Concluso domenica con esiti positivi il 1° convegno “La fotografia nelle Marche” tenutosi a Morro d’Alba in occasione delle “Giornate di fotografia“.
Alla presenza di un attento pubblico i relatori provenienti dalle maggiori istituzioni regionali operanti nel settore si sono susseguiti sul palco per parlare della nostra realtà fotografica e di come quest’arte venga sul territorio esposta/conservata/valorizzata.

Presenti fra gli altri: ArtèFoto – Festival Internazionale di Fotogiornalismo; l’ass. culturale “Centrale Fotografia” di Fano; la FIAF Marche; il Centro Internazionale di Cultura Fotografica Macula di Pesaro; la petite maison des sons et lumières di Porto S. Elpidio; la Fototeca Comunale di Morrovalle; l’ass. culturale “Altidona Belvedere”; la Fototeca provinciale di Fermo.

La posizione sulla questione fotografica dell’archivio Eredi Mario Giacomelli di Senigallia è stata esposta attraverso la lettura di un contributo di Simone Giacomelli, inviata agli organizzatori dal figlio del grande fotografo, di cui riportiamo un estratto:

“…Io, rappresento il fondo artistico che Mario Giacomelli ci ha lasciato, nella parte residente a Senigallia. Rappresento, quindi anche lo stesso artista, nella sua opera e nel suo pensiero, che cerco di tutelare e valorizzare nel mondo che con mia somma soddisfazione mi riconosce ufficialmente come punto di riferimento contro ogni altro presunto rappresentante. (…) Inoltre sono onorato di collaborare con professori e ricercatori di alcune tra le più prestigiose Università nel mondo e non solo in relazione alla fotografia (…) In questo momento sto lavorando assieme all’Agenzia Contrasto/ Magnum per portare l’opera di papà in alcuni paesi dell’Asia, a Novembre papà sarà a Seoul, all’Hanmi Photography Museum; a Marzo volerà fino a Tokyo, al Metropolitan. Infine la meta più difficile da raggiungere, la Cina. Ho personalmente collaborato per formare la collezione fotografica dedicata al Dalai Lama che troverà sede a Dharamsala, in India (…) Le persone di questo continente, come di ogni altro, perché è sempre più raro trovare un angolo della terra in cui non ci sia una foto di mio padre, amano e rispettano, Mario Giacomelli come tesoro dell’Umanità e non solo come artista, prima di tutto per le proprietà del suo lavoro e della sua persona, ma anche, crepi la modestia, per l’attento lavoro che come responsabile dell’ Archivio di Senigallia ho dovuto e voluto portare avanti, senza troppi clamori. Il rischio è quello di sovraesposizione e relativo disorientamento (con tutti i sintomi ) da parte di chi vuole godere dell’opera senza costrizioni di impianti critici più o meno accademici, che per dimostrare la bravura dello “studioso” mandano verso una deriva mentale il lavoro dell’artista. (…) Bisogna sempre restare disponibili a nuove collaborazioni, ma senza mai abbassarsi troppo ad interessi che esulano dallo scopo principale, ovvero la conoscenza e la diffusione dell’opera di Giacomelli. In questo momento, grazie all’interesse dimostrato da varie strutture istituzionali e private, degli Stati Uniti, posso pensare di riportare in America l’interesse che papà aveva conquistato dagli anni ’60 in poi fino ad alcune pessime operazioni, naturalmente postume, che gli Istituti Culturali Italiani hanno organizzato in modo piratesco e senza i fondamentali pilastri di competenza e onestà intellettuale. In questi anni, assieme ai musei e alle Università, abbiamo un po’ richiamato l’attenzione della grande stampa che aveva incolpato me per quelle operazioni invece svolte da vicine istituzioni, ma questo fa parte del peso della mia responsabilità, e stiamo preparando per il 2014 un grande Tour degli States, coinvolgendo naturalmente tutto il settore didattico oltre che artistico, perché io credo sia fondamentale partire dal primo passo, da prima della nascita dell’idea giacomelliana che oramai è stata decostruita, ristrutturata, analizzata e liofilizzata. Dobbiamo poter unire il discorso fotografico a quello pittorico, poetico, insomma, creativo, ma sempre concentrati solo su Mario Giacomelli. Ora grazie alle nuove collaborazioni internazionali, che si intrecciano meravigliosamente, e con l’aiuto prezioso, delle scuole, prima che dei soliti musei, posso pensare di poter svolgere al meglio il mio compito, quello di comunicare, trasmettere, le semplici parole e azioni di un Maestro, prima ancora di quelle di un padre.
Non parlo di regioni, province e comuni, perché credo che l’unico valore, l’unica energia, che conta è quella di voi singole persone, con cui il dialogo può avere un anima e non solo una o più menti e la purezza necessaria alla profonda conoscenza.
Un caro saluto a voi che avete ascoltato e un grazie a tutti, anche agli assenti e ai presenti in spirito.”

Il testo è leggibile per intero alla pagina facebook del gruppo GIORNATE DI FOTOGRAFIA:
//www.facebook.com/groups/298718703554066/files/

Simona Guerra e Lisa Calabrese, organizzatrici dell’evento dichiarano: “Questo primo incontro, che vorremmo divenisse annuale, non nasce allo scopo di creare un nuovo centro della fotografia nelle Marche o addirittura, come qualcuno ha ipotizzato, per togliere visibilità a quello di Senigallia. L’intento era piuttosto quello di agevolare e promuovere la collaborazione fra le istituzioni e gli operatori e per mettere, per la prima volta, in relazione far loro e sullo stesso piano, tutti gli operatori che lavorano con la fotografia nella nostra regione.  Sono molte le istituzioni valide e serie che organizzano mostre, eventi e che si impegnano perché la nostra regione sia ancora di più ricordata per la sua grande tradizione fotografica. A nostro avviso mancavano all’appello alcune figure importanti che nonostante invitate non sono intervenute; speriamo che queste loro voci vorranno arricchire le prossime edizioni del dibattito che abbiamo in programma di organizzare.”