A Corinaldo un concerto da sogno con John Hackett e Marco Lo Muscio
Altro appuntamento di successo al Festival Organistico Internazionale
Si è svolto a Corinaldo Sabato 11 Agosto l’attesissimo concerto per flauto ed organo di John Hackett e Marco Lo Muscio nella chiesa di San Francesco.Non era una serata facile per Corinaldo, lo splendido comune di cinquemila abitanti fra la valle del Misa e quella del Cesano, sabato era una comunità colpita da un grave lutto.
Anticipando il resoconto del concerto, penso di poter dire che durante la celestiale esecuzione dell’ “Ave Maria” di Giulio Caccini (1550 – 1618) molti hanno rivolto un pensiero ad Andrea Ciriachi, e alla sua tragica scomparsa.
Monsignor Giuseppe Bartera, il parroco di Corinaldo, dopo aver vissuto la giornata con la sua comunità raccolta nel dolore, com’è nel suo carattere, e anche nei suoi doveri, era ansioso di offrire una occasione di colto sollievo.
Ha sobriamente dato il benvenuto al pubblico che lentamente, ma inesorabilmente, ha riempito la chiesa. Quelli di Corinaldo sono venuti tutti, e in soprannumero c’erano quelli arrivati da fuori: i senigalliesi affezionati e i turisti armati di dotta ignoranza.
Don Giuseppe Bartera ha anche ricordato le origini del Festival nella Chiesa di Santa Maria della Neve, detta del Portone, a Senigallia, dove tutto ebbe inizio undici anni fa grazie alla costruzione di uno tra i più interessanti strumenti dell’arte originaria contemporanea, donato alla chiesa dalla famiglia Uccellini, all’infaticabile passione del direttore artistico, il Maestro Federica Iannella e la lungimiranza dell’allora parroco, proprio Don Peppe, che con grande modestia ha dichiarato che nessuno avrebbe immaginato a che importanza sarebbe arrivato Il Festival Organistico Internazionale “Città di Senigallia”.
L’Assessore alla Cultura Giorgia Fabri, promotrice fattiva della serata insieme a tutto il Comune di Corinaldo, ha ringraziato tutti i presenti e l’organizzazione del Festival per aver portato nel Paese natale di Maria Goretti, un appuntamento di così grande prestigio, e senza dirlo, aveva un pensiero in più, la domenica successiva avrebbe suonato l’Organo dopo Marco Lo Muscio.
Il concerto è partito con il Preludio in fa BWV 534 di Johann Sebastian Bach (1685-1750) per passare da brani di musica classica, Caccini e Langlais, a brani del novecento provenienti dai Genesis, Steve Hackett solista, Rick Wakeman, Paolo Lazzeri, e degli stessi John Hackett e Marco Lo Muscio che alternano mirabilmente l’attività di interpreti con quella di compositori.
Il duo Lo Muscio – Hackett ha convincentemente dimostrato come non sia possibile percepire chiaramente alcuna differenza tra il repertorio Progressive e quello più classico.
Le opere d’arte in un certo senso sono sempre tutte contemporanee dal momento che vivono negli occhi e nelle orecchie di chi le ascolta.
Dal mistico Bach al mistico Vocalaise di Wojciech Kilar, passando per gli assolo dal forte carattere sperimentale, il flauto e l’organo dopo aver mostrato singolarmente le loro immense potenzialità si univano in melodie senza tempo.
L’organo della chiesa di San Francesco a trasmissione elettrica costruito dalla ditta Mascioni di Cuvio (Varese) nel 1964, suonato da Marco Lo Muscio si è messo al servizio, senza sopraffarlo, del flaluto verticale di John Hackett, che grazie alla sua tecnica e alla suo sensibilità otteneva un suono limpido, melodioso e potente quasi dicendo all’Organo “tu hai un mantice e tante canne, io ho solo due polmoni ed un solo pezzo, ma insieme possiamo fare cose grandi“.
Il pubblico era estasiato da tanta bravura, forza e sensibilità, aveva quasi la sensazione di sentirsi galleggiare portato per mano in atmosfere oniriche, e quando il magico duo si fermava, i battimani repentini e potenti sembravano dire: “Bravi, Bravissimi. Non smettete mai. Fatelo ancora“.
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