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Acqua pubblica, consegnati alla Multiservizi i reclami sui costi della remunerazione

Iniziativa del comitato Acqua Bene Comune: 140 utenze hanno aderito alla protesta civile - FOTO e VIDEO

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Iniziativa del Comitato Acqua Bene Comune

Esattamente un anno fa, il 13 giugno 2011, ci fu la vittoria dei “si” sui due quesiti referendari, in materia di ri-pubblicizzazione della gestione del servizio idrico e sulla eliminazione dalla bolletta della remunerazione del capitale investito.

Dopo un anno, data la mancata attuazione della volontà popolare, ma soprattutto dopo molte altre iniziative volte a sensibilizzare i cittadini, il comitato “Acqua Bene Comune” è tornato alla sede di Senigallia della Multiservizi per consegnare le lettere di reclamo, oltre 140 raccolte in pochi giorni e iniziare una nuova fase di quella che è stata definita – a livello nazionale – campagna di “obbedienza civile”.

Stiamo cercando di far capire a tutti – spiega Daniele Mori per il Comitato – qual è la situazione attuale, una denuncia sociale sulla mancata eliminazione dei costi, presenti tuttora nella bolletta, della remunerazione del capitale investito. Una previsione questa che non è strettamente collegata con i servizi, i quali sono già coperti nei costi dalla tariffa. Anche a Jesi, Ancona, Osimo, Civitanova Marche e Macerata sono partite iniziative simili, tutte da parte di comitati aderenti al Forum nazionale sull’acqua: con queste chiediamo il rispetto del voto referendario, come sancito anche dal decreto del Presidente della Repubblica il 21 luglio 2011“.

Iniziativa del Comitato Acqua Bene ComuneLa previsione è illegale – continuano dal Comitato – e con questo atto, con la consegna di questi reclami, stiamo fornendo quel preavviso per qualsiasi azione legale futura che ora stiamo valutando. Tra l’altro non si conoscono né l’utilizzo di questi proventi, né il bilancio della Multiservizi, né quanto ci costano i gestori: essendo una SPA a capitale pubblico non si capisce perché queste informazioni debbano essere segrete“.

Scopo dell’iniziativa, oltre a chiedere l’eliminazione di questi costi aggiuntivi come affermato con i referendum del giugno 2011, è il rimborso dei soldi illecitamente detenuti con la mancata attuazione del voto referendario. Soldi di cui non si conosce l’entità, così come la parte spettante al Comune di Senigallia.

E’ un problema non solo di trasparenza, ma anche di partecipazione – conclude Evasio Ciocci dal Comitato – : le logiche delle spa confliggono con il valore umano del bene acqua che nel 2012 è arrivato a costare un quarto in più e che invece dovrebbe essere assicurato a tutti. Nel 2010 i Comuni hanno dovuto inoltre ricapitalizzare la Multiservizi e per uscire da questo meccanismo a nostro avviso serve una ripubblicizzazione del servizio idrico con un’azienda speciale, in forma consortile anche, ma a diritto pubblico, dove i vari consigli comunali vengano coinvolti in pieno nelle decisioni dell’ente. Questo mix di pubblico e privato finora ha dato origine ad un’involuzione del processo democratico“.

Iniziativa del Comitato Acqua Bene ComuneIniziativa del Comitato Acqua Bene ComuneIniziativa del Comitato Acqua Bene Comune

Allegati

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