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Reati in aumento. Per Marinaccio anche i senigalliesi devono essere più accorti

Il Comandante dei Carabinieri: "Bisogna rendersi conto che non esistono più isole felici"

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Lorenzo Marinaccio

E’ vecchia neppure di quattro settimane la serie di considerazioni che il Capitano Lorenzo Marinaccio, Comandante della Compagnia di Carabinieri di Senigallia, aveva espresso a margine del resoconto degli interventi operati nella prima parte del 2012. Dopo, appunto, 25 giorni arrivano alcuni riscontri, alla luce dei fatti di cronaca che si sono verificati.

Nel periodo agostano e di maggiore afflusso di turisti a Senigallia, si sono infatti registrati molti furti di piccola entità, che non destano magari scalpore ma che, messi assieme, disegnano un quadro che deve far riflettere e deve portare anche noi cittadini, secondo Marinaccio, ad operare una piccola “rivoluzione culturale” e comportamentale, spingendoci ad una maggiore tutela del nostro patrimonio e a percepire come non esistono più in assoluto zone franche, ancorché questa area del Paese sia di gran lunga migliore, sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, di altre aree devastate dalla presenza congiunta di criminalità organizzata e comune”.

A supporto di questa richiesta c’è l’elenco delle tipologie di furti registrati in quasi quattro settimane: borse nel cestino porta oggetti delle biciclette o nel cestino porta oggetti dei carrelli della spesa, furti in abitazioni in cui i malviventi si sono introdotti attraverso porte e finestre lasciate aperte, rapine ai danni di attività commerciali in cui i malviventi, pare, si siano introdotti eludendo il controllo della vigilanza e di sofisticate apparecchiature di video sorveglianza, nascondendosi nel bagno prima della chiusura, e gli ormai cronici furti di biciclette e due motorini parcheggiati senza alcun particolare sistema antifurto, rubati in pieno giorno, anche in zone trafficate come il lungomare o il centro cittadino.

Ma oltre ai furti, i Carabinieri guidati da Marinaccio sono stati particolarmente impegnati anche su altri due fronti, quello della lotta al traffico di stupefacenti e del contrasto al mercato della prostituzione.

Il sequestro di piante di marijuana che un 29enne coltivava in casa è un risultato positivo, in un territorio che Marinaccio descrive come “fortemente interessato dalla coltivazione, dalla produzione, dallo spaccio di sostanze stupefacenti”, ma la morte per overdose di una 37enne, avvenuta la mattina del 25 agosto, è un campanello di allarme preoccupante.

Gli ambienti della prostituzione, afferma il Comandante ribadendo considerazioni di sette giorni prima, sono frequentatissimi, il mercato è purtroppo florido e controllato da organizzazioni criminali, seppure alcune ragazze siano divenute col tempo “autonome” e “imprenditrici”, come alcune di esse affermano.

Commenti
Ci sono 4 commenti
O. Manni
Paul Manoni 2012-08-27 03:31:15
Mercati, quello della coltivazione di marijuana e quello della prostituzione, che andrebbero semplicemente LEGALIZZATI e REGOLAMENTATI, al fine di sottrarli alla criminalità organizzata, e ripristinare il controllo da parte dello Stato su questi fenomeni, che come si evince, le leggi proibizioniste perfino inasprite, emanate sistematicamente come deterrente, hanno solo provveduto a far ottenere il risultato diametralmente opposto a quello auspicato. "mercati" (se così vogliamo chiamarli) clandestini, che altri paesi europei hanno provveduto a debellare, a far emergere e legalizzare, cosi' da poter essere gestiti in tutte le loro svariate caratteristiche sanitarie, fiscali, sociali, ecc, ecc. Anche se le nostre forze dell'ordine, nell'operare autorevolmente e con professionalità e competenza massima, si limitano a fare ciò che di loro competenza, cioè al far rispettare le leggi, sarebbe interessante conoscere il loro punto di vista su questi temi. Ho come la sensazione che si dedicherebbero molto più volentieri all'arresto di criminali "veri", piuttosto che a rincorrere i clienti delle prostitute, o sbirciare sui terrazzi di cittadini consumatori di droghe leggere che se le autoproducono, anzichè rivolgersi alle varie mafie.
CLAUDIO 2012-08-27 14:35:28
Bravo Paul, concordo pienamente quello che hai scritto. Un'ostacolo, è farlo capire alla Chiesa, visto che questa non ammetterà mai due cose simili, e come sappiamo, il parere della Chiesa, incide molto nelle decisioni del nostro paese. Un'altro grande ostacolo, sono i politici, perché, come la storia "nascosta" ci insegna, dietro le cosche mafiose, c'è sempre qualche politico, più o meno noto, e quindi non approveranno mai la liberalizazione di queste due cose, prima fonte di guadagno delle mafie di tutto il mondo.
O. Manni
Paul Manoni 2012-08-27 15:45:01
Claudio, la Chiesa, per come la vedo io, è libera di dire la sua su tutto quanto, fermo restando che la religione è la religione, e lo Stato è lo Stato. La separazione, deve esserci giocoforza in un paese LAICO. Il problema quindi, è che spetta al legislatore tenere conto di queste ingerenze della Chiesa nella politica italiana, possibilmente e limitatamente alla misura in cui la Chiesa si fà portatrice delle istanze dei cittadini credenti cattolici "veri" (quelli che frequentano riti e parroccchie), i quali, stando alle statistiche, raggiungono a malapena il 12/15% dei cittadini italiani tutti. Tant'è che i partiti che si rifanno esplicitamente ai principi cattolici, alle tornate elettorali, non superano nemmeno l'8% dei consensi. Insomma, nel recepire i consigli ed i desiderata della Chiesa e della comunità cattolica italiana, i politici dovrebbero cominciare a tenere conto che sono di fatto, una sempre più risicata minoranza rispetto al totale degli elettori, che sono invece molto più aperti di chi ha la pretesa di rappresentarli, ed a favore di Eutanasia, Testamento Biologico, divorzio breve, fecondazione assistita, ricerca sulle staminali embrionali, prostituzione, contraccezione, aborto e via dicendo. Gli italiani, seppur credenti cattolici, si aspettano uno Stato LAICO, non cattolico. Posso assicurarlo perchè parlo per statistiche specifiche, non per sentito dire. Aggiungo una semplice considerazione. Secondo me è ora che i cittadini comincino a farsi sentire in questo senso ed a vivere con più coerenza e meno ipocrisia. Dirsi "cattolici, non praticanti", equivale a dirsi "Vegani, amanti dei doppi-cheesebruger". C'è un libro molto interessante che parla di questo fenomeno (secolarizzazione). In pratica è un'inchiesta sociologia condotta attraverso statistiche (prove empiriche) in Italia. Si intitola "Quel che resta dei cattolici", ed è scritto da Marco Marzano. Ne consiglio la lettura.
CLAUDIO 2012-08-27 21:23:53
Ciao Paul, mi hai fatto un discorso troppo difficile per me che ho solo la 3° media, presa tanti anni fà. Non condivido tutto quello che hai detto, ma comunque non andiamo oltre perché stiamo uscendo completamente da quello che era la notizia principale.
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