Senigallia, Monachesi replica a Paradisi: “Io protetto dalla casta? Risibile”
Il titolare del Piccolo Lido interviene sulle polemiche mosse dal consigliere del Coordinamento Civico
“E’ un concetto risibile che io sia protetto dalla casta. E soprattutto serve chiarezza, non fare i minestroni ad arte“. Sulle polemiche in merito alla sospensione che ha colpito il noto locale “Mascalzone” di Senigallia, alle accuse mosse dal consigliere comunale Roberto Paradisi, arriva netta la replica di Enzo Monachesi.
Titolare dello stabilimento balneare “Il Piccolo Lido” con cui il locale è consorziato assieme ai Bagni Bruna, Monachesi tiene a precisare che “qui non c’è nessun furbetto, perché tutto è stato fatto secondo le leggi: io sono un imprenditore balneare a tutto tondo e cerco solo di dare la migliore risposta ai miei clienti. Dopo la sera che è costata al Mascalzone la sospensione dell’attività musicale, il Piccolo Lido ha organizzato una serata come tante altre, come negli passati. Visto che la legge equipara gli stabilimenti balneari alle altre attività commerciali, senza più i limiti di tre feste a stagione e con orari adeguati, perché pensare che ci sia qualcosa di strano?”
Ma sulla protezione della casta che Paradisi avrebbe chiamato in causa, Monachesi è netto nel giudicarla un’idea “risibile“: “E’ rinomato che io sia il più controllato e il più multato di tutta la riviera. Qui i Vigili urbani hanno controllato ogni singolo granello di sabbia. Anzi, lo scorso anno, ricevetti un controllo durante la notte di ferragosto, un atto che io giudicai di killer aggio perché volevano far chiudere tutto per effettuare dei controlli. Quindi sul fatto che qui ci siano controlli non c’è proprio da discutere“.
La questione dei decibel troppo alti sul lungomare e in centro storico era saltata fuori già nei giorni scorsi quando, in occasione della festa della musica si sono verificati alcuni problemi tra residenti e musicisti. E nella polemica erano poi entrati esponenti politici.
Su questo punto, Monachesi sostiene che “siamo tutti vittime del successo di Senigallia. La nostra è ora una città di punta, mentre fino a pochi anni fa ci si lamentava del contrario. Certo bisogna regolare la macchina eliminando quei problemi per residenti e turisti, ma ora possiamo dire di essere in grado di intercettare flussi al contrario di molte altre città delle Marche e della Romagna“.
E per far questo la soluzione, lo strumento – o la bacchetta magica se si può chiamarla così – è quello dei consorzi, dove più soggetti si mettono insieme per cercare di fornire un servizio sempre migliore, con responsabilità per tutti e senza frizioni, come invece è avvenuto finora. Ad esempio la pulizia, la sicurezza, il divertimento e i controlli. Ognuno fa la sua parte, secondo Monachesi, che sottolinea come questo successo della città sia anche positivo dal lato occupazionale.
E contro i minestroni conclude: “Non è possibile che il leit motiv dell’estate siano i piccoli problemi, di fronte ad una crisi che le altre città avvertono fortemente. Tutti lavoriamo dentro le regole e speriamo nel successo della città intera. Senza bisogno di attacchi in cui si fa commistione di argomenti e ruoli ad arte per confondere e non dire nulla. A chi grida sempre ‘Al lupo! Al lupo!’, poi nessuno crede più“.
Alla luce di quanto sta venendo fuori e ricordando quando il Monachesi passò ad appoggiare la maggioranza allora potremmo avere un'idea più chiara.
Ammette di essere il più multato e controllato adombrando il "fumus persecutionis" e questo mi ricorda qualcuno che tra Roma e Milano denunciava di essere torturato dalla magistratura e urlava di continuo contro la magistratura comunista.
E fa ancora più impressione che negli uffici romani del suo partito nessuno sia ancora intervenuto per fermare chi di certo, almeno questo è il mio auspicio, sta causando un sempre crescente sentimento contrario verso la casta locale facendo perdere voti, per quanto già pochi furono le preferenze del Monachesi( circa 76) ma che gli permisero comunque di raggiungere così tanta responsabilità alla presidenza del consiglio comunale.
E fa anche impressione che il primo cittadino non abbia ancora risposto alla lettera di Mariangela Paradisi. L'arroganza del potere non ha più alcun limite
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