Senigallia, i genitori dei ragazzi disabili protestano in corteo
Il Comitato Famiglie Disabili: "Dal Comune proposte risibili, serve una revisione delle priorità" - Foto e video
Si è svolta in una piazza Roma affollata di genitori, cittadini, commercianti e soprattutto disabili la protesta contro i tagli ai servizi assistenziali mossi dal Comune di Senigallia.
Una protesta per far luce su quella che è una condizione vissuta tutti i giorni aldilà delle estati o degli inverni, delle festività o dei giorni lavorativi cui è difficile far fronte senza un appoggio da parte dei servizi alla persona e delle cooperative di educatori.
Per questo le famiglie del Comitato, formatosi a fine luglio, si sono riunite nel pomeriggio di lunedì 6 agosto in piazza Roma: per sensibilizzare cittadini e turisti su una condizione di “precariato” che è andata avanti tutta l’estate, iniziata da un giorno all’altro alla fine della scuola e che solo dopo le proteste, lettere e riunioni ha finalmente visto un piccolo passo in avanti. Ma che, per questi genitori, sa di presa in giro.
La riduzione di circa il 50% delle ore di assistenza domiciliare ai disabili, deciso per far fronte alle aumentate richieste da parte di nuovi 13 utenti aventi diritto, infatti, è stata compensata in qualche modo garantendo il servizio solo ai casi più gravi.
“Ma così facendo – spiegano Catia Donninelli e AlbertoMarinetti nel loro intervento – negano un diritto ai casi meno gravi, peraltro tutti riconosciuti come gravi già nella programmazione iniziale. Chi lo decide chi è più o meno grave? Il Sindaco?” si chiedono dal Comitato.
Le famiglie, con un corteo lungo il centro storico fino alla rinnovata piazza Saffi e viale Leopardi, hanno messo in luce e criticato una gestione delle risorse pubbliche che, pur in difficoltà tra patti e crisi, ha tagliato un servizio fondamentale a tutela di un diritto altrettanto fondamentale. Tutela per la quale sono state proposte soluzioni “alternative” e “provvisorie” che gli stessi genitori dei ragazzi disabili hanno giudicato risibili o addirittura offensive.
Da un lato, infatti, vi è la proposta di minimizzare i costi affidando ad un educatore due o più ragazzi disabili, cosa che i genitori hanno rifiutato categoricamente perché, oltre a non poter più attuare il percorso formativo individuale, c’è il serio rischio di ghettizzazione dei disabili.
Dall’altro c’è la proposta di contribuire economicamente al servizio per cui già vengono pagate le tasse o di farsi aiutare (chi li ha) da nonni e zii. Proposta, quest’ultima, che Maria Chiara ed Elena Paolini non esitano a giudicare banale perché si basa sul concetto che l’educatore sia poco più che uno studente senza formazione o che il nonno riesca a sopperire a tutti i bisogni di un ragazzo disabile.
Alla protesta, che ha raccolto il sostegno di diversi cittadini e passanti (ma bisogna tristemente sottolineare che molti hanno girato la faccia dall’altra parte senza nemmeno accettare un volantino), hanno partecipato anche gli unici consigliericomunali che finora hanno appoggiato la causa, Roberto Mancini, Paolo Battisti e Luigi Rebecchini (Partecipazione e Rifondazione Comunista) – mentre degli altri gruppi consiliari o politici nessuna traccia -, i quali hanno focalizzato l’attenzione sul fatto che la mannaia in tempi di crisi economica non può abbattersi sui più deboli. Anzi è da qui che si vede il livello di civiltà di una città.
Un grosso contributo alla manifestazione l’hannno data i ragazzi del Mezza Canaja e di Arvultùra. Da uno dei componenti, Nicola Mancini, è arrivata la proposta del bilancio partecipato, ovvero della discussione con i cittadini, in luoghi pubblici, su come stilare il bilancio comunale: “Non possono chiamarci solo ogni cinque anni a mettere una croce e poi chi si è visto s’è visto. Noi vogliamo contribuire e in questa maniera possiamo decidere dove spendere di più e spendere di meno“.
Una precisazione “politica” il comitato l’ha fatta: “Noi non siamo di alcun colore politico, la disabilità non ha preferenze – ha sostenuto Gianni Silvestrini –. Ci aspettavamo anche la risposta e la partecipazione di altri politici e di componenti della maggioranza, ma nessuno s’è fatto avanti“.
Di fronte a tanto dolore e ad altrettanto disinteresse, mi sono sentito io umiliato, al loro posto. Certo che pensando anche al livello di interesse che hanno le "Forze di opposizione" di Senigallia, ho provato una sensazione di morsa allo stomaco. Eccezion fatta logicamente per quelle presenti. Forse ora mi si dirà che sono strumentalizato. Non sono strumentalizzato, forse mi sono solo fatto rasare cuore e stomaco. Ma poi meglio essere strumentalizzato per una giusta causa, piuttosto che strumentalizzati per i voleri della casta politica di appartenenza a cui non si ha il coraggio di ribellarsi. Un immenso menefreghismo che va da destra a sinistra, e ancor di più a sinistra, perchè era quella che, almeno una volta, si arrogava orgogliosamente il compito di tenere prioritariamente in considerazione i problemi dei più deboli e bisognosi. Oggi si fanno invece calcoli aritmetici e percentuali e si grida all'eccellenza, solo perchè c'è chi sta più male di noi. Mai che si guardasse chi fa meglio di noi. Anche a Senigallia, come del resto in Italia, è questa la luce ottimistica che si vede in fondo al tunnel. Spero solamente e torno a ripeterlo, che ci sia sempre unione tra le famiglie, come ne ho avuto conferma anche questa volta e che non cadano sul tranello degli inviti ad incontri separati, che porterebbe ad una guerra fratricida e per di più tra poveri. Eppoi per le famiglie un invito: attenzione, la visibilità a Senigallia sarà possibile averla ancora per agosto e parte di settembre, dopodichè, andranno tutti in lettargo... ed allora chi si sarà visto, si sarà visto...!!!
Riguardo alla manifestazione di ieri, ben riuscita e per niente partecipata da chi sventola la bandiera della famiglia solo per opportunismo elettorale, mi permetto di suggerire alle famiglie dei disabili di istituire un osservatorio permanente sulla qualità e l'integrazione dei servizi, al fine di monitorarne i bisogni di ognuno e se occorre di chiederne altri supplementari. L'osservatorio riferirà in Consiglio sui bisogni e le criticità dei singoli casi, riferirà alla cittadinanza i risultati ottenuti e quelli disattesi. Sono certo che questo contribuirà a un inalzamento del grado di civiltà, Senigallia diventerà una città turistica e accogliente anche per i disabili che potranno trascorrere da noi le vacanze, avvalendosi di tutta una gamma di servizi che l'Osservatorio, l'Asl e il Comune sapranno mettere a disposizione. Che Senigallia diventi presto una città abile al disabile.
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