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Senigallia, 9 indagati per usura ed estorsione

Ma le vittime dello 'strozzinaggio' non parlano

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Pattuglia dei Carabinieri

Sono nove le persone finite nel registro degli indagati con l’accusa di usura ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Tutti e nove risiedono (o risiedevano) a Senigallia.

Si tratterebbe di A.P. 45 anni, G.P., 40 anni, M.C., 27enne, I.P., 42anne, E.A., 48enne, E.A., 45enne, L.D.C., 74enne (oramai deceduto), I.V. 43 anni, tutti originari di Napoli, oltre al pugliese M.R., 38 anni, tabaccaio residente a Senigallia difeso dall’avv. Stefano Drago.

Il sostituto procuratore Rosario Lionello aveva anche richiesto al Gip di emettere un’ordinanza di custodia cautelare per i 9 indagati; richiesta però respinta perché a carico dei soggetti non ci sarebbero indizi gravi di colpevolezza da giustificare una misura restrittiva. Tutte le vittime coinvolte nello ‘strozzinaggio’ infatti, oltre a non aver esposto regolare denuncia, si sono dimostrate reticenti nel confermare l’accaduto.

I fatti contestati risalirebbero al 2006. Gli indagati avrebbero prestato ingenti somme di denaro ad imprenditori senigalliesi o limitrofi, ad interessi elevatissimi. Un ruolo chiave nell’indagine è stato svolto da un pentito di origine napoletana, G.P., che avrebbe descritto minuziosamente le modalità dell’usura. Attualmente 7 degli indagati sono in libertà, ma irreperibili.

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