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Referendum anticasta, davvero una bufala? Intanto a Senigallia si firma

Il Movimento 5 Stelle e i Radicali ne contestano la validità, ma le adesioni aumentano

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Senato della Repubblica, Parlamento Italiano

Battute finali per la raccolta di firme per il referendum sull’abrogazione di una parte delle indennità spettanti ai parlamentari, voluto dal movimento Unione Popolare.

Un’occasione importante per capire quale sia lo stato d’animo degli italiani in merito, nonostante la scarsa promozione dei media tradizionali.

Intanto però da più parti negli ultimi giorni si sono levate critiche all’iniziativa: in particolare il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ha spiegato che in base ad una legge del 1970 la raccolta di firme è inutile.

Secondo il Movimento tale legge affermerebbe l“impossibilità di depositare richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle due Camere medesime”. Di conseguenza tale raccolta di firme sarebbe in questa circostanza priva di risultati concreti.

Sulle stesse posizioni i Radicali, secondo i quali è in atto una “vera e propria truffa ai danni dei cittadini. I moduli utilizzati finiranno tutti al macero”.

Eppure la partecipazione degli italiani non manca, anche a Senigallia, dove si può firmare fino al 26 luglio negli Uffici comunali di Piazza Manni accanto alla Biblioteca Antonelliana.

In più Comuni si ha notizia dell’esaurimento dei moduli ed in tal senso una segnalazione è arrivata da una cittadina di Monterado, dove al momento non ne sarebbero arrivati altri a disposizione per chi volesse firmare.

Commenti
Ci sono 3 commenti
paolo 2012-07-24 18:10:03
Gli italiani vogliono e pretendono che anche i politici facciano la loro parte e che restituiscano il maltolto riferendomi ai rimborsi elettorali che dai 0.50 euro ad elettore si sono presi 10 euro. Ecco perchè Margherita e company hanno una bella cassa. Chi viene eletto deve sentire il popolo e non ci sarebbe bisogno di referendum che andrebbero ancora a svuotare le casse statali.
O. Manni
Paul Manoni 2012-07-24 19:37:02
Paolo, gli italiani nel 1993 hanno espresso la loro opinione in merito al finanziamento pubblico dei partiti. In un paese veramente democratico e con un vero "popolo sovrano", la legge sui "rimborsi elettorali" non avrebbe mai dovuto essere reintrodotta per mascherare quei sostanziali finanziamenti pubblici.
Il referendum per cui si stanno raccogliendo le firme ivece, non riguarda i "rimborsi elettorali" o il "finanziamento pubblico della partitocrazia", ma gli stipendi dei politici. Che non verrà mai e poi mai fatto fare è praticamente assodato. Non vale la pena nemmeno di spenderci del tempo o dei soldi per spostarsi ed andare in comune.
Marco 2012-07-26 04:29:17
Tutto questo serve a scoraggiare e sfiduciare i cittadini nell'unica iniziativa popolare che puo' aiutare il nostro paese: il referendum. Se tutto finirà nel dimenticatoio la prossima volta i cittadini non andranno a firmare. Complimenti, ancora un colpo alla nostra democrazia che assume sempre piú il carattere di un'oligarchia.
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