Ed ora il gran finale. Questa sera ultima notte all’insegna del Rinascimento a Corinaldo, la XXXIV Contesa del Pozzo della Polenta infatti volge al termine fra spettacoli pirotecnici, bandiere, rulli di tamburi e grande corteo storico.

Sarà una domenica ricca di appuntamenti e divertimento. Si parte alle 17.00 con l’araldo a cavallo che per le vie del paese annuncerà l’arrivo del Duca di Urbino, alle 18.30 invece si apriranno le danze culinarie. Le tre taverne, Lo Sperone, Il Calcinaro e Il Sol Nascente anche questa sera sono pronte con le prelibatezze tipiche della storica contesa corinaldese, dalla Polenta del Duca e della Duchessa al Maialino aromatizzato.

Alle 19.30 partirà il grande Corteo Storico con centinaia di figuranti vestiti come nel 1517 che sfileranno per le vie del paese accompagnati da spettacoli itineranti del gruppo storico “Combusta Revixi”. Protagonista sarà il Duca di Urbino, il personaggio più importante di tutto il corteo.

Alle 20.15 grande cena ducale rinascimentale in Piazza del Terreno con l’animazione del “Piccolo Coro” di Corinaldo e le letture dei testi originali dell’assedio del 1517. Inoltre in onore del Duca si esibiranno i gruppi storici ospiti: gli sbandieratori e musici della città di Ventimiglia e di Fabriano.

Dopo il grande successo degli spettacoli dei giorni scorso, del palio della bandiera e la disputa della Contesa del Pozzo della Polenta, questa sera sarà la volta degli Sbandieratori del gruppo storico “Combusta Revixi” con il suggestivo spettacolo dal titolo “Peter Pan”. L’appuntamento è alle 22.30 in Piazza Gioco del Pallone.
Ed infine la tradizione. Alle 23.45 infatti ci sarà il consueto sparo del Cannone di Fico lungo La Piaggia con cui da sempre si chiude l’edizione della Contesa.

Una domenica da non perdere che chiude un’altra importante edizione della più antica rievocazione storica della provincia di Ancona che viaggia a gonfie vele verso il 2017, traguardo storico dove si ricorderà il il cinquecentesimo anniversario dell’assedio di Corinaldo da parte del Duca Francesco Maria Della Rovere.