Senigallia: “Le ricordanze” per ricordare Giacomo Leopardi
Il poeta di Recanati nasceva il 29 giugno del 1798. Giuseppe Di Mauro gli ha dedicato un dvd - VIDEO
Il 29 giugno 1798 nasceva a Recanati il grande poeta Giacomo Leopardi.
Con un dvd dal titolo “La vicenda umana di Giacomo Leopardi”, dedicato nella sua seconda parte a “Le ricordanze”, composte nel 1829 durante l’ultimo soggiorno nella città di nascita, Giuseppe Di Mauro, già docente e noto attore, ha voluto ricordarlo.
Il video (realizzato da Alessandro Castriota e pubblicato sul sito www.librisenzacarta.it), mette insieme le immagini dei luoghi natali e alcune foto di Mario Giacomelli ispirate dallo stesso Leopardi.
L’autore recita con intensità i versi del grande poeta, anima tormentata e profonda capace di produrre vere opere d’arte ancora oggi lette e conosciute in tutto il mondo.
Nei primi giorni di luglio, alla Biblioteca Antonelliana, il dvd dovrebbe essere proiettato pubblicamente.
GUARDA IL VIDEO “LE RICORDANZE”
quasi al buio, soltanto con la luce delle candele,
ero molto scettico sulla riuscita ma lui insistette
ed ebbe ragione.
Sul filmato hanno un effetto straordinario.
Ogni volta che uscivamo per fare delle riprese mi spiegava
come dovevano essere le inquadrature perchè dovevano seguire il suo linguaggio poetico.
Per me è stata una esperienza unica.
Rivedere il filmato è stato emozionante perchcè la sua
intenza interpretazione unita alle immagini e alle
musiche, trasmette allo spettatore emozioni intense.
Grazie Prof. di Mauro
Il tempo si ferma e lo spazio sparisce, tra le meraviglie della potente dimensione poetica in cui è immerso uno sguardo di profonda umanità, quello di Leopardi, capace di risvegliare il sentire che ogni essere conosce e sperimenta nel percorso della vita e nel trascorrere della sua propria vita.
Ma mentre a tutti è concesso questo cammino, nella sua misura e modalità precipua, non di tutti è la possibilità di una condivisione assoluta, senza confine, senza limite, quale emerge dalle parole di Leopardi.
La tenerezza e l’amore che il vero lascia tralucere, arriva al cuore, scalda ogni amarezza, toglie dalla solitudine l’esperienza del vivere, come la grande poesia riesce a fare. Pur attraversando e nominando solitudine, dolore, perdite, anche in questo caso la poesia di Leopardi diventa parola di tutti e per tutti, raggiunge una unità capace di raccogliere l’umanità intera.
Il tratto che denota un desiderio sovrastante è messo a confronto con il limite della vita personale. Eppure, nonostante lo scacco, la grandezza del sentire viene dalla meraviglia e dalla bellezza di una gioventù che non ha tempo, non scorre nel calendario, non sa morire a sé stessa, anche di fronte all’evidenza del limite della vita umana.
Le ricordanze si riassumono in un atto inevitabile: stanno lì, a rinnovare la presenza del bene ricevuto dalla vita, un bene che Leopardi sente illusorio ma al tempo stesso imprescindibile dalla sua propria autenticità. In questa onestà si rispecchia il vero.
Perchè la poesia,di per sè grande, capace di precedere la scrittura ed ogni forma di arte, nella vita si muove e si innova, immanente testimone, anche quando la vita sembra darle scacco matto.
Quanto movimento suscitano questi versi… quali sentimenti! E quale dono ci porta Giuseppe Di Mauro nel testimoniare, con il suo lavoro e coinvolgimento personale, la preziosità di questo poeta, capace di attraversare secoli e millenni, di attirare tuttora l’attenzione di scienziati, studiosi, ricercatori che ai suoi lavori s’ispirano per non disperdere quell’energia particolare che viene dal tentare, rischiare e vedere “al di là della siepe”. Un mettere in atto l'immaginazione più aderente al sentire, senza la quale neanche il passato può essere visto in tutto il suo pieno accadimento.
Giuseppe stesso a Leopardi si è massimamente ispirato nel suo lavoro di adesione tra voce e testo, ricercando in profondità le radici di una così grande opera come quella che Leopardi ha lasciato all’umanità intera.
Misurarsi con un gigante del genio sovrumano è di per sè un’opera immane, ed emoziona sapere quanto la persona di Giuseppe si sia coinvolta in una tale impresa, e con quali costi non solo materiali, certamente, ma prima di tutto umani.
Leggere poesia non è mai solo una lettura. Ma soprattutto, nel caso di Di Mauro, leggere poesia è lasciarsi attraversare da tutto il peso e la possibilità della parola che la voce può portare alla luce. Tanto più profonda e grande l’opera, tanto più intenso il lavoro su di sè, per andare alle radici della parola che la voce emette attraverso il suono, e nel rispetto di un testo scritto.
Attualmente il divario, tra parola scritta e voce recitante, è uno degli aspetti più importanti della ricerca poetica, per ridare senso e vitalità al rapporto con la
poesia, presente nella vita, in ogni vita, anche la più drammatica, .
La voce di Giuseppe rappresenta con intensità la drammaticità della vita. Al tempo stesso emerge dalla sua recitazione l’impegno, l’adesione, la partecipazione sentita, l’essere dentro la parola drammaticamente vera che la poesia sa evocare.
A Giuseppe la riconoscenza per questi doni di contatto con opere immense e per il suo lavoro che le accompagna e le presenta alla conoscenza ed alla memoria. Certamente rimarranno nel tempo, questi doni, così strettamente legati a grandi Autori che, con il loro lavoro, precedono tuttora il fare poesia di tanti di noi, e ne rappresentano una favolosa genealogia.
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