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Arvultùra: “Sul sociale non si taglia”

Lo spazio autogestito interviene a favore del 'Comitato famiglie disabili'

Protesta a Senigallia delle famiglie dei disabili contro i tagli ai servizi assistenziali

Non ci sono i soldi“. E’ questo il leitmotiv contro il quale si scontra ogni richiesta dei cittadini che si organizzano per rivendicare dei diritti, spesso elementari.

Quando abbiamo detto di investire sulle case popolari o di riqualificare il patrimonio sfitto, di non svendere il patrimonio pubblico o di aumentare i fondi per le politiche di sostegno al lavoro, la risposta è sempre stata la stessa: “non ci sono i soldi“.

Questa è anche la risposta che l’Amministrazione Comunale ha dato alle famiglie dei disabili alle quali ha improvvisamente tagliato i servizi.

E’ vero, i soldi non ci sono e questa non è una colpa dei Comuni, ma delle politiche europee fondate sui tagli allo stato sociale. Ad applicare queste politiche economiche in Italia è il Governo Monti.

Un’Amministrazione Comunale in questa situazione ha due scelte, o diventare mera esecutrice di decisioni altrui o schierarsi con i propri cittadini. I soldi sono pochi, la coperta è corta, ma decidere da che parte tirare questa coperta, cioè a chi erogare i soldi, dipende tutto dalla volontà politica e non dai tecnici che ci governano.

I Comuni, oggi, sono strumenti per la traduzione sul piano locale di politiche di rigore che hanno come unico risultato l’impoverimento di tutti noi. Se la Giunta Mangialardi non vuole essere un semplice esecutore, a nostro avviso, dovrebbe aprire il bilancio comunale alla città, confrontarsi con le parti sociali, con i suoi abitanti e farlo prima di approvare un bilancio e non dopo.

E’ necessario che le politiche economiche comunali siano sottratte all’esclusivo ed escludente sapere dei tecnici e dirigenti per essere invece il risultato di una gestione partecipata, cioè essere oggetto di discussione politica pubblica. Serve un Consiglio Comunale Aperto che inviti la città a discutere del prossimo bilancio e quindi a poter decidere dove si taglia e dove no. Sui servizi pubblici, sociali, sull’istruzione e sulla salute, va posta una rigidità tutta politica, affermando: “qui non si può tagliare”.

Come Spazio Comune Autogestito Arvultùra, lunedì siamo scesi in piazza affianco del “Comitato Famiglie Disabili“, portando questi contenuti. La loro lotta è la nostra lotta e non lo diciamo in termini retorici o di mera solidarietà, ma perché le difficoltà che queste famiglie e i lavoratori stanno vivendo, è il risultato pratico, tangibile e quotidiano delle politiche economiche di rigore.

Se non saremo in grado di porre almeno un argine, questo si ripercuoterà su tutti i servizi sociali. Sono in ballo la qualità e la dignità della vita di tutti noi.

Commenti
Ci sono 5 commenti
carlo 2012-08-08 11:47:05
Si sta raggiungendo una bassezza umana spaventosa, siccome sono aumentate le famiglie con figli disabili allora dimezziamo i servizi per non spendere di più, come se questi fossero costi da non sostenere. Ma come possiamo considerare democratico uno Stato o un Comune che applica un sistema finanziario che per definizione non è affatto democratico? In una società dove l'individuo deve produrre e consumare, non ci saranno mai soldi solo per assisterlo. Si approva il taglio dei servizi poi escono fuori le anime pie che vorrebbero che si approvi il fondo-famiglia. E se fra due anni sono di nuovo aumentate le famiglie e non basta più il fondo famiglia? Ma provate a invertire le parti, immaginate se da oggi i vostri figli e nipoti sono quelli che Lunedì manifestavano in piazza con i loro genitori, cominciate a pensare come si stravolgerebbe la vostra agiata quotidianità, e cosa ancora più inquietante cosa succederà a vostro figlio quando non ci sarete più. Provate a pensarci mentre guardate i vostri figli che giocano e ridono, mentre passeggiate con loro in spiaggia e poi scrivete pure che il taglio è indispensabile..... che poi troveremo una soluzione..... che fra poco si approverà il fondo famiglia.
Shlomo Yehuda 2012-08-08 11:47:17
Ma questa Giunta che si dice tanto sensibile... è proprio composta nel suo vertice dal PD, primo sostenitore del governo Monti.
Per cui, militando in un partito che sostiene la macelleria sociale, la responsabilità politica degli amministratori del PD è evidente e dunque la colpa è anche loro, perchè i meccanismi si reggono su catene di responsabilità, non solo pratiche ma anche di etica politica.
Sel invece deve ancora capire la parte, più che 'sceglierla', riprendendo l'altro vostro bel comunicato.
Rione 2012-08-08 12:38:49
SEL la sua parte l'ha capita e l'ha scelta: la cieca obbedienza e fedeltà al Re. L'insulso comunicato a sostegno delle scelte della Giunta dopo l'incontro di giovedi è la palese dimostrazione.
O. Manni
Paul Manoni 2012-08-08 15:09:57
In merito a questa questione del taglio delle spese ai disabili, mi pare che il governo faccia la parte del criminale organizzato, le parti politiche che compongono l'amministrazione comunale mettano in atto il crimine come bassa manovalanza, e visto l'omertoso silenzio, le parti politiche che compongono l'opposizione ad essi, facciano da palo. Non penso che sia necessario aggiungere altro. La proposta di Arvultura, di aprire una concertazione cittadina preventiva rispetto all'approvazione del bilancio comunale, la ritengo più che ottima.
Rachele 2012-08-09 07:00:19
Ecco, qui (non dico in piazza con Arvultura, che è un pò troppo, ma su questa seria questione) ci avremmo voluto vedere attivo Paradisi, il consigliere paladino dei diritti del cittadino, e non su questioni come il "becero" attacco alle frecce tricolori o le "snervanti" file all'ex Gil (che l'8 di agosto, magari, possono essere comprensibili: mi preoccuperei se fosse così tutto l'anno).
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