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Senigallia ricorda i suoi scultori del ‘900

Mostre alla Rocca roveresca e al Palazzetto Baviera

Sculture in mostra

Senigallia è la città della fotografia ed i suoi fotografi, primi tra tutti Giacomelli e Ferroni sono onorati in mostre e convegni , oltre che a Senigallia e nelle Marche, in tutta Italia e all’estero. Tutti ormai riconoscono come il Gruppo Misa, promosso da Giuseppe Cavalli, abbia aperto, anche sotto il profilo teorico, una pagina nuova nella storia della fotografia, quella della fotografia d’arte. Meno noto è il fatto che Senigallia nel Novecento ha avuto anche importanti scultori.

A sottolineare con forza questo aspetto dell’identità culturale senigalliese durante l’estate 2012 c’è stata l’apertura di una mostra alla Rocca Roveresca. Si tratta di un’esposizione in cui sono raccolte le opere di scultura conservate dal Museo comunale d’arte moderna, che allinea opere di scultori di grandi capacità espressive come Enrico Mazzolani, Alfio Castelli, Silvio Ceccarelli e Romolo Augusto Schiavoni.

Lo scultore Guiglielmo Vecchietti Massacci, professore di scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e autore assai noto, visitando la mostra nei giorni scorsi con il direttore del Musinf per un riscontro tecnico sullo stato di conservazione delle opere, ha sottolineato l’importanza storica territoriale della raccolta e la rilevanza degli autori esposti nella storia della plastica italiana del Novecento.

Rilevata l’importanza didattica della mostra alla Rocca Roveresca ai fini di diffondere la conoscenza delle tecniche e dei linguaggi della scultura l’assessore alla cultura Stefano Schiavoni ha pensato di attivare un gruppo di lavoro, chiedendo al prof. Massacci, al prof. Bugatti, direttore del Musinf e all’architetto Ceccarelli di verificare la possibilità di programmare visite didattiche guidate alla mostra degli scultori senigalliesi con le scuole in occasione dell’apertura dell’anno scolastico.

Di rilievo, nel quadro di una valorizzazione della scultura senigalliese, è anche la collaborazione tra Comune di Senigallia, Pro Loco Senigallia Spiaggia di Velluto , famiglia dello scultore Guido Rossini , e Musinf, nell’intento di ricordare e mantenere viva la memoria dell’opera di questo artista. Allo scopo rimarrà aperta, nella sala del Fico di Palazzetto Baviera fino al 16 settembre, tutti i giorni, dalle ore 18 alle 23 una mostra allestita per il centenaio della nascita di Guido Rossini, che  era nato a Castelcolonna il 13 settembre del 1912 e aveva iniziato i primi studi artistici presso l’Istituto d’Arte di Fano, seguendo il corso di scultura del prof. Silvio Ceccarelli , di cui aveva frequentato anche lo studio.

Dal 1941 era stato insegnante prima presso la Scuola Industriale di Ancona, poi presso l’Istituto Podesti. Nello stesso periodo aveva conseguito il diploma al Corso Superiore presso l’Istituto d’Arte di Perugia. Durante la sua permanenza in Umbria, Rossini aveva approfondito lo studio della ceramica e visitato le fabbriche e i laboratori di Perugia, Deruta e Gualdo Tadino. Nel 1946, Guido Rossini aveva iniziato la sua attività di ceramista nello studio-laboratorio di via Foscolo, a Senigallia, dove , instancabile e coraggioso, aveva portato avanti il suo lavoro con serietà, impegno e professionalità. Il laboratorio di via Foscolo era anche diventato punto di incontro e scambio di idee con altri artisti e personalità, tra cui il Marchese Alessandro Baviera, Dante Panni, Giorgio Ciacci, Romolo Augusto Schiavoni, Mario Giacomelli, Vittorio Luzietti, Guglielmo Vecchietti e gli artisti fanesi Bacchiocchi, Ferretti e Bruno Radicioni. Nelle ceramiche, nelle pietre e nei bronzi in mostra al Palazzetto Baviera rivivono la sensibilità e l’interiorità dell’artista. Guido Rossini, dopo aver lavorato fino alla metà degli anni Novanta, si è spento a Senigallia il 5 luglio del 2002. Nel 2005 la Mediateca delle Marche e il Musinf hanno realizzato un primo catalogo delle sue opere. La catalogazione digitale sarà ancora proseguita dal Musinf in collaborazione con la famiglia dell’Artista, poiché molte sono le opere di Rossini presenti  in collezioni private non ancora fotografate e catalogate.

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