crisi) La Varesina srl e Sofam, per i cui buchi di bilancio è anche indagato per bancarotta in un altro procedimento.
Per queste vicende, invece, 41 persone erano state spedite in carcere o ai domiciliari, quattro anni fa, per ordine del gip Giuseppe Vanore. Stando alle accuse del pm Colacicco, le imprese, una ventina, si spartivano il mercato dei servizi funebri per le persone decedute in ospedale secondo una turnazione precisa scandita con dei calendari dai promotori dell’associazione per delinquere. Per farlo, corrompevano gli infermieri addetti alle camere mortuarie anche per ricevere le segnalazioni dei decessi e contattare per prime i parenti. Nel corso dell’udienza preliminare i patteggiamenti furono 33 (fra cui quelli dei figli di Cerato) e 4 le condanne con rito abbreviato. A giudizio erano finiti tutti gli altri, tra cui Alcide Cerato (per cui il pm Colacicco ha chiesto 3 anni e 3 mesi) e Riccardo D’Antoni titolare de La Varesina.
In un altro filone d’inchiesta sono già stati condannati tre anni fa l’ex direttore del settore Servizi cimiteriali di Palazzo Marino e il suo braccio destro, accusati di aver accettato tangenti per un totale di oltre 300mila euro al fine di favorire presso il Comune le concessioni per la costruzione di tombe di famiglia e colombari. mario.consani@ilgiorno.net
Nn credo il Signor Liverani percepisca nessuna somma di denaro nel fare tutto questo, di sicuro però non scrive da cittadino ma come dice lui stesso, è segretario di un partito.
Ovviamente chi cerca di guardare anche l'altro lato della medaglia lo fa per interesse vero?E tutti voi commentatori quindi?Tutti parenti o amici di alcuni???
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