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Senigallia: Mangialardi risponde a Cicconi Massi, “serve un’azione comune”

Il primo cittadino raccoglie l'invito del consigliere, che aveva chieso azioni decise a difesa degli enti locali

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Maurizio Mangialardi

Il Sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, risponde al consigliere e Vice-presidente del Consiglio comunale Alessandro Cicconi Massi, che lo aveva interpellato al fine di attuare un’azione comune contro le politiche dello Stato centrale, ritenute dannose per gli enti locali.

Questo il testo della risposta di Mangialardi.

Gentile Consigliere Cicconi Massi,
ho molto apprezzato il tono e lo spirito della sua lettera nella quale Lei auspica un’azione comune e responsabile contro le politiche dello stato centrale che mortificano il ruolo e la funzione degli Enti Locali.
Tutti noi siamo consapevoli del momento drammatico che il paese sta vivendo, con una crisi economica gravissima che trascina ogni giorno di più milioni di persone in condizioni di povertà e disoccupazione.
Non voglio soffermarmi sulle responsabilità di chi ha determinato questa situazione portando l’Italia sull’orlo della bancarotta.

Non serve oggi accanirsi su coloro i quali per troppo tempo hanno negato l’esistenza stessa della crisi, quelli che si scagliavano contro l’iniqua vessazione dell’I.C.I. dichiarandosi certi  dell’assoluta solidità del nostro sistema bancario e predicando la spesa compulsiva dei cittadini come unico strumento possibile per rimettere in moto l’economia.
Non mi interessa oggi un simile ragionamento perché sono convinto che in una fase come questa ogni forza partitica, ogni rappresentante delle Istituzioni è chiamato a fare un passo in avanti, anteponendo gli interessi complessivi della comunità a quelli della propria parte politica.

Questo atteggiamento è ancora più necessario nelle Istituzioni Comunali, dove forse più che altrove è possibile rendersi conto della gravità della situazione e dei sacrifici che i cittadini ogni giorno sono chiamati ad affrontare.
Per questo La ringrazio in modo particolare per la lettera che ha voluto inviarmi, per il senso di responsabilità ed onestà intellettuale che ha dimostrato ponendosi al di fuori della vecchia logica maggioranza – opposizione e per essersi dichiarato disponibile da subito a svolgere azioni comuni in difesa delle sacrosante ragioni della nostra comunità locale.

Come Sindaco (e la ringrazio per averlo sottolineato nella Sua nota) ho tenuto sempre una posizione molto netta sull’argomento,criticando in ogni modo le politiche fiscali del governo che condannano i Comuni al ruolo di esattori dello Stato mortificandone l’autonomia.
E non è un problema soltanto di I.M.U., del cui gettito ormai tutti hanno capito come non resterà quasi nulla nelle casse comunali.

Quello che appare irrazionale, insostenibile e mortificante è un sistema che da un lato impone un insieme di vincoli, che per semplificare possiamo ricondurre al Patto di Stabilità, dall’altro sottrae ai Comuni ogni residua autonomia finanziaria e tributaria a dispetto di principi costituzionalmente sanciti, determinando la paralisi di ogni iniziativa locale, soprattutto in tema di opere pubbliche, anche in quei Comuni che, come il nostro, godono di un bilancio solido e hanno sempre rispettato le regole di finanza pubblica. L’ho fatto anche a costo di apparire poco istituzionale e “politicamente scorretto”.
L’ho fatto, cercando sempre di orientare su posizioni avanzate l’A.N.C.I. e con il pieno sostegno della mia Giunta, nella convinzione che il principale compito al quale noi amministratori siamo chiamati è quello di difendere gli interessi della nostra gente.
Niente di più ma anche niente di meno.
Non voglio però per questo disobbedire alle regole stabilite. Non appartiene alla mia cultura e conoscendola, nemmeno alla sua.

Nel merito della questione che Lei, in particolare, pone, incentrata sulla sovrastima del gettito I.M.U. da parte del governo, le rammento, cercando di ridurre al minimo i tecnicismi, che una norma dello stato, votata dal Parlamento (mi riferisco al cosiddetto Decreto Semplificazioni Fiscali, convertito in legge nel mese di aprile), dispone che i comuni iscrivano nel bilancio di previsione le entrate da I.M.U. stimate dal Ministero dell’Economia e non quelle stimate dai competenti uffici comunali. Stante il principio della cosiddetta invarianza delle risorse la norma dispone che i comuni iscrivano a bilancio trasferimenti erariali decurtati di un importo pari al maggior gettito I.M.U. rispetto a quello I.C.I.

Si tratta di un preciso obbligo di legge che come tale non può essere disatteso.

Nel caso del Comune di Senigallia l’applicazione della norma comporta che noi dovremo aumentare la somma che abbiamo già iscritto a bilancio come gettito I.M.U. di circa 3 milioni di euro (da 11.650.000 € a 14.587.000 €) e, contestualmente, prevedere una riduzione dei trasferimenti erariali di pari consistenza (le somme che lo stato ci trasferisce si ridurranno così, considerati tutti i tagli, a circa 2,5 milioni, contro i 7,6 del 2011 e i 9,5 del 2010).

La “tenuta” dei bilanci comunali è in ogni caso garantita dalla stessa norma con cui il Governo si impegna, verificato il gettito effettivo, ad adottare i provvedimenti correttivi che si rendessero eventualmente necessari “per assicurare il gettito complessivo previsto per l’anno 2012”.
Semplificando ulteriormente questo significa che: o le stime del Ministero si riveleranno complessivamente corrette, e in questo casa saranno eventualmente necessarie semplici operazioni perequative tra comuni, oppure, se risulteranno sovradimensionate, il Governo adotterà i provvedimenti necessari a far si che il gettito stimato, pari a 21,4 miliardi, sia effettivamente raggiunto.
Queste sono le regole, questi sono gli impegni che il Governo si è assunto. Non voglio, ne posso, disattendere le une né dubitare degli altri.
Gentile Consigliere, quello che dobbiamo fare è qualcosa di diverso: batterci con ogni mezzo lecito, agire con ogni strumento efficace per criticare quelle regole, per contrastarle e, alla fine, fare di tutto per modificarle.

Non mi piace trincerarmi dietro posizioni ipocrite e demagogiche, come quelle forze politiche che oggi inneggiano alla disobbedienza civile, dopo essere state ieri causa del disastro; le stesse che esprimevano il Ministro dell’Interno e nello stesso tempo hanno riempito i nostri parcheggi di poveri migranti, per l’incapacità di gestire in maniera seria la questione dei flussi migratori. Ora si impone una nuova stagione: quella della responsabilità.
Ed allora proseguiamo questa azione insieme a tutti i rappresentanti delle Istituzioni che con spirito di servizio vorranno collaborare.

Sosteniamo insieme le ragioni dei cittadini, chiamando le cose con il loro vero nome e cercando di evitare strumentalizzazioni ed atteggiamenti irresponsabili per la difesa dei propri interessi di bottega.
Insieme saremo più forti e, quel che più conta, insieme riusciremo ad offrire una sia pur piccola nota di speranza alla popolazione locale in un momento tanto triste e difficile.
Cordiali saluti.

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