Terremoto: “Nelle Marche necessaria una legge per la prevenzione del rischio”
I 170 esperti intervenuti ad un convegno a Jesi hanno fatto il punto sulla situazione regionale
“E’ necessario pensare subito a definire una legge regionale per la prevenzione del rischio sismico, collegata ad un testo quadro per il governo del territorio. Senza questa norma, le indagini di microzonazione sismica che si stanno compiendo in queste settimane in 18 Comuni delle Marche rischiano di essere inutilizzabili”.
Lo ha detto il presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, Enrico Gennari, durante il convegno “Microzonazione sismica e pianificazione urbanistica“, organizzato all’hotel Federico II di Jesi (An) dallo stesso Ordine in collaborazione con il Dipartimento regionale per le Politiche integrate di sicurezza e per la Protezione civile e all’Anci Marche-Associazione nazionale Comuni italiani.
Un’iniziativa di formazione cui hanno partecipato 170 professionisti del territorio, in cui è stato anche fatto il punto su quanto si sta facendo nella regione per la prevenzione del rischio sismico.
Gennari ha sollecitato le istituzioni regionali ad aggiornare il testo esistente, la legge 33 del 1984, e ha ricordato che, entro agosto, saranno completati in 18 Comuni marchigiani i primi studi di microzonazione sismica, una tecnica che, suddividendo il territorio in base alle condizioni litostratigrafiche, geomorfologiche e, quindi, di pericolosità sismica locale, costituisce il riferimento ormai insostituibile per le scelte pianificatorie e costruttive.
Questi studi sono realizzati grazie ad un protocollo fra la Protezione civile regionale, l’Anci Marche e l’Ordine dei Geologi.
Gennari ha sottolineato che “per ridurre il rischio sismico e per mitigare i possibili effetti del terremoto non basta pensare d’investire sulla valutazione della sicurezza, sull’isolamento sismico degli edifici e delle strutture o sull’aumento delle caratteristiche prestazionali e di resistenza delle costruzioni. Per questo è fondamentale che queste prime preziose risposte, che emergeranno da questo studio, vengano al più presto rese utilizzabili con la disposizione di una legge regionale. Altrimenti rischiamo un paradosso, avere cioè delle informazioni che ci possono aiutare a prevenire gli effetti di un terremoto e non poterle usare”.
Per realizzare queste indagini e per compiere i primi interventi strutturali sulle opere pubbliche e sugli edifici privati, previsti dalla legge 77 del 2009, studiata dopo il terremoto de’ L’Aquila, sono stati stanziati, fino al 2016, a livello nazionale 960 miliardi di euro, pari solo all’1% di quanto occorrerebbe per mettere in sicurezza sismica il Paese in cui l’80% delle abitazioni è stato costruito prima del 1980 e, quindi, senza alcuna applicazione di normative antisismiche.
Alle Marche andranno 7,24 milioni di euro per il biennio 2010-2011.
Dal convegno è emersa la necessità, sollecitata anche dal Consiglio nazionale dei Geologi durante un’audizione alla Camera dei Deputati, “di prevedere, per ogni edificio – ha spiegato Gennari -, un certificato di “idoneità geosismica“, oltre a quello d’idoneità statica, che permetterebbe di prevenire anche fenomeni correlati come quello della liquefazione del terreno, avvenuto durante il recente sisma dell’Emilia Romagna, che ha aggiunto danno e provocato ulteriore preoccupazione nella comunità.
All’incontro sono anche intervenuti Mario Andrenacci, presidente Anci Marche, e Sarda Cammarota, dirigente Protezione civile regionale e Autorità di bacino. Entrambi hanno sottolineato il valore della collaborazione fra Regione, Associazione Comuni e Ordine dei Geologi in questo primo percorso di analisi.
da Ordine Geologi Marche
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