Ostra, cinta muraria e torrioni: un tuffo nella storia
Il racconto di Giancarlo Barchiesi dal XII al XX secolo
Quando venne istituito il Comune di Montalboddo, alla fine del XII secolo (=1194), la costituzione fisico-edilizia del Castello non si estendeva alla superficie attuale.La primitiva cerchia muraria, fatta di legname, steccati, muratura primitiva, ricopriva una superficie pari ad un quarto di quella che ricopre attualmente, perché racchiudeva solo la parte alta del paese: e cioè la Rocca, che si innalzava nel punto più alto, dove in seguito sarebbe stato edificato il Monastero delle Clarisse; la zona davanti alla Rocca stessa che assumeva il nome di Fossarile, a causa delle numerosissime fosse di deposito del grano; una parte dell’attuale Piazza dei Martiri e tutta la parte di via della Boccetta, con la parte, a ridosso del Fossarile, dell’odierna Via Gramsci.
Lo sviluppo naturale per l’incastellamento di altri abitanti e lo sviluppo del Borgo “extra muros” di Santa Croce permisero, poi, l’ampliamento della cerchia muraria del castello primitivo sino a racchiudere lo stesso “borgo di S. Croce” e così si dettre vita e fisionomia inconfondibile al PAESE.
L’accesso al PAESE libero di giorno, ma autorizzato con scritto dal Magistrato per la notte, era possibile solo attraverso i ponti levatoi e le rispettive porte.
Nel XIV secolo queste erano tre: Porta del Mercato a sud; Porta S.Croce a nord e Porta Nuova ad est.Questa ultima porta fu chiusa sul principio del 1400 ed era sita con tutta probabilità, stando alla 2° “senaita” all’altezza dell’attuale accesso al paese, aperto nelle mura ad est dell’abitato, con la via risalente lungo il fianco dell’ancora esistente Chiesa di San Gregorio o del Crocifisso, sino all’incrocio con la via del Corso.
Poi, nella seconda metà dell’Ottocento, la trasformazione edilizia, prospettata ed eseguita dal Sindaco Luigi Antolini, distrusse per sempre ed irreparabilmente anche le due Porte superstiti, quella “del Mercato” e quella “di S. Croce”.
Per prima, toccò a quella di S. Croce, che venne demolita nel 1871 e poi, nel 1874. all’altra, quella del Mercato. Alla demolizione di queste seguirono, in un primo momento, l’edificazione di bastioni in muratura portanti robusti cancelli, tolti nel 1971, poi la demolizione di questi intorno al 1920 per permettere un più agevole e scorrevole ingresso alla Città.
Anche le mura castellane nel corso dei secoli ebbero varie trasformazioni: all’inizio erano molto più alte di quelle attuali, in seguito venne rialzato il piano stradale ed interrato il fossato, per facilitare la circolazione.
Così facendo sono stati cancellati per sempre molti secoli di storia e la cinta muraria, con i suoi undici torrioni 2 (ridotti in epoche recenti a nove) ed un perimetro di 1200 metri, ha perso per sempre il suo primordiale aspetto ed il suo fascino.
di Giancarlo Barchiesi
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