A giudizio l’infermiere accusato di estorsione ad un’impiegata di Corinaldo
Slitta però il processo per il 49enne napoletano che si era fatto consegnare circa 50.000 euro
Dopo il rinvio a giudizio per un infermiere napoletano, accusato di estorsione nei confronti di un’impiegata corinaldese, volontaria nella casa di riposo del paese, il processo è dovuto slittare a causa della mancanza di un testimone.
Gennaro Esposito, questo il nome dell’uomo ora 49enne che i Carabinieri di Senigallia arrestarono nel 2010, è accusato di essersi fatto consegnare – mediante costrizione – circa 50.000 euro dalla donna con cui aveva allacciato una relazione segreta.
La donna, allora 57enne, sotto la minaccia che il marito e la città intera venissero a conoscenza della relazione, ha iniziato a fare dei versamenti sapendo che l’amante era in condizioni economiche non del tutto agiate. Ma alle continue e crescenti richieste di denaro, la donna, sempre più soggiogata psicologicamente aveva dovuto far fronte intaccando prima i risparmi familiari e poi accendendo mutui on line per non dare troppo nell’occhio.
All’ennesima richiesta di ben 2.000 euro, la donna ha deciso di rivelare tutto ai Carabinieri di Corinaldo, da cui son poi partite le indagini e un appostamento per seguire la consegna di una somma di denaro in contanti, con banconote fotocopiate. Era mercoledì 11 agosto 2010 quando l’uomo venne arrestato e ancora per lui, che si è difeso dicendo che era la donna di sua iniziativa a dargli dei soldi, non si è arrivati ad una sentenza.
Anzi, per la storia dei due amanti conosciutisi all’interno della casa di riposo corinaldese dove lui faceva l’infermiere e lei la volontaria, si dovrà attendere ancora dato che il processo è slittato per la mancanza di una testimonianza.
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