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“I relitti del Navalmeccanico, una telenovela senza fine per Senigallia”

L'intervento di Paolo Belogi: "per quanto tempo ancora ce li troveremo davanti?"

Ex cantiere Navalmeccanico a Senigallia

Una stima, di difficile verifica, ci dice che i relitti custoditi dai fondali marini siano, in tutti i mari e gli oceani del mondo, più di tre milioni. Sorvolando sulle modalità adottate per il calcolo, che prendono in considerazione le umane vicende da 3000 anni circa a questa parte, oltre a non privarci della libertà di dubitarne, non abbiamo neanche solidi elementi per non ritenere verosimile quell cifra.

Tutti siamo però d’accordo nel costatare, ovunque vi siano relitti sommersi, quanto in genere si sviluppi florida l’attività di turismo subacqueo che, insieme ai coralli, cresce intorno ad essi. E qui il riscontro è più facile: è sufficiente, infatti, sbirciare tra i depliant delle più o meno blasonate località rivierasche, che possano possibilmente vantare un passato di traffico marittimo, per notare quanto, l’esplorazione dei relitti, possa essere un valore aggiunto per l’economia di quei posti.
Forse Senigallia però punta oltre, e neanche sul fondale sabbioso della Spiaggia di Velluto mancano quelle attrattive che farebbero la felicità di qualsiasi subacqueo. Se solo avessero qualche palmo d’acqua salata a ricoprirne le lamiere.
Già, perché sto parlando di relitti esplorabili anche senza pinne e maschera, quelli esposti, per la “gioia” di turisti e senigalliesi (con e senza pedigree), al sole estivo e alle intemperie della bassa stagione. Senza quei relitti, ormai perfettamente integrati nello skyline del porto, Senigallia, se non tutta almeno la porta attraverso cui accedere al Lungomare Nord, non sarebbe più la stessa. Come una telenovela, la saga dei pescherecci al navalmeccanico, sembra non avere fine. Ogni puntata uguale alla precedente, e non occorre una fervida immaginazione per ipotizzare come evolverà la storia.

Semplicemente, temo, non evolverà. Dovessi mettere in fila due parole, per illustrare su una brochure turistica, la bontà di queste attrattive inizierei col tranquillizzare i sub di tutto il mondo, soprattutto quelli con la fobia dell’acqua e in grado cioè di ammirare, dal marciapiede, quando non dall’abitacolo della propria vettura, gli ormai quasi monumenti cittadini: la stagione, e probabilmente anche la coda della stagione, è salva, i relitti orneranno” il fondale emerso di Senigallia sicuramente fino all’autunno (ma penso che anche il panettone del Natale 2012 lo mangeremo all’ombra dei pescherecci, con data di scadenza da ritoccare al rialzo). E la tiritera delle rassicurazioni sulla loro rimozione è lì a confermarcelo.

Inoltre non accelerano certo il loro sgombero i continui passaggi di proprietà dei pescherecci arenati nell’ex cantiere del porto (ultima, in ordine di apparizione, la “Lepore commerciale srl” di Udine), che pare concorrano solo ad offuscarci la vista circa le responsabilità sulle operazioni di bonifica del porto per cui, sul finire dello scorso anno, era stato nominato anche un “soprintendente” (un contratto semestrale, che partiva lo scorso novembre e che, stando alle cronache di allora, prevedeva un compenso di € 3.500).

Ma il degrado dell’area è ancora lì, quello che resta dei pescherecci non fa neanche “ammuina”, se non con le parole dei comunicati (come questo) che si alternano e che, per ora, è il solo indotto che i relitti in secca sono capaci di produrre. Agli uni (amministratori al governo della città) fanno comodo per continuare a dirci quanto si prodighino mirando allo sgombero della zona (era in gioco anche la Bandiera Blu per gli approdi turistici ed i relitti, con la loro presenza, costituivano un ostacolo per il suo ottenimento), mentre per gli altri (opposizione) è testimonianza dell’inettitudine dei primi. Una manna bipartisan. Manco a dirlo è freschissima la notizia dell’ennesimo rinvio dello sgombero, però pare ci siano le autorizzazioni necessarie al dragaggio della vecchia darsena, operazione necessaria a far prendere il mare ai pescherecci arrugginiti senza che s’incaglino. Intanto aspettiamo l’autunno, su un giornale leggo: “Forse ad ottobre la prima delle cinque navi potrebbe prendere il largo..”. In culo alla balena!

Commenti
Solo un commento
N.H.ugo mascetti 2012-09-03 13:18:14
Integrazione sui comodi rinvii al cantiere navale.

Vi ho mandato un’altra foto in aggiunta a quelle che vi ho inviato ieri a integrazione del corposo articolo di Belogi sui comodi rinvii. n.h.u.m
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